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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - TRIENNALE TEATRO A MILANO CON IL FESTIVAL FOG PERFORMING ARTS PROTAGONISTI DELLA SCENA INTERNAZIONALE
(2021-04-28)
A cura di Umberto Angelini la Triennale Teatro, come per le edizioni passate, anche nel 2021 il festival FOG Triennale Milano Performing Arts, che si terrà dall’11 maggio al 21 luglio, si afferma per il carattere multidisciplinare e innovativo della sua proposta, punto di riferimento culturale aperto alla città e in ascolto di un pubblico sempre più ampio e variegato.
La quarta edizione di FOG non può non tenere conto della situazione emergenziale legata alla pandemia, che ha colpito duramente anche il settore dello spettacolo dal vivo. In questo contesto FOG si inserisce dunque con uno sguardo al passato, all’edizione che “sarebbe dovuta essere” e che ha potuto manifestarsi solo parzialmente. La lente con cui ci si rivolge al presente sarà quella dei diversi linguaggi del contemporaneo, del sostegno agli artisti (dai grandi nomi ai talenti emergenti), del dialogo con la città e della dimensione internazionale, valorizzata anche in questa edizione.
Con la stagione teatrale 2021/2022 (ottobre 2021-gennaio 2022), Triennale Milano Teatro prosegue la realizzazione di un progetto artistico e culturale di respiro internazionale, rafforzando il proprio posizionamento in una rete di collaborazioni attive a livello nazionale ed europeo e costituendosi come riferimento di alto profilo della dello spettacolo dal vivo contemporaneo.
Entrambi i progetti sono accompagnati dalla figura di Romeo Castellucci, uno dei più importanti artisti contemporanei, da anni ospite esclusivo della programmazione curata da Umberto Angelini. Chiamato per il quadriennio 2021-2024 a collaborare in maniera continuativa con Triennale Milano in quanto Grand Invité (secondo una formula a oggi inedita in Italia che prevede il suo coinvolgimento a 360 gradi), Romeo Castellucci sarà inoltre una delle figure di spicco della programmazione di Triennale Milano Teatro per tutto il 2021.
La quarta edizione del festival FOG coinvolge i protagonisti della scena internazionale: 33 artisti da 7 paesi del mondo (Stati Uniti, Olanda, Spagna, Belgio, Francia, Svizzera, Italia) in un cartellone di 24 appuntamenti, tra i quali 11 produzioni e coproduzioni targate FOG, 3 prime assolute, 5 prime nazionali, 3 concerti e 6 dj set per un totale di 61 repliche complessive. Una proposta densa e articolata, un caleidoscopio di linguaggi e formati che segna il ritorno di un progetto unico per la città di Milano.
Dall' 11 – 12 maggio 2021 "Are we not drawn onward to new erA" una prima italiana della pluripremiata compagnia belga Ontroerend Goed, acclamata dai critici come uno dei gruppi teatrali più stimolanti dell’ultimo decennio, presenta a Milano Are we not drawn onward to new erA, lavoro scenico che combina arti visive, teatro, poesia e politica. Il mito del progresso o la minaccia della fine del mondo? Come il suo stesso titolo, la performance è un palindromo: una frase che si può leggere anche alla rovescia. Sia che le nostre azioni collettive siano indirizzate alla distruzione o alla salvezza, sono irreversibili o possono essere disfatte? Di grande fascino e di forte impatto emotivo, questo lavoro penetrante – in prima italiana – è una metafora della minaccia che stiamo ponendo a noi stessi e al nostro mondo.
Ontroerend Goed (che si potrebbe tradurre “immobile del sentire”) è un gruppo teatrale e performativo belga che crea e produce lavori che invitano gli spettatori a partecipare oltre che a guardare. Sono comparsi sulla scena internazionale nel 2007. Con ogni nuovo lavoro Ontroerend Goed realizza un’esperienza intensa costruita a partire dalla realtà. La compagnia ha ricevuto numerosi premi in Europa e ha catturato l’attenzione dei critici in ogni parte del mondo. Ontroerend Goed è organizzato come un collettivo coordinato dal direttore artistico Alexander Devriendt; i suoi membri sono: Charlotte De Bruyne, Charlotte Nyota Bischop, Aurélie Lannoy, Karolien De Bleser, Angelo Tijssens, David Bauwens, Wim Smet, Babette Poncelet e Karen Van Ginderachter.
Dal 14 – 16 maggio 2021 "Sorelle" di Pascal Rambert , Non una messa in scena, ma una messa in gioco: di energie, di corpi, di emozioni sotterranee e al contempo vivissime. Due sorelle e due personalità, due versioni del passato, due visioni della vita: una storia di risentimenti, di malintesi, di ferite ancora aperte, di rivincite. Eppure in questa lotta all’ultimo sangue, la violenza e l’amore si confondono; il loro conflitto le separa tanto quanto le unisce. Pascal Rambert, vincitore del Premio del Teatro dell’Académie Française (2016), porta a Milano la versione italiana di un lavoro creato per Marina Hands e Audrey Bonnet. Nell’interpretazione di Sara Bertelà e Anna Della Rosa le battute taglienti, le domande a bruciapelo si intrecciano, rimbalzano, si insinuano e inondano il palcoscenico, trascinando gli spettatori nel vivo delle verità e delle difficoltà di due sorelle – che poi sono anche quelle di tutti noi. Un lavoro potente che conferma Pascal Rambert come uno dei più importanti autori internazionali.
Pascal Rambert (1962) è autore, regista, scenografo e coreografo. Nel 2016 riceve il Premio del Teatro dell’Académie Française per l’insieme delle sue opere. La sua compagnia, Structure Production, è associata al Teatro des Bouffes du Nord dal 2017. Rambert è artista associato presso El Pavòn Teatro Kamikaze e autore associato al TNS – Teatro Nazionale di Strasburgo dal 2014. Dal 2007 al 2017, è direttore del T2G (Teatro di Gennevilliers). Le sue creazioni sono state presentate in Europa, America Centrale e del Sud, Africa del Nord, Russia, Asia e Medio Oriente e i suoi testi sono stati tradotti e pubblicati in diverse lingue. Tra i suoi successi ricordiamo: Clôturede l’amour (portato in scena almeno 200 volte nel 2019 e tradotta in 23 lingue); Répétition (2014, rappresentato almeno 60 volte nel 2015, adattato in versione italiana nel 2016 e in versione spagnola nel 2017); Argument (2016); Une vie (2017); GHOSTs (2017); Actrice (2017); Reconstitution (2018); Nos parents (2018); Sœurs (2018); Architecture (2019); 3 annonciations (2020).
Il 18 e 19 maggio 2021 "Klub Taiga – Dear Darkness" di Industria Indipendente
Dopo il debutto alla Biennale Teatro di Venezia, Industria Indipendente presenta a Milano uno spettacolo immersivo, un’esperienza che coinvolge chi lo traversa facendo presa sul lato primordiale dell’animo. Klub Taiga è uno spazio aperto, una scena diffusa che rifugge definizioni di genere, tempo e spazio. Da una nebbia fitta emerge un ambiente fatto di oggetti che appartengono a un altro tempo. Lo spazio del klub rimanda alla controcultura, a un luogo in cui le apparizioni diventano possibili. Nel buio niente accade mai in un solo punto, nella musica i corpi si confondono, i cambiamenti di luce fanno muovere e trasformare le parole, il canto e il movimento. La taiga evoca un ambiente inospitale, indesiderato – l’opposto del paradiso tropicale dei sogni. Da queste immagini intrecciate emerge la possibilità di nuove forme di esistenza. Uno spettacolo onirico e sciamanico che avvolge e cattura lo spettatore.
Industria Indipendente è un collettivo di ricerca dedito alle arti performative e visive fondato nel 2005 da Erika Z. Galli e Martina Ruggeri. Il processo artistico del collettivo attraversa linguaggi e pratiche differenti, in una ricerca di affinità espressive e la condivisione di prospettive. Gli spettacoli e le drammaturgie di Industria Indipendente comprendono: È tutta colpa delle madri (2014), Supernova (2014 - Premio Hystrio), I ragazzi del Cavalcavia (2015), Ho tanti affanni in petto (2015), Lucifer (2017), Aminta (2017 - regia Brinchi/Spanò), Lullaby (2019). Industria Indipendente ha anche creato ambienti e formati ibridi, tra cui: Dunno_analoghìa superpower (2018), Attika (2019) e Merende, un habitat site-specific e immersivo basato sui concetti della condivisione e dell’offerta, residente presso l’Angelo Mai Roma dal 2018. Il collettivo ha preso parte a festival internazionali come Romaeuropa Festival (Roma), Tramedautore (Milano), Short Theatre (Roma), Tropici (Roma), ActOral (Marsiglia), La Biennale (Venezia), Contemporanea (Prato), Matera 2019 Capitale Europea della Cultura.
Dal 21 – 23 maggio 2021 "Chi ha ucciso mio padre" di Deflorian/Tagliarini
Per la prima volta registi invece che drammaturghi o interpreti, Daria Deflorian e Antonio Tagliarini dirigono la messinscena dell’ultimo racconto autobiografico di Édouard Louis, giovanissimo scrittore e intellettuale divenuto un caso editoriale in Francia che, con una prosa lucida e incisiva, offre un’analisi bruciante e accorata della lotta di classe, del rapporto tra dominati e dominanti. Interpretato da Francesco Alberici, Chi ha ucciso mio padre è un dialogo per voce sola, una lettera al padre in cui un figlio omosessuale consegna il padre, ossessionato dal maschile e dalla consapevolezza di essere a sua volta un emarginato, a una morte prematura – un decesso causato dalle leggi e dalle regole di un potere che ha smesso di guardare in faccia le persone che espelle quando sono di troppo.
Daria Deflorian e Antonio Tagliarini sono autori, registi e performer. Nel 2008 hanno creato Rewind, omaggio a Cafè Müller di Pina Bausch. Tra il 2010 e il 2011 hanno lavorato al Progetto Reality che ha dato vita all’installazione/performance czeczy/cose (2011) e allo spettacolo Reality (2012), lavoro per il quale Deflorian ha vinto il Premio Ubu 2012 come Miglior Attrice. Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni (2013) ha vinto il Premio Ubu 2014 come Miglior Novità Italiana e il Premio della Critica come Miglior Spettacolo Straniero in Quebec, Canada, 2016. Hanno poi creato due lavori site-specific: Il posto (2014) e Quando non so cosa fare cosa faccio (2015) ispirato al film di Antonio Pietrangeli, Io la conoscevo bene. Per Il cielo non è un fondale (2016) Gianni Staropoli ha vinto il Premio Ubu 2017 per le migliori luci. Nel 2018 hanno debuttato con due progetti attorno al film Deserto Rosso di Michelangelo Antonioni: Scavi e Quasi niente, per il quale Gianni Staropoli ha vinto un altro Ubu per le luci.
Il 28 e 29 maggio 2021 "Romances inciertos, un autre Orlando" di François Chaignaud & Nino Laisné
Romances inciertos, un autre Orlando è un mosaico di musica, canto e danza in cui si intrecciano racconti, personaggi, ambienti e suoni tratti da tre storie di eroine androgine: La Doncella Guerrera, il San Miguel di Garcia Lorca e Tarara. Sullo sfondo di tradizioni popolari e letterarie spagnole, ci imbattiamo inaspettatamente nell’Orlando di Virginia Woolf, con le sue metamorfosi misteriose. Sia concerto musicale che esibizione vocale e balletto dell’opera in tre atti, il lavoro mette in scena le incessanti trasformazioni dei personaggi e dei motivi musicali. Interpretato da François Chaignaud e da quattro solisti di musica antica, Romances inciertos, un autre Orlando, co-diretto da Nino Laisné, segue le tracce di percorsi storici per riscriverli, immergendo il pubblico in un viaggio esilarante attraverso inarrestabili mutazioni.
Dopo essersi diplomato nel 2003 al Conservatoire National Supérieur de Danse de Paris, François Chaignaud ha collaborato con diversi coreografi e ha creato performance in cui danza e canto si uniscono intrecciando diverse ispirazioni. Anche storico, François Chaignaud ha pubblicato L'Affaire Berger-Levrault: le féminisme à l'épreuve (1898-1905). La sua curiosità per la storia lo ha spinto ad avviare varie collaborazioni, in particolare con l'artista Marie-Caroline Hominal (Duchesses, 2009) e Théo Mercier (Radio Vinci Park, 2016). Frutto del dialogo tra Chaignaud e Cecilia Bengolea sono una serie di opere che hanno ottenuto riconoscimenti internazionali, tra cui: Pâquerette (2008), Sylphides (2009) e DubLove (2013-2016). Nel 2017 Chaignaud ha creato Romances inciertos, un autre Orlando, in collaborazione con Nino Laisné. Nel 2018 ha prodotto Souflette, un brano per 14 danzatori del Ballet Carte Blanche (Norvegia) e nel 2019 Symphonia Harmoniæ Cælestium Revelationum, in collaborazione con Marie-Pierre Brébant, ispirandosi alle opere musicali di Hildegarde de Bingen. Nel 2020 ha realizzato GOLD SHOWER in collaborazione con l'icona butoh Akaji Maro, e ha coreografato Un Boléro, ispirato al lavoro di Bronislava Nijinska, con Dominique Brun e l'orchestra Les Siècles.
La ricerca artistica di Nino Laisné combina diverse tracce in maniera squisitamente originale, scavalcando confini di genere. Negli ultimi anni ha creato un universo unico incentrato sull’immagine. Attraverso la sua conoscenza di musica e film, crea dialoghi fatti di suoni invece che di parole. Caratterizzati da una certa bizzarria, i suoi lavori – En présence: piedad silenciosa (2013), Folk songs (2014) o El Afelio (2017) – combinano linguaggi diversi e includono elementi storici e sociologici: arte, tradizioni popolari, moda, cabaret e opera. Os convidados (2010) e Esas lágrimas son pocas (2015) sono esempi di come la sua arte unisca diverse tendenze, dalla realtà quotidiana alla finzione, e viceversa. I suoi progetti sono stati presentati in contesti internazionali: in Portogallo, Germania, Svizzera, Egitto, Cina e Argentina. I suoi lavori video più recenti sono stati presentati in cinema e festival di rilievo, come FID a Marsiglia, FIAC a Parigi, Papay Gyro Nights Hong Kong Festival, Festival Internacional de Cinema de Toluca e Festival Periferias in Huesca. Attualmente, Nino Laisné è un membro dell’Académie de France a Madrid, nella Casa de Velázquez.
Il 31 maggio – 1 giugno 2021 "la codista" di Marleen Scholten
Marleen Scholten presenta un lavoro sul tema dell’attesa, parzialmente basato sulla storia vera di un milanese che ha perso il suo lavoro e si è inventato il lavoro del ‘codista’, uno che si mette in coda per altre persone a pagamento. Nella coda si trovano il caos, le incomprensioni, la rabbia, le domande, la disperazione, la noia, il sollievo o semplicemente il rapporto tra esseri umani fermi in uno spazio con un solo obiettivo comune: aspettare il nostro turno. Una riflessione comica, politica, assurda e trasparente sulla questione dell’identità.
Marleen Scholten è attrice e co-fondatrice del collettivo olandese Wunderbaum. Gli spettacoli e i progetti della compagnia sono stati presentati in Europa, a Los Angeles, New York, Teheran, Rio de Janeiro, Toronto. I componenti del collettivo scrivono i loro testi, fanno la regia e recitano. Wunderbaum ha sede a Rotterdam e dal 2018 cura anche la direzione artistica del Theaterhaus Jena in Germania. Marleen Scholten si è trasferita a Milano quattro anni fa. Spettacoli recenti sono Chi è il vero italiano?, La storia della mia rigidità e La canzone nazionale. Questi lavori sono stati presentati in Italia, in Olanda e in Germania. Wunderbaum ha vinto, tra gli altri, il Premio Proscenium (Amsterdam), Premio Mary Dresselhuys (Rotterdam), il Total Theatre Award (Edinburgh).
Dal 3 al 6 giugno 2021 "Book is a Book is a Book" di Trickster-p
Può un libro, oggetto semplice eppure misterioso, diventare uno spazio da esplorare in maniera performativa? Creatore di dimensioni spaziali e temporali magiche, il libro è al centro di questo nuovo progetto di Cristina Galbiati e Ilija Luginbühl, premiato a dicembre 2020 con il "Silberen Hase" dei Die Besten di Hochparterre nella categoria Design. Lo spettatore, munito di auricolari, si muove tra le pagine in un percorso che lo conduce in un vero e proprio viaggio fatto di immagini, parole, suoni, e lo invita a vivere un’esperienza profondamente immaginifica attraverso un approccio inedito e inaspettato. Book is a Book is a Book è un luogo dove si viaggia nella mente e con la mente, un oggetto che crea connessioni tra tempo, spazio, sogno e memoria, un’esperienza immersiva che consente di proiettarsi altrove e di concedersi al piacere dell’immaginazione. Trickster-p è un progetto di ricerca artistica nato dall’incontro di Cristina Galbiati e Ilija Luginbühl. La sua poetica si muove al confine tra diversi linguaggi e vuole essere un invito allo spettatore ad aprire i propri spazi percettivi e a creare la propria realtà in un territorio di frontiera tra la visione interiore e la visione esteriore. Fra le sue opere più significative vi sono performance e installazioni tradotte in numerose lingue e presentate in oltre 30 Paesi in Europa, Asia, Australia, America del Nord e America del Sud. Nel 2017 è stato insignito del prestigioso Premio svizzero del teatro. Attualmente è compagnia residente al LAC Lugano Arte e Cultura.
Dal 9 al 11 giugno 2021 "Il Terzo Reich" di Romeo Castellucci
Romeo Castellucci è Grand Invité di Triennale Milano per il quadriennio 2021-2024
Tutti i sostantivi del vocabolario italiano sono proiettati su un megaschermo: la totalità del reale è messa a disposizione dello spettatore attraverso il suo equivalente linguistico. Ma la sequenza è frenetica, le parole compaiono e scompaiono in un baleno, i nomi si affastellano a una velocità tale che non si ha il tempo di percepirli, di sceglierli. Le parole che è possibile catturare rimangono impresse di necessità – inculcate, imposte. Il Terzo Reich mette in scena la violenza della comunicazione, lo stato di assedio a cui le facoltà di discernimento sono sottoposte, l'assenza di tregua, la negazione di vie di fuga. L'installazione visiva di Romeo Castellucci è accompagnata da musica di Scott Gibbons e preceduta da una cerimonia di “accensione”, interpretata da Gloria Dorliguzzo.
Regista, creatore di scene, luci e costumi, Romeo Castellucci è conosciuto in tutto il mondo per aver dato vita a un teatro fondato sulla totalità delle arti e rivolto a una percezione integrale dell’opera. Il suo lavoro propone una drammaturgia che ribalta il primato della letteratura, facendo della scena una complessa forma d’arte. Le messe in scena di Castellucci sono regolarmente invitate e prodotte dai più prestigiosi teatri e festival internazionali. È stato direttore della sezione Teatro alla Biennale di Venezia, “Artiste Associé” al Festival di Avignone ed è attualmente “Grand Invité” di Triennale Milano per il quadriennio 2021-2024 e regista ospite alla Schaubühne di Berlino. Insignito del titolo di Chevalier de l’ordre des Arts et des Lettres della Repubblica francese e della laurea honoris causa dell’Ateneo di Bologna, è membro dell’Académie Royale de Belgique e ha ricevuto, tra gli altri riconoscimenti internazionali, il Leone d'Oro alla Biennale di Venezia e due Golden Mask per la lirica. Per la produzione operistica è atteso nel 2021 il Don Giovanni di Mozart a Salisburgo e, per il teatro, il debutto di Bros a Lugano
Il 13 giugno 2021, ore 11.00 "Sogno 3: la camera degli specchi" di Reverie
Sogno 3: la camera degli specchi è una performance site-specific che Reverie ha ideato appositamente per FOG. L’artista guiderà uno spettatore alla volta in una dinamica esperienza al di là del visibile in un percorso tra riflessi e test di realtà. Un esperimento onirico che utilizza la voce e il corpo per coinvolgere i partecipanti in un’indagine sull’identità. Gli spettatori sono accolti da una lettera dell’artista e al termine sono a loro volta invitati a lasciare anche anonimamente una testimonianza delle loro riflessioni per l’opera finale di sintesi che Reverie realizzerà col materiale raccolto. Senza limiti di età e di sensibilità, siete tutti invitati a intraprendere un lucido viaggio nello specchio più reale che tutti noi condividiamo, il mondo dei sogni.
Reverie è un’artista toscana che vive e lavora a Milano. Nei suoi progetti elabora performance per studiare le reazioni del pubblico, curando ogni singolo aspetto, dalla costruzione alla progettazione non solo di oggetti e opere ma anche di suoni e interazioni e finalizzando ogni lavoro alla creazione di opere di sintesi. Attualmente sta dedicando la sua attenzione al tema del sogno. Recentemente, il suo “librosogni”, edito da Skira con testo introduttivo di Raffaella Perna, è stato presentato alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea a Roma. Tra le sue performance più recenti: Sogno 2: The Sleeping Muse, Milano, Palazzina Liberty Dario Fo e Franca Rame; Sogno 1: Archetipo del sé, Roma, Fondazione VOLUME!; Futura Poesia, Londra, Estorick Collection of Modern Italian Art.
Il 13 e 14 giugno 2021 prima italiana di "Will you marry me?" di Sara Leghissa e Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
Sono affascinata dalla differenza tra presunto privato e presumibilmente pubblico e provo ad affrontare il problema di cosa significhi vivere in una società apparentemente a prova di shock, ma che è ancora costretta a esercitare il segreto Barbara Kruger
Presentato a FOG in prima italiana, Will you marry me? è un progetto site-specific che indaga la relazione tra pratiche illegali e spazio pubblico. Adottando una forma temporanea e non convenzionale, questa performance invita a confrontarsi con il confine tra legalità e illegalità, partendo da esperienze personali e da pratiche di resistenza, che utilizzano la legge per “violare la legge”. Considerando quest'ultima un parametro fluido, che varia a seconda del contesto storico e culturale in cui si inscrive, si prova a chiedere come cambia la nostra percezione della norma, a seconda del tempo storico in cui viviamo e dei privilegi di cui godiamo, e come si vive sulla propria pelle l'esperienza dell'illegalità. Una riflessione urgente, che coinvolge il pubblico in forme mimetiche, esplicite, di complicità e di resistenza pubblica.
Sara Leghissa è un’artista, performer e ricercatrice indipendente con base a Milano. Laureata in Storia del Mondo Contemporaneo, nel 2011 co-fonda il collettivo Strasse, cha ha prodotto progetti site-specific nello spazio pubblico, creando dispositivi per alzare il livello di attenzione su ciò che già esiste nella realtà. Insieme ad Annamaria Ajmone, organizza per la scena italiana Nobody’s Indiscipline, una piattaforma indipendente per lo scambio di pratiche nella performing art, e NESSUNO, un luogo che genera comunità e resistenze attraverso la pratica della festa e difende la complessità di segni che questo incontro genera.
Il 15 giugno 2021, ore 19.30 "First Love" di Marco D’Agostin
First Love è un solo autobiografico del giovane coreografo Marco D’Agostin e del suo primo amore di ragazzino: lo sci da fondo e l’eroina che lo rappresenta, la campionessa Stefania Belmondo, medaglia d’oro alle Olimpiadi invernali del 2002. L’immaginario di Marco bambino, diviso tra la passione per la danza e per lo sci, si sovrappone alla ricostruzione della telecronaca della gara. Il racconto privato, effimero e nostalgico, si mescola con la narrazione eroica dell’evento sportivo. Interpretando ricordi legati a una condizione a tutti nota, quella del primo innamoramento, e fondendoli con l’atmosfera competitiva dello sport, D’Agostin costruisce una trama intima in cui corpo e voce interagiscono a comporre una grammatica nuova e insolita, al contempo incalzante e delicatamente poetica di struggente bellezza.
Marco D’Agostin è attivo nel campo della danza e della performance. Tra gli altri, è stato interprete per Claudia Castellucci, Alessandro Sciarroni, Liz Santoro, Sotterraneo. Dal 2010 ha sviluppato la propria ricerca come coreografo ospite in numerosi progetti internazionali. Ha presentato i propri lavori in molti dei principali festival italiani ed europei. Ha vinto il Premio Gd’A Veneto 2010, la Segnalazione Speciale al Premio Scenario 2011, il Premio Prospettiva Danza 2012, il Teatro Libero di Palermo Prize al BEFestival e il secondo premio al concorso (Re)connaissance di Grénoble nel 2017 per Everything is ok. È stato per due volte tra le Priority Company di Aerowaves e nel 2018 ha vinto il Premio Ubu come Miglior Performer Under 35.
Il 15 e 16 giugno 2021 "Save the last dance for me" di Alessandro Sciarroni
La polka chinata, ballo bolognese dei primi del Novecento e pressoché estinto, rivive in questo lavoro magico di Alessandro Sciarroni. Danza di corteggiamento originariamente eseguita da soli uomini, è una pratica fisicamente impegnativa, quasi acrobatica, che prevede che i danzatori, abbracciati l’un l’altro, girino vorticosamente mentre si piegano sulle ginocchia quasi fino a terra. La performance magistrale dei due danzatori Gianmaria Borzillo e Giovanfrancesco Giannini è al contempo uno spettacolo seduttivo e mozzafiato e un importante gesto di recupero di un patrimonio culturale condannato all’oblio. Il progetto è nato in collaborazione con Giancarlo Stagni, un maestro di balli filuzziani che ha riportato alla luce questa antica tradizione grazie allo studio di video documentari.
Alessandro Sciarroni è un artista italiano il cui lavoro oltrepassa le tradizionali definizioni di genere: partendo da un’impostazione concettuale di matrice duchampiana, fa ricorso a un impianto teatrale e utilizza alcune pratiche della danza e di altre discipline come il circo e lo sport. Le sue creazioni sono state presentate in tutta Europa, in Nord e Sud America, Medio Oriente e Asia. Ha preso parte a manifestazioni di rilievo, tra cui: Biennale de la Danse, Lione; Kunstenfestivaldesarts, Bruxelles; Impulstanz, Vienna; Festival d’Automne, Parigi; Hong Kong Art Festival; Festival Panorama, Rio de Janeiro; Biennale di Venezia (che nel 2017 gli ha dedicato una monografica). Triennale Milano Teatro gli ha dedicato un “ritratto d’artista” nel 2019. Artista associato del centro Cent Quatre di Parigi, è sostenuto da apap-Performing Europe 2020 come focus-artist e da Marche Teatro. I riconoscimenti più recenti comprendono: Leone d’Oro alla carriera per la Danza nel 2019; Premio Europa Realtà Teatrali, Hystrio Award e Premio Coreografo Elettronico nel 2017.
Il 16 giugno 2021, ore 19.30 "GHOST We are the idiots" di Barokthegreat
GHOST, la nuova creazione di Barokthegreat (Leila Gharib e Sonia Brunelli) ideata in collaborazione con il regista-designer londinese Simon Vincenzi, esplora l’evanescenza di un’immagine. Prende ispirazione dalla cultura footwork, genere di musica e danza di strada nata a Chicago verso la fine degli anni ’90 come una nuova forma d'espressione di resistenza delle sottoculture urbane. Si manifesta in battles in cui i danzatori sfidano l'occhio di chi guarda con una musica sparata a ritmi mozzafiato fino a 165 bpm, prodotta da producer di Juke e House. Con GHOST, in un processo di lenta astrazione, Barokthegreat riesce a far emergere l'aspetto più fantasmatico di gambe e piedi di un corpo danzante, membra che sembrano prendere vita da sole uscendo dal corpo, sotto il comando di un beat a sua volta in accelerazione composto e generato live con una drum machine Roland TR-8S.
Barokthegreat è una formazione basata a Verona fondata nel 2008 dalla danzatrice-coreografa Sonia Brunelli e dalla musicista Leila Gharib. Il duo esplora composizioni sceniche imperniate su una ritmica ripetitiva che rivela qualcosa di anamorfico ma anche familiare. Le loro rappresentazioni indagano le dinamiche di aderenza tra il gesto coreografico, la fisicità del suono e l'architettura dello spazio come dispositivo abitativo. Perseguono studi sulla visione interfacciando il teatro, club e luoghi specifici. Nel loro primo decennio i lavori del duo comprendono: Barok (2008), Wrestling (2010), Fidippide (2011), Russian Mountains (2011), Indigenous (2012), L’attacco del Clone (2013), Victory Smoke (2014), Ghost (2018) e dal 2016 creano il progetto musicale Sequoyah Tiger.
Il 18 giugno 2021, ore 19.30 "BEAT" di Igor x Moreno
L’ultimo lavoro di Igor x Moreno è una performance che pulsa di energia e trasporta il pubblico su una pista da ballo inedita. BEAT è un solo ipnotizzante danzato dalla straordinaria Margherita Elliot sulla musica elettronica della DJ Martha. Una riflessione su che cosa voglia dire far parte di una generazione cresciuta con l’idea che la realtà offra possibilità infinite, la coreografia è una catena di reinvenzioni che, tanto giocosamente quanto potentemente, esprimono il nostro bisogno e la nostra capacità di mettere in scena identità diverse. Il movimento incessante di Elliot, imprevedibile e irresistibilmente ammaliante, invita gli spettatori a seguirla attraverso numerose trasformazioni.
Igor x Moreno è una compagnia di danza contemporanea basata sia in Sardegna che a Londra, diretta da Igor Urzelai (1983, San Sebastián, Spagna) e Moreno Solinas (1987, Sardegna). Dalla sua fondazione nel 2012 i lavori della compagnia sono stati acclamati da pubblico e critica e sono stati presentati in tutto il mondo. Igor x Moreno sono stati nominati per premi quali il Total Theatre Award for Dance e il National Dance Awards, e sono stati selezionati per diverse piattaforme internazionali, tra cui il British Council Showcase, Aerowaves, British Dance Edition e la National Italian Dance platform.
Il 24 e 25 giugno 2021 prima italiana di "Dancer of the Year" di Trajal Harrell
Trajal Harrell torna a Milano per la prima italiana del suo nuovo lavoro, Dancer of the Year. Negli ultimi due decenni il coreografo americano, tra i più originali e ammirati della scena mondiale, si è dedicato a reimmaginare la storia della danza contemporanea e le sue subculture (tra cui il voguing), attraverso una serie di coreografie trasgressivamente originali, presentate in spazi teatrali ed espositivi. Questo nuovo solo è stato creato in risposta alla sua stessa nomina come “danzatore dell’anno”, selezione fatta dal Tanz Magazine nel 2018. Il premio ha provocato un processo di riflessione, sia sul suo percorso personale sia sul valore della danza come pratica artistica. Importanti domande sulla trasmissione culturale ritornano in questo solo che mette in gioco emozioni forti: l’influenza del Butoh e del coreografo giapponese Tatsumi Hijikata sono messe alla luce e analizzate, sollecitando riflessioni politiche sulla danza e su come mettere in scena l’identità.
Trajal Harrell ha acquisito notorietà nel mondo della danza contemporanea con la serie di lavori Twenty Looksor Paris is Burning at The Judson Church, che sovrappone concettualmente la tradizione del vogue con quella della danza postmoderna. Considerato uno dei coreografi attivi più importanti, ha presentato i suoi lavori,tra gli altri, al Manchester International Festival, al Centre National de la Danse Paris, al Walker Arts Center, al Schauspielhaus Bochum, e al Munich Kammerspiele. Ha presentato lavori performativi in contesti di arte visiva come MoMA PS1, Performa Biennial, Ludwig Museum, Hammer Museum, Centre Pompidou. Di recente è diventato noto per «Hoochie Koochie», la prima esposizione del suo lavoro performativo (1999-2016) al Barbican nel 2017. Il suo lavoro verrà presentato alla Biennale di San Paolo e nel 2023 gli verrà dedicata una retrospettiva al Moscow Garage. Attualmente la sua compagnia ha sede presso la Schauspielhaus di Zurigo, dove Harrell è uno dei direttori.
L' 1 e 2 luglio 2021 "NO RAMA" di Annamaria Ajmone
NO RAMA è un luogo aperto, terreno, multi tempo, non lontano e non impossibile, con continue incursioni dell’altrove-futuro, presente e sotterraneo, tra scienza e finzione. Il suo eco-sistema è in grado di adattarsi al riscaldamento globale, alla desertificazione della terra e alla progressiva acidificazione delle acque. Questo luogo è abitato da forme animali, minerali e biotecnologiche. Nello spazio creato dalla coreografa Annamaria Ajmone gli elementi organici e inorganici si incontrano e convivono, i corpi assumono nuove forme e forze mentre si raccontano una trama di segreti. Il tempo si dilata generando così un sistema diffuso, viscoso e autosufficiente in cui ciascun elemento è connesso reciprocamente agli altri, occupando uno spazio in costante trasformazione.
Annamaria Ajmone è danzatrice e coreografa, al centro della sua ricerca c’è il corpo inteso come materia plasmabile e mutevole capace di trasformare spazi in luoghi creando parallelismi e sovrapposizioni temporali. Si avvale per le proprie produzioni di collaboratori con cui condivide il processo creativo, coinvolgendo così diverse immagini e visioni. Ha presentato i propri lavori in numerosi festival di danza, teatro e performing art, musei, gallerie d’arte e spazi atipici. Collabora con diversi artisti su progetti di varia natura e durata tra cui Canedicoda, Palm Wine, Muta Imago, Jacopo Miliani, Felicity Mangan, Industria Indipendente, Bienoise, Francesco Cavaliere. Come danzatrice, ha lavorato con Alias Compagnie, Ariella Vidach, Daniele Ninarello, Santasangre, Cristina Kristal Rizzo, Mithkal Alzghair, Moritz Ostruschnjak. Nel 2015 vince il premio Danza&Danza 2015 come miglior interprete emergente-contemporaneo. Per Matera Capitale della Cultura Europea 2019 cura le coreografie per Abitare l’opera, Prologo tra i Sassi / La Cavalleria Rusticana con la regia di Giorgio Barberio Corsetti. Con Sara Leghissa organizza Nobody's Indiscipline, piattaforma di scambio di pratiche tra artisti.
Il 6 luglio 2021, ore 19.30 "Romantic Disaster" di Madalena Reversa
Romantic Disaster è un incontro tra opposti, uno sguardo romantico sulla distruzione della natura e sulla natura distruttrice. La forma scenica è quella di un live-set dove l’uso del digitale convive con l’analogico. La drammaturgia è costruita attorno alle poesie di Keats, Byron e Shelley, che parlano di cambiamento climatico. Benché inconsapevoli della causa del raffreddamento, provocato dall’eruzione del monte Tambora nel 1815, i tre poeti romantici inglesi danno sfogo alle loro preoccupazioni. Il global cooling di due secoli fa si intreccia con il global warming di oggi, facendo cenno alla consapevolezza civile dei giovani attivisti di ieri e di oggi. Con urgenza, la poesia si fa canto, musica, urlo di battaglia. Un inno alla bellezza che non deve morire e alle giovani anime che la custodiscono.
madalena reversa è un progetto artistico, creato nel 2016 da Maria Alterno e Richard Pareschi. Il loro lavoro si focalizza sul potere estetico ed emotivo di luci, suoni, oggetti e corpi. A partire da questi elementi, i loro progetti creano atmosfere ed emozioni, collocandosi in una zona di intersezione tra teatro e visual arts, tra performance e installazione, dove l’unico elemento imprescindibile è la drammaturgia. I loro progetti più recenti sono: Romantic Disaster, live-set performance (finalista a Biennale College registi under 30, 2020), Blaue Blume, un’installazione di luce e suono (seconda fase di Biennale College registi under 30, 2019), Dreaming Beauty, un’installazione immersiva (finalista a Scenario Infanzia, 2018).
Il 9 luglio 2021, ore 19.30 prima assoluta degli "Esercizi per un manifesto poetico" Collettivo MINE
Lavoro di debutto del Collettivo MINE, Esercizi per un manifesto poetico coincide con l’atto fondativo della compagnia. Il manifesto trova la sua stesura danzata in una pratica coreutica scritta a dieci mani, dove respiro individuale ed unisono si compenetrano e la plasticità del corpo diviene ispirazione del linguaggio danzato e poetica collettiva. Una sola azione scenica, potente e strutturata, come strumento di scrittura condivisa, capace di dar vita a un corpo unico. Ipnotico e affascinante, Esercizi per un manifesto poetico investiga la compresenza di una scrittura rigorosa e di una presenza emotiva aperta e vibrante.
Collettivo MINE nasce dall’incontro artistico tra Francesco Saverio Cavaliere, Siro Guglielmi, Fabio Novembrini, Roberta Racis, Silvia Sisto. MINE è un esperimento di creazione, di sinergie che si propone di portare avanti un lavoro di ricerca incentrato sulla condivisione di pratiche, sperimentazioni e linguaggi. Esercizi per un manifesto poetico è il lavoro di debutto del collettivo. Nel 2020 debuttano con il progetto coreografico Corpi Elettrici, in collaborazione con il Gender Bender Festival e con la Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio G.B. Martini di Bologna. Nel 2021 sono coreografi per il progetto Swans never die (Danzare la memoria 2020-2022) in collaborazione con Lavanderia a Vapore - Centro di Residenza per la Danza (Piemonte dal Vivo – Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo, Coorpi, Didee Arti e Comunicazioni, Mosaico Danza, Zerogrammi); Operaestate Festival Veneto e Centro per la Scena Contemporanea CSC Bassano del Grappa; Triennale Milano Teatro; Fondazione Teatro Grande di Brescia; Festival Bolzano Danza – Fondazione Haydn; Gender Bender Festival; “Memory in Motion. Re-Membering Dance History (Mnemedance)” - Università Ca’ Foscari Venezia; DAMS - Università degli Studi di Torino.
Dal 15 al 17 luglio 2021 Prima assoluta di Corcovado di Luigi De Angelis, Michele Di Stefano, Lorenzo Gleijeses
Una riflessione profonda sul tema del viaggio, Corcovado mette in discussione la coincidenza dell’idea di spostamento con l’idea di rapidità tipica dell’ipervelocità contemporanea e riposiziona lo sguardo sui concetti di percorso ed esplorazione. Ricostruendo il non-luogo per eccellenza della dimensione del viaggio odierno, la sala di consegna bagagli di un qualunque aeroporto del mondo, la regia di Luigi De Angelis e la coreografia di Michele Di Stefano giocano sulla creazione di un andirivieni ossessivo di corpi, gesti e oggetti in cui il corpo del performer Lorenzo Gleijeses viene coinvolto in una vertigine centrifuga e spaesante, sotto lo sguardo costante di un guardiano silenzioso, Manolo Muoio.
Luigi De Angelis è regista, scenografo, light-designer e musicista. Assieme a Chiara Lagani ha fondato la compagnia Fanny & Alexander nel 1992. Gli spettacoli di Fanny & Alexander sono stati rappresentati in Italia e all’estero nei più importanti festival e teatri internazionali. Nel 2015 ha diretto Il Flauto Magico al Teatro Comunale di Bologna. Nel 2017 ha curato l’ideazione, la regia e le luci dello spettacolo Serge, ispirato alla vita di Sergei Diaghilev, col Solistenensemble Kaleidoskop di Berlino. Per Fanny & Alexander ha curato regia, musiche, scene e luci di un progetto sulla tetralogia di Elena Ferrante L'Amica Geniale, con Fiorenza Menni e Chiara Lagani, presentato al Napoli Teatro Festival e Ravenna Festival nel 2018. Nel 2018 ha curato la regia di Se questo è Levi, che ha vinto il Premio Speciale Ubu 2019.
Michele Di Stefano, coreografo e performer, è fondatore di MK, insieme a Biagio Caravano. Il gruppo è ospitato nei più importanti festival della nuova scena e nel 2020 è tra le compagnie residenti del Teatro India di Roma per il progetto Oceano Indiano. MK si occupa di performance, coreografia e ricerca sonora. Tra le produzioni più recenti: Robinson e Parete Nord, con il musicista Lorenzo Bianchi Hoesch, e Bermudas (Premio Danza&Danza 2018). Nel 2014 la Biennale Danza di Venezia assegna a Michele Di Stefano il Leone d’Argento per la Danza. Nel 2019 la performance Bermudas_forever vince il Premio Ubu come Miglior Spettacolo di danza.
Lorenzo Gleijeses è attore, regista e performer, la cui formazione è legata a maestri internazionali come Lindsay Kemp, Eimuntas Nekrosius, Yoshi Oida, Eugenio Barba, il Workcenter di Jerzy Grotowski, Augusto Omolù, Michele Di Stefano/MK. In teatro lavora con Nikolaj Karpov, Julia Varley dell'Odin Teatret, Mario Martone, Egumteatro, Cesare Lievi, Rafael Spregelburd, Emiliano Bronzino, Fanny & Alexander, Alfredo Arias, Andrej Konchalovski, Eugenio Barba, Luigi Squarzina. È l’ideatore del progetto 58° Parallelo Nord da cui sono nati gli spettacoli: Corcovado e Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa realizzato in co-regia con Eugenio Barba e in tournée dall’inizio del 2019. Vincitore del Premio Ubu come Nuovo Attore nel 2006
Il 20 e 21 luglio 2021 "ARA! ARA!" di Ginevra Panzetti / Enrico Ticconi
In tempi antichi, esseri chimerici e figure oniriche campeggiavano su stemmi e scudi per raccontare storie di conflitti combattuti su campi di battaglia. I colori sgargianti e gli animali fantastici delle simbologie araldiche sottendono tensioni politiche, espressioni di appartenenza, affermazione e potere. ARA! ARA! parla di un potere in ascesa rappresentato simbolicamente da un animale inusuale: non un essere maestoso e rapace, ma un volatile allegro e brioso, dal carattere esotico: un pappagallo. Seconda parte di un dittico iniziato con AeReA (vincitore della prima edizione del Premio Hermès Danza Triennale Milano), ARA! ARA! attinge alla tradizione folcloristica dello sbandieramento. Per i giovani artisti Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi, tra le rivelazioni della scena internazionale, l’immagine della bandiera diventa veicolo di una riflessione profonda sulla natura politica delle relazioni sia individuali che collettive.
Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi vivono tra Berlino e Torino e lavorano insieme come duo artistico dal 2008. La loro ricerca si sviluppa nell’ambito della danza, della performance e dell’arte visiva. Approfondendo tematiche legate all’unione tra comunicazione, violenza e potere, costruiscono figure o immagini ibride tra storia e contemporaneità. Entrambi si diplomano presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e frequentano la Stoa, scuola di movimento ritmico e filosofia diretta da Claudia Castellucci. Nel 2010 si trasferiscono in Germania e approfondiscono percorsi individuali ma complementari: Enrico studia danza e coreografia a Berlino presso la Inter-University Center for Dance, Ginevra arte Intermediale presso l’Accademia di Belle Arti di Lipsia, Hochschule für Grafik und Buchkunst. Nel 2019, con la performance site-specific Jardin/Arsenale, vincono il premio Arte Laguna 13, la prima edizione del Premio Hermès Danza Triennale Milano, il Premio Danza&Danza come coreografi emergenti e vengono nominati “Talento dell'anno" dalla rivista tedesca Tanz. Con il lavoro Harleking sono stati selezionati dalla piattaforma europea Aerowaves 2019, dalla New Italian Dance (NID) Platform e dalla Tanzplatform Deutschland 2020.
dal 21 maggio al 21 luglio 2021 "Cosmic Perspective from Milan" di Radio Raheem
Programma e orari in via di definizione
Radio Raheem, oggi Resident Radio di Triennale Milano, rinnova la collaborazione con FOG per un nuovo palinsesto di live music sessions. Hub culturale e piattaforma media indipendente, Radio Raheem porta sul palcoscenico di FOG alcune delle realtà musicali più innovative del panorama italiano contemporaneo, costituendosi ancora una volta come l'anima musicale del Festival e animando gli spazi di Triennale Milano. Dalla sua fondazione nel 2017, Radio Raheem si rivolge ad un pubblico curioso che desidera esplorare e capire meglio il mondo che ci circonda. Da Gennaio 2020 si trasferisce all’interno di Triennale Milano, creando contenuti speciali tra talk, interventi musicali, video e approfondimenti che vedono coinvolti artisti, curatori, musicisti e performer.
Gli appuntamenti del 4 e 18 giugno e del 2 luglio sono inseriti nell’ambito del progetto Gesto, suono, azione: il passato è il nostro futuro? (28/04/2021-ITL/ITNET)
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