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GIOVANI ITALIANI IN ITALIA, ALL'ESTERO IN EUROPA - AUDIZIONE COMMISSIONE OCCUPAZIONE (EUROPARL) SULLE "IDEE IN ARRIVO" DA TERZA CONFERENZA EYE 2018

(2018-11-08)

Prossima audizione in Commissione per l'occupazione e gli affari sociali  (EMPL) dei giovani partecipanti alla terza edizione di EYE2018 - la piattaforma di dialogo tra giovani e decisori europei

9.000 giovani tra i 16 ed i 30 anni hanno partecipato alla manifestazione europeo per la gioventù (EYE2018) presso il Parlamento europeo a Strasburgo nel giugno scorso. Le proposte più interessanti della manifestazione sono state raccolte in un rapporto EYE2018 "Speak up Europe! 100 idee per un futuro migliore" e saranno ora presentate in sette commissioni parlamentari.
I membri della Commissione EMPL avranno, il prossimo 20 novembre,  la possibilità di scambiare opinioni con gli ex partecipanti EYE2018. Il formato delle audizioni sarà un "Idee Arrivo": in un'udienza di 90 minuti, tre partecipanti svolgono il ruolo di "donatori idea", pitching ogni due idee, e gli eurodeputati sono "cacciatori di idea" che danno feedback spontanei sulle idee.

Sei le proposte innovative da presentare sulle competenze necessarie per nuovi posti di lavoro e l'ingresso  nel mercato del lavoro. Le audizioni forniranno una visione chiara delle preoccupazioni, sogni e aspettative dei giovani, soprattutto in vista delle prossime elezioni europee.

È possibile seguire in diretta l'udienza sulla pagina EYE Facebook e partecipare al dibattito sui social media usando l'hashtag # EYE2018.

Il Rapporto Eye 2018 sottolinea nella sezione LAVORO E DISOCCUPAZIONE come le  conseguenze della crisi finanziaria del 2008 abbiano colpito determinati gruppi di persone, tra cui i giovani, più duramente di altre fasce della popolazione.
Anche se negli ultimi anni si è registrato un miglioramento, i dati sull'occupazione stanno appena raggiungendo i livelli pre-crisi e nel primo trimestre del 2013 la disoccupazione giovanile era arrivata addirittura al 23,9 %. I tassi di disoccupazione variano da un paese all'altro, oscillando dal 6 % della Germania al 42 % della Grecia, e dimostrano chiaramente che i giovani dell'Europa meridionale e orientale devono superare ostacoli più ardui per accedere al mercato del lavoro. Inoltre, la percentuale dei NEET, ossia di coloro che non studiano né lavorano, è in aumento: secondo Eurostat, nel 2017 i giovani di età compresa fra i 20 e i 34 anni che non studiavano, non frequentavano corsi di formazione e non lavoravano erano quasi 17 milioni, ossia poco meno di un quinto (18,3 %) della popolazione di quell'età.
. Inoltre, la distinzione tra chi è considerato occupato o disoccupato di solito non comprende coloro che, pur lavorando, sono sottoccupati, lavorano illegalmente o sono sottopagati. Il lavoro precario è in aumento, accentuato dalla cosiddetta "gig economy", che offre un'occupazione temporanea; il concetto di flessicurezza (flessibilità e sicurezza) non ha ancora dato prova della sua efficacia; benché il numero dei giovani occupati sia in crescita, essi rimangono in condizioni di povertà (secondo Eurostat la povertà colpisce un giovane europeo su tre)

. Le nuove forme di lavoro esigono flessibilità, che troppo spesso rappresenta una scelta forzata anziché una libera opzione; ne scaturiscono nuovi preoccupanti fenomeni come quello dei "SINKies" (Single Income, No Kids, ossia un unico reddito e nessun figlio), termine che designa le giovani coppie di lavoratori i cui stipendi sommati equivalgono a malapena a un unico reddito "decoroso". Tutto questo incide sulla possibilità, per i giovani, di accedere a determinate categorie di diritti sociali, come l'alloggio, il lavoro e l'istruzione.

Per contrastare tali tendenze, l'UE ha introdotto misure come la Garanzia per i giovani  e l'Iniziativa per l'occupazione
giovanile
. Benché tali misure siano considerate un deciso tentativo di affrontare la crisi dell'occupazione giovanile, secondo la Caritas (2018) le risposte europee si caratterizzano, in una certa misura, per un approccio rigidamente diretto all'occupazione e all'occupabilità e sembrano mirare alla quantità piuttosto che alla qualità dell'offerta
Inoltre, esse non riescono sempre a raggiungere i gruppi gravemente emarginati né a offrire misure di protezione. I tirocini non retribuiti costituiscono un classico esempio di tali problemi. Secondo la Caritas, "ora che la ripresa economica sembra rafforzarsi, è giunto il momento di correggere questa tendenza garantendo la qualità  dell'occupazione e degli apprendistati". In effetti una delle richieste avanzate più spesso dai giovani riguarda l'equità delle condizioni di lavoro, a partire dalle aspettative salariali. (08/11/2018-ITL/ITNET)

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