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ITALIANI ALL'ESTERO - CGIE: "FENOMENO MIGRATORIO ITALIANO E NUOVA EMIGRAZIONE" - MIN.PLEN.VIGNALI (DG.ITALIANI ESTERO MAECI): " CONNETTERE RETI, DIALOGARE, SOSTENERE SISTEMA PAESE ATTRAVERSO MOBILITA' CIRCOLARE. GIOVANI FACCIANO SENTIRE LA LORO VOCE"
(2021-02-02)
E' un dato di fatto che parlare di Italiani all'Estero e dei loro problemi, ma anche di speranze ed aspettative per il presente ed il futuro, significa affrontare un tema che sottende a molteplici condizioni e situazioni, non solo dal punto di vista geo-politico, culturale ed economico, ma anche relative alla loro intrinseca composizione. Ed è da questo elemento che il Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri, Ministro Plenipotenziario Luigi Maria Vignali è partito, intervenendo all'iniziativa preparatoria della IV Conferenza Permanente Stato – Regioni – Province Autonome – CGIE in programma il prossimo giugno a Roma rilevandone l'articolazione: "sono comunita’ italiane formate da persone che vivono all’estero da decenni e sono iscritte all'Anagrafe Consolare. Al 31 dicembre 2020 si contavano 6.275.000 connazionali, che si aggiungono ai circa 80 milioni di italo-discendenti, ricordati dal Segretario Generale, una componente estremamente importante per la promozione del nostro Paese all'estero. E, poi, ci sono i neo emigrati, giovani e meno giovani italiani, che sono partiti recentemente dall'Italia." Un segmento sul quale il Min. Vignali si è soffermato perchè rappresenta "un flusso importante, circa 53.000 giovani, tra i 18 ed i 34 anni, nel solo 2019.
Questi ultimi, sono solitamente giovani preparati, formati, che se non tornassero in Italia costituirebbero un deflusso importante di capitale umano. E' una perdita importante anche da un punto di vista monetario della quale dobbiamo tenere conto, perchè c'è stato un investimento del Paese: l’Ocse calcola che per ogni diplomato siano stati investiti 90.000 euro per la sua formazione, crescita, servizi.... mentre per ogni laureato la cifra si aggira fra i 158.000 e i 170.000 euro. E per ogni dottore di ricerca si considera siano stati investiti quasi 230.000 euro. Numeri importanti che fanno comprendere come al di là della perdita di energie propulsive per il nostro Paese c'è una vera e propria perdita di investimenti." Questo il motivo per il quale è importante lavorare per offrire a questi giovani una prospettiva di rientro in Italia" ha dichiarato il diplomatico che non considera il flusso migratorio come fattore negativo. "Può essere arricchente dal punto di vista umano, culturale, linguistico, però dovremmo lavorare perchè in una prospettiva di mobilità circolare possano reinvestire questo patrimonio di conoscenze, soprattutto le fasce più giovani e produttive del nostro Paese, reinvestendolo in Italia".
"Perchè ciò avvenga, occorre investire offrendo possibilità concrete di rientro. E tali opportunità - ha precisato l'esponente del MAECI - possono nascere lavorando con i territori, Regioni, Province... Consiglio Generale Italiani all'Estero, Governo. Alcuni passi avanti sono stati fatti. Alcuni molto importanti "- ha dichiarato il Direttore Generale "Italiani all'estero e Politiche Migratorie, menzionando "gli incentivi fiscali introdotti dal Governo per favorire il rientro degli italiani all’estero, come quelli introdotti in vari ambiti e nel 2019 nel Decreto Legge "Crescita", Nell'ultima finanziaria, poi, sono stati introdotti emendamenti che allargano la platea dei beneficiari, giovani, studenti, ricercatori , senza fare distinzione fra coloro che sono rientrati prima del 2020 e quanti sono rientrati nel 2020 (in occasione della pandemia-ndr.).
Altro elemento sul quale puntare, per Vignali, è il mantenimento del legame della nuova mobilità e l'Italia. "E qui puo’ giocare un ruolo importante l’associazionismo, in tutte le sue forme, che costituisce "una rete di accoglienza e di protezione per chi va all’estero", favorisce l’integrazione ed aiuta nel trovare lavoro, al rapportarsi con le istituzioni ed a mantenere i legami con la madrepatria”. Su questa linea "alcune iniziative importanti" fra le quali l'esponente del MAECI ha tenuto a menzionare "la Rete di Talenti per il Sud", voluta dal MAECI in collaborazione con il Ministero per il Sud, costituita da emigrati, anche nuovi che sono andati all’estero, hanno avuto successo e, attraverso un collegamento costante, attraverso una sorta di tutoraggio, aiutano le nostre imprese a svilupparsi nel nostro Mezzogiorno".
Il Direttore Vignali proseguendo il discorso sull'associazionismo italiano ha parlato dell'esistenza di numerosissime realtà associative attive all'estero: "sono state censite piu' di 1.700 associazioni italiane che hanno diverse finalita', per lo piu' culturali ma non solo. Nostro compito è accompagnare l'evoluzione delle associazioni e reti di associazioni, in modo da coltivare creatività e innovazione delle nostre collettività all'estero favorendo il collegamento con l'Italia, e quindi anche le prospettive di rientro. Fra gli esempi che il DG ha citato il CAP Paris – Coordinamento delle Associazioni di Professionisti Italiani a Parigi, ne nata nel 2019 su iniziativa del COMITES in collaborazione con il Consolato Generale d'Italia, e sotto l'egida ell'Ambasciata d'Italia in Francia. A Buenos Aires la LIA, Laboratorio di IDEE, che mette in contatto le nuove generazioni di expats con i nati in Argentina, una sorta di incubatore di idee. A San Francisco , durante la pandemia è nata la "rete rosa" dedicata agli incontri virtuali tra professioniste italiane attive nell'Area della Baia. A Shanghai dove è nato il Coordinamento di associazioni italiane della Cina Orientale, che vuole favorire incroci e sinergie per attività di comune interesse, molto spesso economiche che promuovono ad ampio spettro il nostro sistema Paese.
Nel concludere il suo intervento Vignali ha evidenziato come, al di là del complesso momento presente, bisogna lavorare perchè l'associazionismo possa veramente svolgere un ruolo fondamentale. Una nuova stagione i centralità dell'associazionismo, punto cruciale fra l'Italia, quanti operano in Italia e gli italiani all'estero. Su questo Comites, CGIE, ecc. possono avere un ruolo importantissimo rappresentando al Governo, Regioni e Province Autonome e Comuni le opportunità che possono essere colte, mantenendo i legami fra le associazioni e l'Italia.
Infine, forte l'invito affinchè le politiche giovanili non si fermino ai confini nazionali ma si rivolgano anche agli italiani nel mondo tramite misure incentivanti, fiscali e non solo, le associazioni facciano sentire una presenza forte delle istituzioni italiane all'estero, valorizzare l'associazionismo, svilupparlo, ampliarlo finalizzandolo a varie prospettive d'interesse per i giovani.Tutti insieme io credo che possano davvero far si che la mobilità italiana diventi un circolo virtuoso. L'auspicio del Direttore Generale Luigi Maria Vignali e' che i giovani facciano sentire la loro voce, si impegnino anche nella rappresentanza per il futuro del Paese. (02/02/2021-ITL/ITNET)
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