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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - CAPOLAVORI INEDITI - A GRIZZANA MORANDI (BOLOGNA) SCOPERTO CAPOLAVORO JACOPO DELLA QUERCIA

(2019-05-08)

Nel cortile centrale della Rocchetta Mattei di Grizzana Morandi (Bo) scoperta il ritratto equestre di Niccolò di Ligo Ludovisi, splendida scultura in pietra che, grazie a una lunga indagine stilistica, iconografica e tecnica, è stata acquisita dalla storiografia artistica quale inedito capolavoro di Jacopo della Quercia.

Posto al di sopra dell’ingresso della Scala nobile, il tondo in pietra calcarea con diametro di 85 cm raffigura il ritratto equestre di Niccolò di Ligo Ludovisi, insigne capitano bolognese, e si caratterizza come un bassorilievo della tarda produzione bolognese del celebre scultore senese, mentre operava alla Porta Magna di San Petronio e al Monumento funebre di Anton Galeazzo Bentivoglio, tra il terzo e il quarto decennio del XV secolo.
Questa immagine all’antica del cavaliere felsineo, che conserva una parte della policromia originaria ed è affiancata dalle sue iniziali, sovrastava la tomba che Giovanni Ludovisi, politico illustre e grande mecenate di artisti, commissionò per sé e per il padre Niccolò. L’opera un tempo era infatti posta nel Chiostro dei Morti del Convento di San Domenico a Bologna, condividendo pertanto una comune provenienza con le già note mensole dell’arca di Giovanni da Legnano, realizzate tra 1383 e il 1386 da Jacobello e Pier Paolo dalle Masegne e riutilizzate da Cesare Mattei come supporto del balcone della Stanza del Papa.

L’eclettico gusto del conte Mattei lo spingeva a procurarsi opere di diverse epoche e, così, venne in possesso anche
del rilievo, che utilizzò come elemento ornamentale della sua dimora. Un’operazione di riutilizzo importante che implicava una vera e propria acquisizione “in stock”, intorno alla metà dell’Ottocento, di tali opere del complesso domenicano, manufatti che oggi sono visibili al pubblico e al centro di importanti studi scientifici.

Oggi sappiamo finalmente che, nonostante la dispersione della tomba di famiglia cui apparteneva, il ritratto equestre di Niccolò Ludovisi non è mai andato perduto, già custodito 150 anni fa in uno dei luoghi più fiabeschi dell’Appennino bolognese.
È in questo inconsueto scenario che avviene la scoperta dell’opera grazie a Paolo Cova, giovane studioso formatosi all’Università di Bologna, con un’intensa attività di ricercatore e divulgatore, incaricato dalla Fondazione come referente scientifico e coordinatore delle attività didattiche della Rocchetta Mattei.

L’intuizione di Paolo Cova  ha trovato numerose conferme in seguito sfociate nella recente attribuzione a Jacopo della
Quercia, sia nell’analisi tecnica e stilistica (allo stile rimandano l’espressionismo del cavallo e del cavaliere, il classicismo e la nitida modellazione della muscolatura, elementi che più tardi avrebbero incantato Michelangelo Buonarroti) sia nel restauro, che ha evidenziato tracce di missione sottostante alla perduta doratura, con la valutazione entusiastica di alcuni dei maggiori studiosi di scultura toscana del Rinascimento.(08/05/2019-ITL/ITNET)

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