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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - MIGRANTI - A PALERMO PRIMA ASSOLUTA DI "WINTER JOURNEY" DI LUDOVICO EINAUDI SU LIBRETTO DI COLM TOIBIN

(2019-10-03)

Prima rappresentazione assoluta il 4 ottobre al Teatro Massimo di Palermo per Winter Journey, opera di Ludovico Einaudi, Colm Tóibín e Roberto Andò con musiche di Ludovico Einaudi, libretto di Colm Tóibín e ideazione drammaturgica e regia di Roberto Andò.

Il compositore Ludovico Einaudi e lo scrittore Colm Tóibín si cimentano per la prima volta nel teatro musicale con un viaggio nell’inverno desolato dell’Europa di oggi, nella solitudine disperata di chi è costretto a lasciare il proprio paese per imbarcarsi alla volta di terre in cui mendicare una manciata di vita, in cui il titolo allude alla Winterreise di Franz Schubert.

L’opera è fatta da frammenti che disvelano la profondità di un paesaggio interiore al cui centro si stagliano tre anime in fuga, o in attesa. I protagonisti sono un uomo, una donna, un bambino: un nucleo familiare diviso dalla guerra e dalla necessità.

Winter Journey è anche una struggente elegia dell’Europa, un canto rivolto alla sua anima perduta. Intorno alla piccola famiglia separata dalle acque del mare e dalle fiamme della guerra, un politico, e un coro di uomini e donne che enunciano le proprie ragioni per respingere o per accogliere gli stranieri. Che la si definisca una storia d’amore tra un uomo e una donna, o tra un bambino e i suoi genitori, questa è una vicenda che va oltre i confini
ordinari dell’amore. Perdita, dolore, solitudine, disperazione, ironia, sono le diverse intonazioni delle voci che vi si inseguono, in un colloquio tragico, che, a volte, assume il tono febbrile del desiderio, altre quello lirico e struggente dell’assenza.

Per il regista Roberto Andò, «che l’opera nasca a Palermo, al Teatro Massimo, non è un caso. Se c’è una città che ha fatto dell’accoglienza al migrante una battaglia politica e di civiltà è proprio Palermo. Sin dall’inizio, con Einaudi e Tóibín abbiamo deciso di raccontare una storia in cui emergessero dei sentimenti, e ci fosse la tensione dolorosa di vite costrette a separarsi, l’incertezza di un viaggio disperato – quello di chi affronta l’insidia del mare e vagheggia un approdo sulle sponde europee in cerca di lavoro e accoglienza. Mai come oggi i migranti affrontano un viaggio d’inverno – Schubert lo aveva già capito – , dove l’inverno è il cuore di un’Europa che non sa più far corrispondere le parole e i gesti della politica agli ideali di fraternità e civiltà che erano all’origine della sua utopia.
L’inverno dell’Europa è il paesaggio gelato del migrante respinto, delle nazioni chiuse nel proprio egoismo miope, dei cittadini perplessi sulle parole da usare: accoglienza, integrazione, cittadinanza, umanità».

Afferma Robero Ando'  nelle note di regia  "Winter Journey è un’opera non tradizionale che nasce dalla collaborazione di un musicista, Ludovico Einaudi, un regista, io stesso, e uno scrittore, l'irlandese Colm Toibin, intorno al tema cruciale del migrante, lo stesso con cui si identifica oggi il corso della politica, in Italia e nel mondo. Sin dall’inizio, noi tre autori, abbiamo deciso di raccontare una storia in cui ci fossero in ballo dei sentimenti, ci fosse la tensione dolorosa di vite costrette a separarsi, e l’incertezza di un viaggio disperato - quello di chi affronta l’insidia del mare e vagheggia un approdo sulle sponde europee in cerca di lavoro e accoglienza.

Mai come oggi questi viandanti affrontano un viaggio d’inverno – Schubert lo aveva già capito- , dove l’inverno è il cuore di un’Europa che non sa più far corrispondere le parole e i gesti della politica agli ideali di fraternità e civiltà che erano all’origine della sua utopia. L’inverno dell’Europa è quello del migrante respinto, quello delle nazioni chiuse nel proprio egoismo miope, quello dei cittadini perplessi sulle parole da usare: accoglienza, integrazione, cittadinanza, umanità.

Qui non ci sono voci liriche, ci sono solo le voci normali di un uomo, di una donna e di un bambino, che riflettono sul proprio destino, che sussurrano il proprio dolore, e intonano lo spaesamento di chi è costretto a vivere il tempo straziante dell’assenza.
L’opera racconta l’incrocio di queste voci, il loro inseguirsi e cercarsi a distanza. Un uomo che è partito con un barcone e che, dopo aver nuotato in mare aperto, viene salvato dai soccorritori e accolto in un campo per migranti. Una donna che è rimasta nella città in cui c’è la guerra e la fame. Un bambino che è custodito in un posto sicuro. Una famiglia lacerata, a cui è rimasta solo la voce interiore, quella dell’amore e della nostalgia.

La scena ritaglia uno spazio triplice, del bambino, dell’uomo e della donna, cui si aggiunge lo spazio di un coro e di un politico, la voce di uno dei tanti imbonitori oggi in circolazione.

Il coro a volte intona il pensiero dell’accoglienza e dell’abbraccio, altre quello del respingimento e dell’odio. Alla fine il bambino resta solo in scena e mentre si sentono le voci del coro che invoca sicurezza scende una neve compatta a coprire il paesaggio e la strada.
Questa è un’opera sulla tragedia del migrante, ma anche sul mito che meglio ha definito, sino a un certo punto, l’identità europea, che come scrive Cacciari, “ è quello del viaggio, della scoperta, della curiosità per l’altro spinta magari fino al naufragio”. Le grandi opere che sono emerse dallo spirito europeo “non definiscono né radici, né confini, né dimore dove poter essere in pace. La loro Europa è una patria che fugge”.

L’Europa di oggi sa cos’era ma non sa cos’è e cosa sarà. Il bellissimo libretto di Colm Toibin è una testimonianza letteraria di questo stato di incertezza che definisce il suo spirito odierno, un campo attraversato dal dolore e dal risentimento.
Con i miei collaboratori abituali, Gianni Carluccio per la scena, Daniela Cernigliaro per i costumi, Luca Scarzella per il video, abbiamo immaginato uno spettacolo ipnotico dove la scena, i personaggi, e le immagini in video, raccontino, attraverso la musica di Ludovico Einaudi, un flusso emotivo, un grumo umano imprescindibile.
" conclude Roberto Ando'.

Orchestra e Coro del Teatro Massimo saranno diretti da Carlo Tenan, Maestro del Coro Ciro Visco.

Winter Journey avrà scene e luci di Gianni Carluccio, costumi di Daniela Cernigliaro, video curato da Luca Scarzella e suono da Hubert Westkember. In scena Rokia Raoré (Woman), Badara Seck (Man), Mouhamadou Sazll (Child) con la voce di Leslie Nsiah Afriyie, Jonathan Moore (Politician e voce recitante del coro) e Elle van Knoll (Voce recitante del coro).
Lo spettacolo è in coproduzione con il Teatro San Carlo di Napoli.
Recite dal 4 all’8 ottobre, biglietti da 125 a 15 euro.
La biglietteria è aperta dal martedì alla domenica dalle ore 9.30 alle ore 18.00 e nei giorni di spettacolo a partire da un’ora prima e fino a mezz’ora dopo l’inizio. (03/10/2019-ITL/ITNET)

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