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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - WEKEEND ITALIA - ARTI MINORI ? UNA MOSTRA A RAVENNA DIMOSTRA COME L'ECCELLENZA ARTISTICA IGNORANDO I CONFINI ABBIANO CONFERITO ALLE OPERE VALORE UNIVERSALE PER STILE E SAPIENZA ARTISTICA

(2019-01-25)

  Perché mai un raffinato pezzo unico di gioielleria, di ceramica, cristallo viene ritenuto artigianato e non arte? Appellativo riservato invece a scultura e pittura? L’interrogativo sottende all’esposizione, per molti versi straordinaria, che il Museo Nazionale nel complesso di San Vitale, a Ravenna, propone dal 16 febbraio al 26 maggio, con la direzione scientifica di Emanuela Fiori.  La mostra è  a cura di Ornella Casazza e Emanuela Fiori, con Laura Felici e Anna Maria Di Pede

In mostra, l’esercizio delle arti “maggiori”, scultura e pittura, è affiancato alle produzioni di oreficeria, in vetro e resina o in ceramica. La mostra propone infatti una selezione di artisti della contemporaneità che, ignorando il confine tra arti maggiori e arti minori, hanno conferito alle loro opere un valore universale per stile e sapienza tecnica.

“L’amicizia delle arti, che oggi viene interpretata come una successione di creatività che non conosce cesure – affermano le curatrici -, permette di constatare come molti tra i massimi artisti di oggi sappiano muoversi con agilità tra la dimensione monumentale e il piccolo formato colloquiando con marmi purissimi, bronzi arricchiti di suggestive patine, legni intagliati, ceramiche lustrate, sete vellutate, pigmenti evocativi, ori e coloratissime pietre”.

Non vi sono materie che si possono considerare più adatte di altre a produrre risultati artistici, come non vi sono materie a priori inadatte a produrli: ogni materiale vale soltanto in quanto è stato prescelto dall’artista che lo fa vivere e lo esalta con le sue mani. Talvolta, l’apparente spontaneità e l’immediatezza del risultato creativo, che presuppone una matura esperienza, possono generalmente essere considerate come prodotto di una eccellente bravura e perfino di raffinato virtuosismo. Il processo artistico, benché sempre legato alla tecnica, non è mai riducibile a qualcosa di appreso o ripetuto meccanicamente, ma impegna tutto l’essere dell’autore e non solo le facoltà intellettive ed esecutive.

L’opera può sostituire sapientemente il valore della materia preziosa imitandone anche gli aspetti esterni: per esempio la ceramica può prendere il posto e, in parte ripetere, l’effetto visivo dell’oro o dell’argento, il marmo può raggiungere morbidezze eburnee, le tessiture seriche uguagliare gli effetti pittorici, i legni rivivere nel loro colore morbido e naturale. Altre volte, invece, il procedimento artistico può svilupparsi allontanandosi progressivamente dall’elaborazione della materia e tende a porsi come operazione mentale, concretizzata con un ‘disegno’ inteso come processo o metodo di ideazione.
Già in passato il desiderio di dimostrare che assoluti valori di arte possano essere raggiunti attraverso i processi tecnici più semplici e tradizionali, talvolta addirittura arcaici, ha sollecitato vari artisti moderni – tra cui Picasso e Matisse – a produrre ceramiche, arazzi, stoffe e gioielli.

Molti degli autori selezionati per la mostra, particolarmente versatili, propongono la loro ricerca artistica in materiali diversi. Le loro opere sono allestite per assonanze visive e materiche in un percorso che si intreccia strettamente con le architetture del Museo Nazionale, ospitato nell’ex Monastero Benedettino di San Vitale.

La presenza prevalente di oggetti di provenienza collezionistica classense nelle collezioni permanenti del Museo Nazionale consente un continuo rimando tra le cosiddette ’arti minori’ dei secoli che vanno dal XIII al XVIII e la contemporaneità.
Riproponendo così un confronto antico-contemporaneo di enorme fascino.

Sono riunite più di cento opere di Igor Mitoraj, Mimmo Paladino, Paolo Staccioli, Cordelia von den Steinen, Ivan Theimer, Paolo Marcolongo, Stefano Alinari, Jean-Michel Folon, Giacomo Manzù, Giuliano Vangi, Mario Ceroli, Paola Staccioli, Luigi Ontani, Gigi Guadagnucci, Giovanni Corvaja, Daniela Banci, Marzia Banci, Orlando Orlandini, Angela De Nozza, Ornella Aprosio, Angela Caputi, Tristano di Robilant, Sauro Cavallini, Sophia Vari, Kan Yasuda, Pietro Cascella, Fernando Cucci, Pasquale (Ninì) Santoro

“Il mestiere delle arti. Seduzione e bellezza nella contemporaneità”, questo il titolo della rassegna, è promossa e organizzata dal Polo Museale dell’Emilia Romagna, diretto dal dottor Mario Scalini, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e la collaborazione di Ravenna Antica. L’esposizione è curata da Ornella Casazza e Emanuela Fiori, con Laura Felici e Anna Maria Di Pede, che nel comitato scientifico sono affiancate dallo stesso dottor Scalini, da Claudio Spadoni e Fabio De Chirico..
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l Museo Nazionale di Ravenna, con le sue notevoli e variegate collezioni, ha sede nell'ex monastero benedettino di San Vitale. Intorno alla famosa basilica ottagonale di età giustinianea (VI secolo d.C.) sorse nel Medioevo un monastero, rinnovato e ampliato più volte, in particolare tra XVI e XVII secolo; prima della prima guerra mondiale una parte dell'edificio fu destinata a museo. La notevole atmosfera dei due chiostri rinascimentali e degli spazi abbaziali, accessibili attraverso lo scalone settecentesco, conferisce particolare piacevolezza al percorso museale.
Il nucleo originario delle raccolte del Museo Nazionale di Ravenna deriva dal collezionismo antico, intrapreso dai monaci delle abbazie più importanti della città, in particolare dagli eruditi abati camaldolesi dal monastero di Classe. La confisca dei beni ecclesiastici in epoca napoleonica trasferì la proprietà dei manufatti alla città di Ravenna e venne istituito il primo museo pubblico, che divenne Nazionale alla fine del XIX secolo. Il patrimonio originale è andato via via arricchendosi grazie a donazioni private e materiali scultorei provenienti da scavi.
Il carattere originale del Museo è legato all'identità della città e dei suoi monumenti tardo-antichi, come si può vedere soprattutto nel lapidario, dove i reperti più prestigiosi includono capitelli in marmo orientale di V e VI secolo. I più noti sono quelli dei monumenti paleocristiani e bizantini (patrimonio dell'umanità UNESCO), che comprendono le transenne e la croce di San Vitale e la sinopia preparatoria del mosaico di Sant'Apollinare in Classe.
Le Arti Applicate, dai tessuti agli avori, rappresentano una gran parte delle collezioni del museo. La collezione degli Avori è la sezione più famosa, con prestigiosi manufatti eburnei che vanno dall’arte bizantina al XIX secolo. Un’ampia sezione del Museo, recentemente riallestita, è dedicata alle icone, databili tra il tardo ‘300 e il ‘700. Alcune provengono direttamente dal mondo slavo, altre traducono in un nuovo stile iconografie di stretta osservanza ortodossa, mentre la maggior parte è legata alla scuola sorta nell’isola di Creta, che dal 1204 fu dominata da Venezia. L'arte rinascimentale è ben rappresentata nella sezione dei bronzetti e nella collezione di armi e armature.(25/01/2019-ITL/ITNET)

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