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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - SAGGISTICA - "IL CIELO DI KABUL" :OVVERO " ALPISTAN" IL SOGNO DI UN ITALIANO ERNESTO ROLLANDO IN AFGHANISTAN . QUANDO LA COOPERAZIONE...

(2018-03-05)

  "Il cielo di Kabul" è la raccolta, in forma di diario, dei messaggi che Nando Rollando inviava dall'Afghanistan ai suoi amici e conoscenti. La storia inizia nel 2011, con il sogno di portare la passione per lo sci e la montagna in un paese che per decenni ha visto solo guerra. A parlarne è Fernando Rollardo in un volume che verrà illustrato il prossimo 14 marzo alla SIOI (a Roma) con la partecipazione di Franco Frattini, Presidente SIOI, del  giornalista Duilio Giammaria ed altri ospiti. Partecipa l'autore

In queste valli isolate, la neve e l’inverno non sono mai stati un elemento di piacere, ma solo fonti di ostacoli e pericoli. La filosofia è quella che Nando chiamerà la “rivoluzione culturale della neve”.

All’inizio si stabilizza nella Valle di Bamiyan: dove passava la via della seta, meta degli hippies degli anni ’70 per vedere i Buddha giganti, distrutti dai Talebani nel 2011. È la catena montuosa dell’Hindu Kush, che si protrae dall’Himalaya dentro l’Asia Centrale.

Le condizioni per lo sci-alpinismo sono ottime, ed i ragazzini che lo vedono passare accanto ai loro villaggi scoprono una nuova passione ed iniziano a imitarlo con pezzi di legno.

Nel 2012 fonda l’ONG Alpistan, che si pone come obiettivo di insegnare lo sci ai giovani afghani, sviluppare il primo turismo invernale del paese e mettere in sicurezza le montagne contro le valanghe. Le morti per valanghe ogni anno sono tantissime, se ne registrano oltre 300 ma sono sicuramente di più, e colpiscono chi va a piedi, in macchina o perfino spazzano via villaggi interi. Nel 2013 l’ONU finanzia i primi corsi per i soccorritori e per la prevenzione e questo progetto diventa la priorità di Alpistan.

È un'idea non conformista, quella di Nando, anche rispetto ai contenuti tradizionali della cooperazione internazionale e italiana. Compaiono articoli su quest’avventura sui giornali internazionali, dal Time a Al-Jazeera. Al ministero degli Esteri Franco Frattini sposa la sua idea e la incoraggia. Rollando fa la spola tra Afghanistan ed Italia, coinvolgendo la Protezione Civile di Trento, che fornirà assistenza tecnica e formerà alcuni soccorritori afghani.

Il libro è denso di avvenimenti teneri e tragici. Le avventure in zone estremamente remote e la vita difficile a Kabul. Aneddoti sulla comunità “expat” in Afghanistan, dove è famosa la sua abilità in cucina, il suo rapimento ad opera dei Talebani, la sua religiosità, ed i progressi di Alpistan, fino allo sfortunato epilogo. Nando Rollando è scomparso durante un'ascensione nel Monte Bianco nel luglio del 2014, con il suo giovane cliente Jassim.

Con la scomparsa di Nando l’organizzazione smette di operare, ma alcuni risultati ci sono stati ed hanno catalizzato un processo che prosegue. Il miglior allievo di Nando in sci, Ali Shah, ha continuato ad allenarsi e a credere in quel sogno. Insieme al suo amico Sajjad hanno sfiorato la selezione per le Olimpiadi invernali Korea 2018, dove sono stati invitati come ospiti d’onore.

Tonino Bettanini, all'epoca consigliere ministeriale al Maeci, ha raccolto e cucito la mail con l'aiuto dei familiari di Nando e dell’amico Maurizio Garofalo. Le ha trasformate in un diario e scritto una postfazione in cui situa l'avventura di Nando dentro l'orizzonte di una presenza italiana quasi centenaria in Afghanistan e include figure importanti: dai Padri Barnabiti all'etnologo Tucci, dall'Ambasciatore Quaroni fino all'impegno collettivo e corale dei nostri cooperanti e dei nostri soldati di pace.

Ernesto Rollando, il figlio di Nando, ha mantenuto i rapporti con il paese ed ora sta rilanciando Alpistan. La guerra in Afghanistan, iniziata nel 2001, è stato il più lungo intervento militare degli Stati Uniti dopo il Vietnam, con una coalizione internazionale che ha raggiunto i 120.000 soldati. Oggi se ne contano circa 13.000, e con quelli sono stati tagliati anche i fondi per lo sviluppo. Ma le difficoltà sulle montagne Afghane non sono risolte, ed il bisogno del supporto di organizzazioni come Alpistan rimane alto.

Il Cielo di Kabul è una guida introduttiva alle soluzioni visionarie per un Afghanistan prospero e pacifico, perché come disse un giorno Nando, “quando scopriranno la bellezza dello sci e si avvierà l’economia del turismo non potranno più permettersi il lusso della guerra”. (05/03/2018-ITL/ITNET)

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