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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - SORRENTINO (INCA-SVIZZERA) FRONTALIERI ITALIANI IN SVIZZERA: "NOVITA' IN ATTO E IN DIVENIRE ' AL CENTRO INTERVISTA CON LA COORDINATRICE INCA SVIZZERA

(2024-02-14)

" L'argomento 'frontalieri' italiani in Svizzera  è attualmente "molto caldo" non solo nei Cantoni della Confederazione Elvetica dei Grigioni, del Vallese ed, in particolare, del Ticino dove lavorano, secondo l'Ufficio Federale di Statistica,
74.032 (dati 2022)  degli oltre 84.000 frontalieri italiani presenti in Svizzera, ma anche nei 20 km dell'area di confine della Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano, da cui partono quotidianamente i lavora-tori italiani. Lo afferma da Bellinzona ANGELA SORRENTINO, coordinatrice dell'INCA Svizzera, ad ITALIANNETWORK TV - chanel sulla piattaforma YouTube -di ITALIANNETWORK / Italialavorotv -  presente all'incontro on line il Coordinatore delle sedi estere del Patronato INCA CGIL Nazionale, GIUSEPPE PERI.

Al centro del dibattito nelle innumerevoli riunioni, dibattiti, Tavole Rotonde, del mondo associativo, sindacale e politico e istituzionale gli effetti dell'entrata in vigore il I° gennaio di quest'anno del nuovo Accordo Italia/Svizzera  sull'imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri. Accordo firmato - ricordiamo - nel dicembre 2020 insieme al Protocollo di modifica della Convenzione sulle doppie imposizioni e ratificato dal Consiglio Federale della Confedera-zione nel 2021 e dal Parlamento italiano nel giugno del 2023

L'accordo si applicherà solo ai lavoratori assunti dalla data di entrata in vigore della legge.
I lavoratori attualmente occupati nei 3 Cantoni e che hanno lavorato nel periodo compreso tra il 31 dicembre 2018 e la data di entrata in vigore del nuovo accordo rientreranno nel regime transitorio applicabile agli “attuali frontalieri”.
Da cui la differenza fra "vecchi" e "nuovi" frontalieri di cui l'esponente del Patronato INCA ha parlato  nel corso dell'intervista.

Per questi ultimi continua ad applicarsi l' imposizione fiscale solo in Svizzera, che  fino alla fine del 2033  verserà una compensazione  a favore dei Comuni italiani di confine pari al 40 per cento dell’imposta alla fonte prelevata. Dopo questa data, la Svizzera conserverà la totalità del gettito fiscale. 

  Nel frattempo, con la Legge di Bilancio 2024 l'Italia ha previsto per i vecchi frontalieri una nuova "tassa legata alla sanita' italiana" . Di qui l'elevato livello di preoccupazione del mondo dei frontalieri italiani in Svizzera, "perche' - spiega Angela SORRENTINO  "non sappiamo quanto sarà l'importo di questa tassa, che andrà a coprire le spese del personale medico di frontiera.
Sappiamo solo che l'importo percentuale dovrebbe variare dal 3% al 6% del salario del frontaliere.
Sappiamo  che questo importo sarà stabilito dalle Regioni, ma ancora non si capisce bene sulla base di quali parametri si attesterà.
"Fino ad oggi, però, aggiunge l'esponente dell'Associazione di Patronato all'estero, i vecchi frontalieri hanno  già pagato un ristorno, perchè in Svizzera il frontaliere paga la tassazione alla fonte calcolandola sullo stipendio, viene dedotta dal datore di lavoro e quindi pagata al governo svizzero, ma nel vecchi accordo del 1974 il 40% di questa tassa è andata  in ristorno alle regioni ed ai comuni.  La motivazione del ristorno  era proprio quella di pagare la sanità italiana dei frontalieri, anche perché i frontalieri non sono assicurati in Svizzera, ma possono beneficiare dell'esonero del pagamento della cassa malattia in Svizzera che nella Confederazione è privata. Per cui gli italiani hanno continuato ad essere assicurati in Italia, tramite le ASL.  Il  40% aveva come scopo iniziale proprio quello di coprire al comune le spese della sanità. Di qui il dato di fatto che il "vecchio" frontaliere sarebbe costretto a pagare  due volte la sanità."

Dubbi vengono, inoltre, espressi dalla Coordinatrice dell'INCA Svizzera circa le motivazioni dell'esborso per  "arrestare il flusso verso l'estero"  del personale sanitario frontaliero. Afferma Sorrentino " se consideriamo quello che è lo stipendio in Svizzera e quello che è il costo della vita in Italia molto probabilmente il fatto di dover pagare ancora una tassa in più alla sanità italiana potrebbe spingere i nostri sanitari a trasferirsi definitivamente in Svizzera, stante la differenza abissale sul fronte stipendiale in attività ed anche in stato di disoccupazione. 

Altra questione: "anche le regioni hanno un problema per quanto riguarda i vecchi frontalieri, perchè non hanno le cifre, non hanno i nominativi delle persone, i dati sui salari....  Mentre, il nuovo accordo parla di persone corrispondenti al salario e quindi la Svizzera trasferisce i dati, nel vecchio accordo si parla di cifre generiche. Con oltre  60.000  frontalieri, e un tot di reddito annuo complessivo, come si fanno ad individuare gli importi ? domanda la sindacalista.  Oltre ai tempi lunghi dell'arrivo dei ristorni : non meno di un anno e mezzo."

Terziario (commercio, servizi....) ed edilizia /artigianato sono i settori nei quali sono impegnati per lo più i frontalieri  italiani "con un impatto molto importante sull'economia svizzera, anche perchè subentrano in lavori che gli svizzeri non intendono piu' fare"  Però aggiunge: "mi preme dire,  che i frontalieri danno un grande apporto all'economia italiana" e "parliamo di somme ingenti che rientrano nel territorio italiano."

Ci sono frontalieri che decidono di trasferirsi definitivamente in Svizzera ?
Ci sono ! Ma non sono ancora una significativa  percentuale. Non escludo, pero', che tenendo conto di tutte le novità,  la tendenza potrebbe cambiare " la risposta della esponente del Patronato INCA.

Ma qual'è il livello di sindacalizzazione dei lavoratori italiani e dei frontalieri rispetto ai sindacati locali ?
"E' piu' che evidente dal grado di mobilitazione in questi mesi" fa presente Sorrentino, che sottolinea "e proprio grazie a tutti quei frontalieri che sono iscritti ai sindacati in Ticino come negli altri cantoni che si sono mobilitati su frontalierato.  I sindacati, d'altra parte, rappresentano un importante punto di riferimento per i lavoratori frontalieri che, pur lavorando in Svizzera, spesso non conoscono bene  la normativa, per cui  hanno bisogno di sindacati che li rappresentino."

Una necessità ben rappresentata dalla straordinaria mobilitazione dei sindacati locali e non solo. Anche il mondo dell'associazionismo italiano si è mobilitato in questi ultimi mesi, intorno a due proposte di legge una delle quali  concernente l'AVS - l'Assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti. ITALIANNETWORK ha chiesto alla Coordinatrice dell'INCA Svizzera di spiegare i motivi di tale mobilitazione, che coinvolge anche una parte consistente dell'Associazionismo italiano nella Confederazione elvetica.

"Il prossimo 3 Marzo ci saranno due importanti  votazioni: la prima riguarda la proposta dei sindacati e delle forze della sinistra  "Vivere meglio la pensione" che chiede di introdurre una tredicesima  AVS al pagamento delle rendite AVS. In Svizzera, a differenza dell'Italia, non esiste la tredicesima e con questa richiesta si vuol incrementare l'AVS per sostenere le pensioni che hanno perduto valore a motivo dell'inflazione.
L'altra proposta legislativa : quella dei giovani liberali "Iniziativa sulle pensioni" , chiede di mandare gli uomini in pensione a 66 anni d'età e di indicizzarla all'aspettativa di vita.
In effetti dal primo gennaio 2024 una nuova legge votata nelle elezioni di Settembre 2022 ha aumentato l'età del pensionamento delle donne : dai 64 anni del 2023 ai 65 anni.  L'incremento è stato motivato da parte della Confederazione, con la necessità di garantire fino al al 2030 le risorse dell' AVS.
" Con l'incremento dell'età pensionabile hanno 'precarizzato'  una delle due fasce del mondo del lavoro che sono già precarie, donne e anziani" afferma la coordinatrice dell'INCA Svizzera. Ora è la volta degli uomini."

Infine, Italiannetwork ha chiesto ad Angela Sorrentino in quale misura i frontalieri riescano ad essere partecipi della vita sociale della comunità italiana e dei loro strumenti di rappresentanza, come i Comites o l'associazionismo, nel rapporto con l'Italia:  "Dipende sempre dal Cantone dove la comunità risiede."

" Nei Cantoni di lingua tedesca e francese, gli italiani sono molto coesi, fors'anche per un fattore linguistico e sicuramente per una maggiore lontananza territoriale dall'Italia (6 / 7 ore). In Svizzera  vivono da molto tempo, hanno costruito  una famiglia e sono perfettamente integrati nel tessuto sociale svizzero, tant'è che le seconde e terze generazioni fanno anche politica attiva,  ma hanno anche un forte rapporto con il Paese d'origine e tendono a riunirsi in associazioni regionali o le Colonie Libere italiane e si sentono parte integrante dell'Italia sia dal punto di vista culturale che legislativo, seguendo con attenzione le vicende italiane -  ha aggiunto la coordinatrice dell'INCA Svizzera, richiamando il legislatore  italiano ad una maggiore attenzione sugli effetti e concause che l'attuazione delle leggi italiane determinano anche nella vita  delle comunità italiane all'estero. 

Per quanto riguarda il Ticino:  siamo più vicini all'Italia ed alla sua realtà quotidiana e le fasce più giovani, i figli o i nipoti, sono interessati sia a quello che succede in Italia, ma sono anche molto attivi per quanto riguarda la vita comunitaria in Svizzera.
Al centro dell'attenzione della comunità, segnala l'esponente dell'Associazione di Patronato dell'INCA Svizzera la 'vexata quaestio' della tassazione degli immobili, ovvero della prima casa di abitazione in Italia degli italiani all'estero.,  che in passato beneficiava dell'esenzione totale per i pensionati ed attualmente ha diritto ad una riduzione, solo se si percepisce, però,  una rendita in convenzione con lo stato di residenza. Ma  la pensione svizzera - sottolinea Angela Sorrentino - non è mai in convenzione internazionale, perchè  la Confederazione elvetica dà una prestazione di vecchiaia a partire da un anno di contributi versati. E ciò significa che la maggior parte dei connazio-nali residenti in Svizzera non  avrebbero diritto alla riduzione dell'IMU, oggi al 37,5%.  Sappiamo che sulla questione c'è il forte impegno anche dei nostri parlamentari eletti all'estero per cambiare una legge non uguale per tutti" , conclude Sorrentino nell'auspicio di essere presto smentita.  (14/02/2024-M.MF- ITL/ITNET)

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