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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - PENSIONI - IL PUNTO SULLE IPOTESI DI FUTURO CON FULVIA COLOMBINI DEL COLLEGIO DI PRESIDENZA DELL'INCA CGIL E RESPONSABILE PREVIDENZA

(2018-11-05)

  Sicurezza Sociale: un settore delle politiche pubbliche in veloce mutamento in Italia, ben più che in altri Paesi d'Europa. In particolare, l'ambito della previdenza, da qualche decennio a questa parte,  registra un dinamismo tale che ha finito per esasperare pensionati, pensionandi e lavoratori messi di fronte a condizioni di perenne incertezza sul quando e sul come potranno arrivare alla fine della loro carriera lavorativa.  A ciò si aggiunga la pressione quotidiana - del rincorrersi di dichiarazioni e informazioni, che finiscono con il rendere l'orizzonte del proprio futuro scarsamente comprensibile, anche a chi vive all'estero ed è comunque agganciato, o comunque lo è stato in passato, al sistema previdenziale italiano. 

Il testo della Legge di Bilancio, inviato alle Camere, dopo la "bollinatura" del Quirinale, ed il cui esame parlamentare iniziera'  in Commissione Bilancio il 6 novembre, in realta'  non offre chiarimenti sul fronte normativo previdenziale ma solo in relazione ai Fondi previsti . Per cui, come preannunciato, il dibattito sull'argomento proseguirà.  Di qui la necessita' di fornire un quadro dello statu quo dell'attuale dibattito in materia.  Lo abbiamo fatto nel corso di un colloquio con la responsabile della Previdenza del Collegio di Presidenza del Patronato INCA CGIL, Fulvia Colombini.

COLOMBINI: "A proposito di pensionati, pensionandi, e coloro che ancora lavorano, direi che indubbiamente le modifiche alla legge  Fornero, che sono state chieste anche negli anni precedenti dai sindacati, CGIL, CISL E UIL con le proprie piattaforme, sono argomenti di grande attualità e di grande interesse per le persone, che si sono viste allungare i tempi di lavoro, o di permanenza sul posto di lavoro di parecchi anni.

In questo senso, il governo Lega-Cinque stelle, assolvendo ad una serie di promesse fatte durante la campagna elettorale, sta varando una legge di bilancio nella quale promette alcune cose, superando, pero', il vincolo economico previsto dalla legge di bilancio  con un aumento del debito, anche se l'aumento del debito ad oggi è stabilito nella misura del  2,4% rispetto al PIL. Quindi le risorse da destinare sia alla previdenza, sia al reddito di cittadinanza sono comunque risorse limitate:  circa 7 miliardi per le pensioni e all'incirca 9 miliardi per il reddito di cittadinanza, comprensivo anche della riformulazione e rafforzamento dei centri per l'impiego.

D.- Parliamo in questo caso della spesa previdenziale, di circa 7 miliardi, come dovrebbe essere divisa ? Anche se è stato precisato che il testo sara'  definito in una apposita legge, che secondo quanto riferito negli ultimi giorni sarà predisposta entro  gennaio 2019...

COLOMBINI : " Per quel che ad oggi se ne sa: una grossa percentuale di questi 7 miliardi dovrebbe andare alla famosa quota 100, che è la misura più importante di modifica della legge Fornero. Spieghiamo, innanzitutto, che si chiama così perché è un mix tra età e contributi:  bisogna avere 62 anni minimo di età e 38 anni minimo di contributi, la somma fa appunto quota 100.  Le persone in possesso di questi requisiti potranno andare in pensione tecnicamente con quella che si chiama una pensione anticipata, che però ha due limiti: età e contributi.
Oggi invece si raggiunge la pensione indipendentemente dai limiti di età per le donne con 41 anni e 10 mesi, per gli uomini con 42 anni e 10 mesi.
La quota 100 quindi si affianca a queste due modalità con una terza possibilità per andare in pensione anticipata con quota 100. Ricordo: avendo compiuto 62 anni e avere maturato 38 anni di contributi. Quindi potranno andare in pensione con 38 anni di contributi anche coloro che hanno già 63 anni, 64, 65 e 66. perché quando si arriva a 67 si va comunque in pensione di vecchiaia.
Le risorse per quota 100  potrebbero essere sufficienti però per  300-350.000 pensioni, altrimenti bisognerà alzare ancora il deficit per includere altre pensioni anticipate, per cui sembra che i 38 anni non si potranno raggiungere cumulando determinati contributi. Oggi non sappiamo esattamente quali contributi, però probabilmente non si potrà cumulare, contributi del lavoro pubblico con il lavoro privato. I contributi che ho riscattato, come la laurea piuttosto, ad esempio.
Quindi dovremo vedere nei 38 anni di contributi che cosa io potrò inserire per dire che sono arrivata a quota 100.

Per coloro che andranno in pensione con questa modalità è previsto il divieto di lavoro, mentre oggi nel nostro paese è possibile dopo essere andati in pensione svolgere anche un lavoro di qualsiasi tipo.
Nel caso della pensione anticipata non sappiamo se il divieto di lavorare sarebbe in via definitiva o più probabilmente durerebbe fino al momento in cui si raggiungessero i requisiti ordinari per andare in pensione. Quindi, se io sono riuscita ad uscire quattro anni prima dei requisiti ordinari, per quel periodo non posso lavorare. Dopo decadrebbe il divieto.

Si prevede anche un'altra novità: mentre oggi coloro che vanno in pensione anticipata e coloro che vanno in pensione di
vecchiaia possono andare il primo del mese successivo alla domanda, essendo state abolite le famose finestre che esistevano prima della legge Fornero, attualmente sembra che il governo voglia introdurre quattro finestre. Una ogni tre mesi. La prima partirebbe ad Aprile 2019, e l'ultima del primo scaglione a Gennaio del 2020, permettendo così di scaglionare la spesa. Se, infatti, compio gli anni, i famosi 62 anni, a Gennaio, posso andare in pensione solo nel primo scaglione del primo di Aprile. E'  chiaro che così  il governo, per i primi tre mesi dell'anno realizza un risparmio rispetto alla spesa che ha.
  Questa è la quota 100 che ha risvegliato un grosso dibattito nel paese.

Per il sindacato, per la Cgil, sicuramente la possibilità di andare in pensione prima è positiva per le persone, preoccupa, pero', che tutto questo venga fatto attraverso un aumento del deficit, perché se con l'aumento del deficit, lo Spread e i
conseguenti tassi di inflazione dovessero salire, questo potrebbe portare ad erodere il potere di acquisto di stipendi e pensioni. Quindi è da tenere in considerazione non solo la norma in sè ma tutti gli aspetti collaterali."

D. E veniamo ad "opzione donna". Verrà riproposta ?.

COLOMBINI:  "Come sappiamo "opzione donna"  al momento è la possibilità per le donne di andare in pensione anticipatamente,anche rispetto alla quota 100.
Opzione donna era già in vigore prima della legge Fornero. E'  stata confermata anche negli anni successivi. E' stata sostanzialmente sospesa negli ultimi due anni perché erano rientrate in altre misure: l'APE sociale, la pensione anticipata per lavoratori precoci. Per cui i governi Gentiloni e Renzi nelle ultime due annualità avevano sospeso 'opzione donna'.
Ora sembrerebbe si voglia ripristinarla e quindi dovrebbe essere consentito l'accesso dal primo Gennaio del 2019 alle lavoratrici dipendenti che hanno raggiunto i 58 anni, o i 59 anni se autonome.
Quindi, rispetto a quota 100 c'è un altro anticipo di età: le donne devono avere maturato 35 anni di contributi più la speranza di vita.
"Quota donna"  nasconde però una penalizzazione. "Opzione donna si chiama  così  perché la lavoratrice  che la chiede anche se ha diritto al calcolo retributivo o al calcolo misto,  avrà una pensione calcolata solo sul contributivo. Per cui  si
acquisisce la pensione qualche anno prima, però prende meno, e la penalizzazione si può aggirare, a seconda della pensione più o meno alta, dal 20 al 30% in meno dell'importo che avrebbe avuto se non avesse richiesto "Opzione donna".. Quindi, anche in questo caso,  bisogna essere messe a conoscenza dei pro e dei contro che comporta".

Domanda: si affaccia l'ipotesi di un blocco della rivalutazione delle pensioni...le pensioni d'oro...

COLOMBINI:  E' un capitolo poco chiaro, anche se all'insegna del taglio alle pensioni d'oro. Un "cavallo di battaglia del  movimento  Cinque Stelle che identifica le pensioni d'oro nelle pensioni che danno un importo netto mensile superiore e 4.500 euro. Pensioni importanti, di una entità consistente che dovrebbe permettere di ricavare fondi a favore della pensione di cittadinanza. Però il disegno di legge già preparato dal governo è stato ritirato perché, a detta di tutti, aveva in sè una forte dose di incostituzionalità, in quanto retroattiva. Il principio solidaristico in sè non è eccepibile, ma quello che preoccupa oggi è che il governo voglia agire sulla perequazione delle pensioni, quindi su quel meccanismo che di anno in anno rivaluta le pensioni per mantenerle in linea con il potere d'acquisto.  Questo meccanismo, d'altra parte, nel 2019 dovrebbe essere ripristinato, come pattuito con il governo Letta, ed  in modo più favorevole rispetto a quello tuttora in atto che premia sostanzialmente le pensioni fino a sei volte il minimo, il che equivale a circa 3000 euro lordi mensili. Oltre questo importo la rivalutazione possiamo dire, infatti,  che è sostanzialmente inesistente.

Dal 2019, invece, si dovrebbe cominciare a ragionare di scaglioni, cioè un minimo tu ce l'hai lo stesso,  ma da una certa quota in avanti non hai più nulla. Però non sei bloccato proprio a zero. Il governo sta pensando invece di bloccare completamente la rivalutazione per gli assegni che potrebbero essere anche inferiori a i 3000 euro lordi. Quindi si tratterebbe di assegni di 2.500 euro lordi, vuol dire pensioni da 1.500 a 1.600 euro al mese. Ciò significa che una platea molto ampia di pensionati farebbe solidarietà a favore della pensione di cittadinanza.
Ma ciò detto non parliamo più di solidarietà per chi ha un importo molto elevato, parliamo di solidarietà generalizzata, che la Corte Costituzionale aveva detto che era possibile porre in essere temporaneamente nei periodi di maggiore criticità economica dello Stato.  Sostanzialmente non siamo oggi in un periodo così critico. Piuttosto, lo potremmo essere nel momento in cui lo spread continuasse a salire e si perdesse il controllo dello spread. Ma mi sembra il cane che si morde la coda. F,are delle misure che fanno salire lo spread per imporre una solidarietà sostanzialmente generalizzata.... Bisognerebbe rivedere tutto questo meccanismo."

Domanda: Approfondendo il discorso sulla "pensione di dignità" ?

COLOMBINI: "La maggioranza delle risorse per il welfare nella legge di bilancio dovrebbe andare a favore del reddito e della pensione di cittadinanza. Il  reddito per coloro che sono in età attiva, la pensione per coloro che sono già pensionati.

Si considera povero colui, quella famiglia, che ha un reddito inferiore a 780 euro mensili. Il reddito di cittadinanza viene parificato a questa cifra.

Parliamo dei pensionati: oggi abbiamo due tipi di pensionati: i poveri che ricevono l'assegno sociale che tecnicamente è una pensione, ma non ha alla base il versamento di contributi. E' assistenziale ! Dopodichè ci sono coloro che, pur avendo lavorato,  hanno una base contributiva povera, hanno quindi maturato una pensione molto bassa, questa pensione attualmente, si dice,  che verrà integrata al minimo  Più o meno oggi si tratta di 450 - 505 euro. Entrambe dovrebbero ricevere un contributo per arrivare a  780 euro mensili, attraverso la modalità della card, è stato preannunciato, da utilizzare nei vari negozi, per spendere o acquistare beni, servizi o altro, e così via.
Tuttavia, è stato anche detto che la platea dei beneficiari sarà determinata sulla base del possesso di una casa da parte della persona o della famiglia. In questo  caso si dovrebbe considerare la casa di abitazione pari a 400 euro mensili perché colui che non la possiede mediamente deve pagare un affitto mensile che si considera intorno ai 400 euro.  Di qui la detrazione di  400 euro.
Ciò detto, occorre considerare che in Italia circa il 75% della popolazione e delle famiglie è proprietaria della prima casa, ed alla stessa percentuale rispondono  i pensionati. Per cui, se si ha una pensione di 500 euro e si è proprietario dell'abitazione va da sé che il reddito di cittadinanza non arriverà, essendo escluso dalla platea. In realtà, però, al di là delle ipotesi avanzate da questi o da quelli, non esiste ancora un testo scritto. La legge di Bilancio - come gia' detto - prevede solo i fondi da impegnare".(05/11/2018 - M.F.-ITL/ITNET)

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