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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - DANTE NEL MONDO - "DANTE UN GIGANTE FRA I GRANDI DELLA TERRA. LA CULTURA POLACCA A PARTIRE DAL ROMANTICISMO SEMBRO' NON POTER FARE A MENO DI DANTE" AFFERMA LA DANTISTA MARIA MASLANKA-SORO AD ITALIANNETWORK
(2021-09-22)
Nella miriade di iniziative dedicate a Dante Alighieri ed alla sua "comedia", nella maggior parte dei casi promosse o patrocinate dalle Istituzioni della rete diplomatico-consolare e culturale italiana, quando non dai Comites e dall'associazionismo italiano nel mondo e non solo, si inserisce anche la proposta culturale di ITALIAN NETWORK che intende offrire ai propri lettori un’occasione per riscoprire e tornare a riflettere sull'insigne poeta, scrittore e politico fiorentino, apprezzato universalmente per i suoi versi, oltre che per la fervida immaginazione.
Ma anche per tentare di comprendere la vastità dell'eco che ha lasciato, a distanza di tanti secoli, riuscendo ancor oggi ad illuminarci nel ‘cammin di nostra vita’… E da queste considerazioni e’ partita una ricognizione sull'uomo Dante, sulla sua opera e sulla sua attualita’, che vuole coinvolgere studiosi e professori italiani - taluni di "origini italiane"- ma soprattutto stranieri - la cui carriera e’ stata dedicata od, ancor di piu’, profondamente segnata da Dante. Un'operazione che permette di evidenziare la "lettura", o meglio, le "letture"di "Dante nel mondo" nei cinque continenti. Un'iniziativa che potrebbe riservare interessanti sorprese. Ne siamo sicure! (ITALIANNETWORK)
La parola, questa volta, alla Professoressa Maria Maslanka-Soro dell'Università Jagellonica di Cracovia, considerata la piu' importante dantista polacca per la sua profonda conoscenza dell'Alighieri e delle sue opere.
Filologa classica e italianista, ricopre l’incarico di professore ordinario al Dipartimento di italianistica ed insegna letteratura italiana antica, la cultura classica e biblica nella Commedia di Dante e la storia del teatro greco e romano. Nel corso della sua carriera ha insegnato anche alle Università degli Studi di Padova, a “ La Sapienza” di Roma, alla “Federico II” di Napoli, all'Università degli Studi di Perugia ed alla Cattolica di Milano. Ben sette i volumi monografici da lei pubblicati tra i quali Antyczna tradycja epicka u Dantego (La tradizione dell’epica classica in Dante) nel 2015 e Tragizm w Komedii Dantego (Il tragico nella Commedia di Dante) nel 2005, con una seconda edizione nel 2010.***
Professoressa Maria Maslanka-Soro, cosa rende la ‘figura’ di Dante ancora attuale a 700 anni dalla sua morte?
"Dante è un gigante tra i grandi che hanno popolato la Terra in ogni epoca. Ha saputo dare un senso pieno alla sua vita impegnandosi fino in fondo - di persona e con la penna - nella lotta per il bene comune e dimostrando una straordinaria forza di carattere e un eccezionale senso di responsabilità. Ha capito meglio di tanti altri intellettuali della sua epoca che la conditio sine qua non di un armonioso sviluppo morale e intellettuale, e non solo, dell’uomo è la pace che deve regnare tanto in un impero quanto in una piccola comunità. Il suo è un impegno totale: nella politica, nella poesia, nella vita per renderla più giusta, nell’amore e forse anche nell’odio non tanto per le persone ma piuttosto per le funeste conseguenze del loro agire. Da ammirare il suo coraggio nell’affrontare problemi a volte spinosi e l'anticonformismo che gli è costato l’esilio e la condanna a morte nonché il suo grande senso di giustizia e il disprezzo della mediocrità. Di quest’ultimo ne abbiamo la prova migliore nel trattamento riservato nell’Antinferno ai pusillanimi, “questi sciaurati, che mai non fur vivi” (Inferno III 64).
Da aggiungere alle sue doti, che non possono in ogni epoca non destare ammirazione - ed in alcuni forse perplessità, ma mai indifferenza - la coerenza con cui egli affrontava la realtà e la generosità che lo portava a condividere il suo sapere con altri. Ne parla esplicitamente all’inizio del Convivio e lo testimoniano tutti i suoi scritti, in particolare la Commedia, dove il suo pensiero assume una dimensione universale, essendo diretto al lettore di ogni epoca per mostrargli che al raggiungimento della vera felicità, sia in questa vita che nell’altra, conduce una strada difficile: prima occorre capire a fondo le radici del male per poi consapevolmente liberarsene e diventare “puro e disposto a salire a le stelle” (Purgatorio XXXIII 145).
Penso che il "segreto" del grande successo che Dante come poeta e come intellettuale riscontra nella nostra epoca - basta dare uno sguardo veloce alle iniziative organizzate per il Settecentenario della sua morte, al crescente numero di riviste scientifiche a lui dedicate e alla sua imponente presenza nella cultura popolare - dipenda dalla sua instancabile ricerca della verità sull’uomo e sul mondo. Una ricerca che tocca ogni ambito, da quello civico a quello universale, narrata con parole ed immagini di straordinaria plasticità e bellezza.
Oggi, in tempi segnati da uno smarrimento di valori fondamentali e da una generale confusione etica e politica, in cui si produce un'arte che spesso non ci appaga esteticamente ed è povera di contenuti, Dante rimane un punto di riferimento sicuro per coloro che non si arrendono di fronte alle mille difficoltà nell’instancabile ricerca dell’essenza della nostra vita: del bello non disgiunto dal buono ovvero di una vera felicità a cui si arriva tramite la conoscenza e un’esperienza estetica."
Dante e’ conosciuto principalmente per la 'Divina Commedia’. Secondo Lei, quali sono i punti di forza di questo testo ?
"La Commedia non è soltanto uno dei testi poetici più alti mai scritti in ogni tempo e in ogni lingua, ma la prima grandissima opera scritta in una lingua europea moderna. Come Omero, definito da Dante “poeta sovrano”, che “sovra li altri com’aquila vola” (Inferno IV 88, 96), apre la grande epoca dell’antichità classica, così Dante con il suo capolavoro dà inizio a una nuova era nella letteratura moderna. La Commedia non è solo un poema universale. Parafrasando Erich Auerbach si potrebbe dire che Dante con la sua poesia abbia riscoperto il mondo. Nel canto IV dell’Inferno, lui viene accolto dai cinque più grandi poeti classici che lo considerano “il sesto tra cotanto senno” (v. 102). Questo episodio potrebbe significare, tra l’altro, che egli si riconosce continuatore della grande epica antica, anche se l’argomento del suo poema è altro. Verso la fine del Paradiso, precisamente in apertura del canto XXV della “cantica della luce”, lancia un segnale implicito sull'aver raggiunto una dignità creativa tale che gli consente di superare le opere di quei poeti sulla via della ricerca della verità suprema. Nondimeno la presenza di Virgilio come personaggio della Commedia e’ la prova che Dante intesse, nell’ambito essenzialmente cristiano, un dialogo costruttivo con la cultura classica. Si potrebbe dire che il “sommo poeta” ha dato una nuova vita o una “vita nuova”, se vogliamo, alla poesia epica, nuova anche per la novità della materia, mai trattata prima di lui, soprattutto per quanto riguarda il Paradiso. Infatti, nel “poema sacro”, come lo chiama, “al quale ha posto mano e cielo e terra” (Paradiso XXV 1-2), egli cerca di rappresentare i misteri fino ad allora 'intentati' dell’infinito e del divino.
Ma l’opera dell’Alighieri non è unicamente una visione grandiosa dell’aldilà. Per citare ancora una volta Erich Auerbach, si tratta di una sintesi insieme poetica e sistematica di tutta la realtà universale nella sua dimensione storica ed eterna. Egli l’ha saputa esprimere in una lingua incomparabilmente più ricca di quella dei suoi predecessori che non si è esitato a definire “un miracolo”. Una lingua in grado di rappresentare in uno stile “misto” (utilizzando cioè, a seconda della tematica e dei personaggi, tre stili ereditati dall’antichità) e tutte le sfumature della natura e della condizione umana, dalla più profonda miseria alla più alta sublimità.
Questa lingua-miracolo agisce profondamente sui sensi, a cominciare dalla vista: più che una lingua vera e propria è un “visibile parlare” (Purgatorio X 95). E così viene chiamata l’arte di Dio - i magnifici bassorilievi ammirati dal protagonista sulla cornice dei superbi - che funziona come mise en abyme dell’arte di Dante nella Commedia."
Professoressa, in che modo questo testo è vicino, parla alle persone di oggi?
"Riallacciandomi a ciò che ho detto poc'anzi , vorrei notare che la parola “pittorica” di Dante con la sua efficacia immaginativa e figurativa coinvolge fin dall’inizio il lettore di ogni tempo, anche del nostro, nella “guerra / sì del cammino e sì de la pietate” (Inferno II 4-5), e lo fa partecipare agli incontri del protagonista, prima con i dannati, poi con le anime penitenti ed, infine, con i beati. Di conseguenza, il lettore teme gli stessi pericoli di Dante personaggio, supera gli stessi ostacoli, gode delle stesse visioni mistiche, vive, insomma, la stessa esperienza oltremondana, dove molto si parla anche della vita terrena hic et nunc. E' come se guardasse uno spettacolo composto da tanti mini-atti in cui un ruolo di attore spetta anche a lui...e tutto ciò grazie all'incredibile forza di suggestione che emana la Commedia.
Attraverso i destini di persone reali, il poema ci pone, pero’, domande sempre attuali, a cui oggi o forse oggi più che mai, difficilmente sapremmo rispondere. Domande sulla presenza del bene e del male nel mondo, nella società, nell’individuo; sulla vita e sulla morte; sul dolore e sulla gioia; sulla libertà e sulla schiavitù spirituali; sulla verità e sulla menzogna. E tante altre ancora, tutte fondamentali. Sono domande vecchie come il mondo a cui l'Alighieri da’ però delle risposte, sia esplicite che implicite, attraverso i lunghi dialoghi di cui abbonda l’opera. Possiamo accettarle o meno ma fanno riflettere, sia noi che il protagonista dantesco, il quale non solo allude al Dante storico ma rappresenta l’uomo, in quanto tale, con cui ci possiamo identificare negli smarrimenti e nei momenti sublimi che viviamo. Indipendentemente dalle nostre convinzioni etiche, religiose, politiche! Questo perche’ insieme al senso letterale, così importante per Dante, il viaggio dantesco può assumere tre differenti significati di cui quello allegorico sembra più compatibile con diverse visioni della vita: così, ad esempio, la selva dei peccati può diventare la selva del male e della sofferenza tout court. Come in alcune raffigurazioni contemporanee dell’inferno tra cui quelle dell'artista polacco Grzegorz Bednarski che, ispirato dall’Inferno, ne ha creato una sua visione personale a cui manca la dimensione metafisica. Si tratta di una serie di pastelli in cui ha voluto esprimere la follia del mondo di oggi che ha perso il senso della propria esistenza. Direi che La Divina Commedia è indubbiamente un testo che lascia nei lettori di ogni epoca un segno indelebile.".
Che seguito ha oggi Dante in Polonia ed, in generale, nei paesi dell’Est. Quanto è studiato nei corsi universitari? Ci sono stati cambiamenti che hanno modificato lo studio di Dante e delle sue opere negli ultimi anni?
"Occorre dire che quasi fino alla fine del Novecento vi era in Polonia un notevole divario tra il dantismo e la dantistica ovvero tra la presenza di Dante nella cultura letteraria - piuttosto notevole - e gli studi su Dante. Sino ad allora erano stati pochi i contributi critico-letterari che avevano raggiunto un riconoscimento internazionale. Tra questi voglio ricordare quelli di Julian Klaczko e di Kalikst Morawski, che sono stati anche tradotti in francese.
Inoltre, gli scritti si concentravano per lo piu’ sulla ricezione e sulla fortuna di Dante e non tanto sull'aspetto interpretativo e critico. La situazione e' cambiata, però, negli ultimi vent’anni grazie soprattutto alle ricerche condotte presso l’Università Jagellonica di Cracovia e, da qualche anno, anche all’Università di Stettino, dove si studiano principalmente vari aspetti della critica e l'ermeneutica della Commedia. A Cracovia, inoltre, ogni due anni circa, si tiene un corso monografico dedicato alla cultura biblica e classica nel capolavoro dantesco. Mi sembra invece che a Stettino ogni anno si svolga un corso su Dante.
In quasi tutte le nostre università, gli studenti d’italianistica acquistano una conoscenza almeno basilare dell’opera di Dante nel corso regolare di letteratura italiana medievale. Inoltre, negli ultimi sei anni, l'Università di Varsavia nel 2015, l'Università di Cracovia nel 2017 nell’ambito del NEDANTEN (Northern European Dante Network) fondato dai colleghi scandinavi nel 1998, e l’Universita’ di Breslavia nel 2019 hanno organizzato dei convegni danteschi internazionali i cui Atti sono stati poi pubblicati in Italia. Un altro convegno del NEDANTEN si sarebbe dovuto svolgere lo scorso anno a Vilnius ma, purtroppo, a causa della situazione pandemica non e’ stato possibile.
Quanto alla situazione della dantistica negli altri paesi dell’Est, ho diversi contatti soprattutto con i colleghi ungheresi, che sono molto attivi e numerosi sia nel campo della ricerca che per quanto riguarda i corsi universitari. Alcuni anni fa hanno fondato la Società Dantesca Ungherese e pubblicano, regolarmente, una rivista dedicata al Sommo Poeta. Anche in Estonia ci sono almeno due colleghi impegnati in studi danteschi e nel 2013 a Tallinn si e’ svolto un convegno del NEDANTEN."
- Secondo Lei, in che modo lo scrittore e i suoi testi hanno influenzato la successiva produzione artistica e culturale in Polonia ?
"A partire dal Romanticismo in poi, come ha osservato Luigi Marinelli, polonista dell'Università di Roma “La Sapienza”, la nostra cultura letteraria sembra non potere fare a meno di Dante. Inizialmente prevalgono le tematiche morali e politiche e questo si spiega con il fatto che la Polonia di allora, spartita tra le tre potenze straniere, non ha libertà politica e Dante suscita interesse soprattutto per il suo impegno civile, politico e religioso, per il destino di 'exsul immeritus' o per il tema dell’amore puro, idealizzato: richiami, echi e citazioni dalla Commedia nelle poesie dei nostri grandi poeti romantici come Mickiewicz, Slowacki, Krasilski e Norwid rimangono in funzione di quegli argomenti.
Posso dare qualche esempio anche di un altro genere d’ispirazione: Adam Mickiewicz scrive un dramma poetico "Gli Avi ovvero La festa dei morti" dove alla base della festa in questione c’è la comunione dei vivi e dei morti. Il sistema è ternario: Il Cielo, la Chiesa trionfante e il Bene; l’Inferno, i dannati e il Male; nel mezzo, in stretta alleanza fra loro, il Purgatorio, la Chiesa sofferente e la Terra. La lotta tra il Bene e il Male è impari: il primo e’ debole anche se alla fine trionfa.
In dialogo con la Commedia e’ anche la Non-Divina Commedia di Zygmunt Krasiski dove il dramma individuale si intreccia con quello collettivo di una società degenerata. L’influsso dantesco è altrettanto forte nei lavori di alcuni artisti e scrittori della seconda metà del Novecento come nel Teatro della Morte di Tadeusz Kantor; nel racconto La cometa di Bruno Schultz che narra della discesa agli inferi; nei racconti del gulag di Aleksander Watt; e nel romanzo La Piccola Apocalisse di Taduesz Konwicki, per citare solo i più famosi.
Inoltre, la Commedia ha da sempre stimolato l’immaginazione di molti pittori. Miriadi di opere d’arte non avrebbero mai visto la luce senza l’ispirazione dantesca! In Polonia, oltre ai già menzionati pastelli di Grzegorz Bednarski, mi sembra doveroso menzionare le impressionanti xilografie di Stefan Mrosewski, alcune con allusioni all’attualità; e le grafiche di Jerzy Panek." segnala la Prof.ssa Maria Maslanka-Soro- --------------------------------------------------
*** I principali soggetti dell'interesse scientifico della Professoressa Maria Maslanka-Soro sono Dante; Petrarca (prosa latina); Boccaccio (aspetti drammatici e teatrali del Decameron); la tragedia antica, la tragedia italiana del Cinquecento e del Settecento; la tradizione classica nella letteratura italiana. Attualmente la Professoressa sta preparando l’edizione polacca del Secretum di Petrarca. Ha anche curato tre volumi tra cui recentemente «Vedi lo sol che ’n fronte ti riluce». La vista e gli altri sensi in Dante e nella ricezione artistico-letteraria delle sue opere (Aracne Editrice, 2019). Ha pubblicato, inoltre, circa 95 articoli in riviste scientifiche e in volumi miscellanei soprattutto in Italia ma anche in Polonia, Francia, Spagna, Belgio, Svezia, Finlandia, Stati Uniti, Ungheria, Estonia.
Nel corso della sua carriera universitaria ha ottenuto dal CNR polacco/ Ministero dell’Educazione e della Scienza finanziamenti per cinque progetti scientifici su Dante, Petrarca, la letteratura italiana neolatina, il teatro tragico greco.
La Professoressa Maria Maslanka-Soro e’ anche membro di prestigiose istituzioni tra cui l'Accademia Polacca delle Scienze e delle Lettere, la Società Dantesca Italiana (SDI), la Sociétè Internationale pour l’Étude du Théâtre Médiéval (SITM).
Fa inoltre parte dei Comitati Scientifici di diverse riviste tra cui “Dante e l’Arte”, “Revue des Études Dantesques”, “Rivista Internazionale di Ricerche Dantesche”.
Nel 2016 ha ottenuto l’Onorificienza di Cavaliere dell’Ordine della “Stella d’Italia” conferito dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. (22/09/2021- Letizia Guadagno- ITL/ITNET)
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