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SICUREZZA SOCIALE - BURNOUT: STRESS LAVORO CORRELATO RICONOSCIUTO DA OMS COME MALATTIA - SINDACATI E PATRONATI: L'ITALIA SI ADEGUI !

(2019-05-29)

Il burnout, meglio noto come stress da lavoro (ma anche da disoccupazione) diventa ufficialmente una sindrome. Lo ha stabilimento l'Oms, l'organizzazione mondiale della sanità, che ha anche fornito direttive ai medici per diagnosticare tale condizione. Si può essere affetti da burnout (letteralmente "esaurimento", "crollo") di fronte a sintomi come mancanza di energia o spossamento, aumento dell'isolamento dal lavoro o sensazioni di negatività e cinicismo legati al lavoro, diminuzione dell'efficacia professionale.

L'Oms ha incluso il burnout nella nuova versione dell'undicesima International Classification of Diseases (Icd-11). Nel documento la sindrome è inserita nel capitolo "dei fattori che influenzano lo stato di salute", anche se, precisa l'organizzazione, essa "non è classificabile come malattia o condizione medica". Secondo l'Oms, "il burnout è una sindrome che deriva dallo stress cronico che si crea sul posto di lavoro e che non è stato gestito bene. È caratterizzato da tre dimensioni: esaurimento fisico e mentale, distacco crescente dal proprio lavoro e una ridotta efficienza".

È importante precisare – come ha fatto l'organizzazione – che il burnout è una condizione che si riferisce solo a un contesto lavorativo e non può essere estesa anche ad altre area della vita. L'Oms ha anche specificato che prima di diagnosticare a qualcuno il burnout occorre anche escludere altri disturbi che presentano sintomi simili, come il disturbo dell'adattamento, l'ansia o la depressione.

Dopo decenni di studi, a 45 anni da quando lo psicologo Herbert Freudenberger se ne occupò per primo, afferma Marcello Pacifico, rappresentante ANIEF del mondo della scuola - l'Organizzazione mondiale della Sanità ha ufficialmente inserito il burnout nel suo grande elenco dei disturbi medici, aggiornato di anno in anno.

Secondo gli esperti mondiali in fatto di salute, lo stress da lavoro non è una vera e propria malattia, ma un "problema associato alla professione" caratterizzato da evidenti sintomi: "spossatezza sul luogo di lavoro", "cinismo, isolamento o in generale sentimenti negativi" ed "efficacia professionale ridotta".

La conclusione dell’Oms è però l’aspetto più importante dell’importante catalogazione del burnout: stiamo parlando, sostiene l'Organizzazione mondiale della Sanità, di una "sindrome che porta a stress cronico impossibile da curare con successo", che in questo modo conferma la decisione dell’agenzia speciale dell'Onu per la salute di fornire precise direttive ai medici per diagnosticarlo.

Il problema è che ci sono ancora dei Paesi, come l’Italia, che si professano moderni ma poi non fanno nulla per andare a rimuovere il motivo principale che, soprattutto in determinati ambienti di lavoro, è alla base di un numero crescente di patologie, quale è appunto il burnout.

Tra le professioni più coinvolte in questo processo stressogeno, che se protratto per anni e anni favorisce l’insorgenza di malattie professionali anche invalidanti, risultano tutte quelle che hanno a che fare con persone in situazioni di disagio, in difficoltà e in crescita: quindi, necessariamente, anche l’insegnamento.

Mentre l'INCA sottolinea l'aumento dei suicidi nelle forze di polizia, 21 solo nei primi cinque mesi del 2019. Daniele Tissone, segretario generale del Silp Cgil, intervenuto a un convegno sul tema a Firenze ha detto che tra le cause dell'aumento dei suicidi c'è il burnout. Sugli agenti pesano turni pesanti e l'impegno crescente di fronte alle nuove esigenze della sicurezza collettiva, anche perchè ."si opera con organici sempre più esigui".(29/05/2019-ITL/ITNET)

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