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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - TUNISIA - IN ARRIVO A TUNISI "CLASSIC RELOADED. MEDITERRANEA" AMBASCIATRICE DI DIALOGO TRA I POPOLI E STRUMENTO DI DIPLOMAZIA CULTURALE.

(2018-11-05)

  CLASSIC RELOADED MEDITERRANEA è La collezione MAXXI ambasciatrice di dialogo tra i popoli e strumento di diplomazia culturale, perché anche attraverso l’arte si possono gettare dei ponti, contro ogni chiusura e nazionalismo.  la mostra a cura di Bartolomeo Pietromarchi, che reduce da Beirut, è in arrivo al Museo del Bardo di Tunisi.

Il progetto fa parte del programma culturale che il MAECI realizza nel 2018 nei Paesi dell’area del Medio Oriente e del Nord Africa, Italia, Culture, Mediterraneo.

CLASSIC RELOADED propone la rilettura e rivitalizzazione di un patrimonio identitario comune, una base culturale e artistica dalla quale è possibile ripartire per riprendere un dialogo, per facilitare quella comprensione tra i popoli oggi più che mai necessaria, vero antidoto a ogni fondamentalismo.

La mostra vuole rappresentare, attraverso 20 opere di 13 artisti italiani dalla collezione del MAXXI in relazione agli spazi e alle opere  del Bardo, la cultura del “mare che sta tra le terre”, quella  autonomia culturale ma nello stesso tempo apertura all’altro, coesistenza tra popoli, rapporto tra locale e globale, che da sempre caratterizza le nazioni del Mediterraneo.

Le opere dialogheranno,  a Tunisi, con le architetture e le decorazioni ornamentali del Petit Palais, al Museo Bardo. Ecco allora che diventa chiara la citazione della tradizione bizantina del fondo oro di Senza Titolo di Gino De Dominicis, o il riferimento ironico alla mitologia romana di Lapsus Lupus di Luigi Ontani.

    L’installazione di Remo Salvadori La stanza dei verticali, con il sensuale utilizzo del rame e il riferimento ai concetti fondamentali della geometria, ci riporta all’architettura classica, mentre nelle sculture di Bruna Esposito, in marmo policromo e scope di bambù, si mescolano dimensione domestica e architettonica.

Con i suoi scatti Mimmo Jodice rilegge e fa riprendere vita a sculture, dipinti e mosaici di epoca classica, mentre Flavio Favelli con il collage di tappeti di diversa provenienza che compone Fiori Persiani, riproduce quella cultura di dialogo e d’incontro parte dell’identità mediterranea.

E ancora le ceramiche di Salvatore Arancio ci riportano a tradizioni popolari autoctone con richiami arcaici e mitologici, le opere di Sabrina Mezzaqui si riferiscono a una cultura millenaria di altissima qualità artigianale, la pratica del ricamo e del ritaglio, che dialoga perfettamente con le decorazioni moresche. A un’estetica aniconica e ornamentale di matrice arabo-musulmana si rifà Icosaedro di Pietro Ruffo, mentre le composizioni di Luca Trevisani s’interrogano sulla presenza e sull’assenza, la fragilità e l’equilibrio, binomi sui quali si fonda la scultura classica.

A concludere il percorso un’opera di Liliana Moro: il suono del canto di un uccello fischiato dall’artista stessa, che fa da contraltare ai motivi ornamentali delle sale; accanto a questa due lavori che ci riportano al culto dei morti, alle sepolture, agli ipogei: Mother, il fachiro sottoterra di Maurizio Cattelan e Porta addormita di Enzo Cucchi, un quadro scultura con grappoli di teschi, opere capaci di catturare la nostra attenzione e condurci oltre la soglia. (05/11/2018-ITL/ITNET)

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