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SINDACATI ITALIANI NEL MONDO - PRIMA GIORNATA MEMORIA SINDACALISTI UCCISI DALLA MAFIA - INIZIATIVA IN SICILIA A PALERMO

(2019-04-30)

"Oggi 30 aprile – 37° anniversario dell’uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo – si svolge la prima delle Giornate della memoria dedicate ai sindacalisti uccisi dalla mafia. È un’iniziativa della Cgil, che ha deciso nel corso del suo ultimo congresso di istituzionalizzare questa data e di celebrarla ogni anno. L’appuntamento è alle 16 presso la sede della Cgil Sicilia (Palermo, via Bernabei 22). In programma gli interventi di Dino Paternostro, Michele Pagliaro, Enzo Campo, Leoluca Orlando, Emanuele Macaluso e della vicesegretaria generale della Cgil nazionale Gianna Fracassi." annuncia Ilaria Romeo, responsabile Archivio storico Cgil nazionale

“Vogliamo rimarcare la nostra identità che è un’identità antimafiosa, fortemente incentrata sul valore della democrazia e delle libertà che una società democratica deve garantire”, afferma Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia. “L’iniziativa porta a compimento il lavoro svolto in questi anni per tenere alto il ricordo di tutti i dirigenti sindacali caduti nella lotta contro la mafia degli agrari – gli fa eco Enzo Campo, segretario generale della Cgil di Palermo –. Per noi la rivolta contro la mafia, alla quale ha partecipato un movimento di migliaia di lavoratori, con le donne in prima fila, ha trovato il suo punto di forza in quegli anni con le lotte contadine. Tornare a parlare di questo passato è fondamentale per far conoscere le conquiste fatte dal movimento dei lavoratori in termini di libertà, diritti, giustizia. I sindacalisti uccisi sono stati partigiani e costruttori di democrazia e di libertà nel nostro Paese”.

Nel secondo dopoguerra siciliano, fra il 1944 e il 1948, i sindacalisti che cadono sotto i colpi della criminalità organizzata sono più di 40. Il 2 marzo del 1948 è ucciso in contrada Raffo, a Petralia Soprana (Palermo), il capolega della Federterra Epifanio Li Puma, mezzadro e socialista. Il 1° aprile viene assassinato a Camporeale, al confine tra le province di Trapani e Palermo, il segretario della Camera del lavoro Calogero Cangelosi, anch’egli socialista.

Al centro, nel tempo e nello spazio fra questi due delitti si colloca, il 10 marzo, l’assassinio di Placido Rizzotto, partigiano, socialista, segretario della Camera del lavoro di Corleone e dirigente delle lotte contadine. Sarà l’allora giovane capitano dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa a indagare sul delitto Rizzotto: il lavoro dell’ufficiale, destinato a divenire un nome celebre nel corso dei decenni successivi, porterà all’incriminazione di Luciano Liggio, Pasquale Criscione e Vincenzo Collura, che tuttavia, alla fine del 1952, verranno assolti per insufficienza di prove.

Gli atti terroristici contro il movimento contadino e i suoi dirigenti cominciano con l’uccisione di Andrea Raia il 5 agosto 1944, cui fa seguito – poco più di un mese dopo, il 16 settembre – l’attentato a Girolamo Li Causi, segretario regionale del Pci, durante un comizio a Villalba, feudo di don Calò Vizzini. “Fu quello il mio primo bagno nella mafia del feudo, la mafia che aveva le terre in affitto”, ricorderà anni dopo Emanuele Macaluso, quel giorno presente a Villalba.

Gli assalti alle Camere del lavoro della Cgil ancora unitaria, le intimidazioni e i pestaggi dei suoi dirigenti, i primi omicidi proseguiranno negli anni seguenti. Il 21 dicembre 1946 Nicolò Azoti viene assassinato. “Come ogni sera tornava dalla Camera del lavoro – racconterà anni dopo la figlia –, sentii le urla straziate di mia madre”. Il 4 gennaio 1947, a Sciacca, provincia di Agrigento, la mafia uccide davanti alla porta della sua abitazione Accursio Miraglia, segretario della locale Camera del lavoro e dirigente comunista. Il 13 febbraio 1947 a Villabate (Palermo) muore Nunzio Sansone, militante comunista impegnato nella lotta per la riforma agraria, fondatore e segretario della locale Camera del lavoro. Lo stesso giorno a Partinico, sempre in provincia di Palermo, viene ucciso Leonardo Salvia, anch’egli in prima fila nelle lotte per la distribuzione delle terre. Un tributo di sangue che continua anche negli anni successivi, con l’uccisione, tra gli altri, di Salvatore Carnevale il 16 maggio 1955, Vincenzo Di Salvo il 17 marzo 1958, Pio La Torre il 30 aprile 1982.

Dalle parole di Girolamo Li Causi sull’assassinio di Accursio Miraglia alla manifestazione per dire no alla mafia dopo la morte del giudice Falcone, riproponiamo a seguire gli scritti e gli interventi da noi pubblicati in ricordo dei martiri del sindacato. Un atto dovuto. Perché, come ha detto don Ciotti, “fare memoria è un dovere che sentiamo di dover rendere a quanti sono stati uccisi per mano delle mafie, un impegno verso i familiari delle vittime, verso la società tutta, ma prima ancora verso le nostre coscienze di cittadini, di laici e di cristiani, di uomini e donne che vivono il proprio tempo senza rassegnazione”.conclude Ilaria Romeo, responsabile Archivio storico Cgil nazionale.(30/04/2019-ITL/ITNET)

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