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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - PROGETTO FORMA : CHIUSO PRIMO STEP. SODDISFAZIONE OPERATORI E CITTADINI IMMIGRATI - PICCININI (COORD.INCA IMMIGRAZIONE): AUSPICHIAMO II STEP

(2019-10-30)

  Presentate oggi, a  Roma, le conclusioni del Progetto Form@ iniziativa dei quattro patronati del CePa - (INCA - CGIL, INAS - CISL, ITAL- UIL e PATRONATO ACLI) finalizzata alla facilitazione e qualificazione  dei percorsi di ricongiungimento familiare dei cittadini stranieri  in Italia attraverso la formazione pre-partenza dei familiari - figli, coniugi ma anche genitori anziani - provenienti da  Albania, Cina, Egitto, Ecuador, Marocco, Moldavia, Perù, Senegal, Tunisia e Ucraina, ovvero delle comunità maggiormente presenti nel nostro Paese.

Il Progetto Form@ - Formazione orientamento ricongiungimento familiare -  ha messo  a disposizione dei beneficiari un sistema di servizi integrati, con  particolare attenzione alle questioni concernenti la conoscenza della lingua italiana, alla formazione civica e lo studio del patrimonio culturale e valoriale del nostro Paese. Un progetto  che ha inteso rispondere ad un dato di fatto: dal 2011 ad oggi gli ingressi per ricongiungimento familiare sono stati la prima motivazione d'ingresso nel nostro Paese.

Promosso dai Patronati CePa, con l’INCA come soggetto capofila,  Form@ è stato realizzato in partenariato con l’Associazione Nuova Generazione Italo-Cinese, l’Anolf, Unirama Sas e l’international Language School, ed è stato finanziato dal  FAMI - Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione - del Ministero dell’Interno nella veste di autorità responsabile, del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali nella veste di autorità delegata, e a e con il sostegno del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Al seminario di Roma, sono intervenuti i presidenti dei quattro Patronati, INAS CISL, INCA CGIL, ITAL UIL e patronato ACLI, rispettivamente Gianluigi Petteni, Michele Pagliaro, Romano Bellissima ed  Emiliano Manfredonia.

Il Seminario è stato introdotto dal Coordinatore Area Migrazioni e Mobilità internazionale del Patronato INCA CGIL, Claudio Piccinini,  che ha stigmatizzato i risultati sia quantitativi che qualitativi del progetto:

11 i paesi esteri coinvolti.
295 operatori italiani che hanno portato avanti il progetto in 96 province. (Bergamo, Modena, Bologna, Treviso le province maggiormente coinvolte).
3.699 i patti di servizi di richiedenti raccolti.
4.726 le potenziali formazioni.
22 i mesi di formazione all’estero che hanno comportato 33.600 ore erogate.
415 i rifiuti espliciti .
3.562 le formazioni concluse.
Oltre 60 persone in staff nel progetto di cui 35 all’estero e 30 in Italia.

Questi solo alcuni dei numeri del Progetto Form@ che sono stati precisati nel corso del seminario di chiusura svoltosi a Roma. Ma, al Coordinatore Piccinini, che ha, tra l'altro, ricordato la volontà e l'impegno della precedente Presidente del Patronato INCA CGIL, Morena Piccinini, ha chiesto quale sarà il futuro del progetto.

"In termini numerici abbiamo superato i 3600 beneficiari, un'impresa che rispetta le ambizioni iniziali, ma devo anche aggiungere  che abbiamo raggiunto un ottimo livello, mancano però ancora alcuni dati per completare la raccolta di tutte le informazioni, essendo il 31 l'ultimo giorno. Contiamo, pero',  di arrivare approssimativamente al 97% dell'obiettivo.

L'aspetto qualitativo è, d'altra parte, impagabile. Abbiamo avuto contezza sia della soddisfazione dei beneficiari, sia della bontà delle nostre proposte, delle nostre azioni, della formazione linguistica, della formazione civico culturale, e anche delle componenti di mediazione culturale, quando addirittura non familiare, che il progetto ci ha portato a esercitare nei confronti dei beneficiari. Soprattutto le donne, i bambini, cioè le nuove famiglie che si ricompongono dopo anni di lontananza, hanno bisogno anche di punti di riferimento, di uno schema di riferimento, sia  per vivere nella società civile italiana, sia per vivere anche alcuni momenti della vita familiare che non possono necessariamente essere riproposti secondo logiche che sono molto e troppo legate ai Paesi di origine. Quindi, qualitativamente impagabile e questo lo si è visto anche dalla soddisfazione degli operatori che hanno lavorato tanto, ed hanno dato molto più di quello che gli è stato chiesto.

Il progetto proseguirà...?

Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha emanato il bando per la prosecuzione di progetti di formazione pre partenza e di avviamento al lavoro in Italia. Noi abbiamo partecipato, in relazione al budget che è limitato, interverremo su un minor numero di Paesi  rispetto a questo primo progetto,  decisamente enorme nella gestione di richieste su 11 Paesi.  Attendiamo fiduciosi la graduatoria, dovrebbe essere pubblicata spero a breve".

Anche il secondo step, secondo voci accreditate, rimarrebbe aperto ad ulteriori aggiunte, come è avvenuto nel percorso di questa prima fase ?

"Albania, Marocco, Tunisia, Senegal ed Egitto sono i Paesi su cui noi pensiamo si possa fare un ottimo lavoro. Se il progetto verrà approvato non è escluso che faremo integrazioni, ma difficilmente raggiungeremo il numero degli 11 Paesi, visto che il budget è più ridotto."

Che cosa migliorereste o, meglio, quali elementi innovativi introdurreste in una seconda fase ?

"Miglioramenti tanti - afferma Piccinini - perchè un'esperienza di oltre 22 mesi di gestione del progetto sconta inevitabilmente una serie di difficoltà che se affrontate in modo diverso oggi sarebbero più semplici da risolvere. Tra queste anche i modelli di avvio di alcune attività in Italia ed all'estero. Saremo sicuramente in grado di accorciare i tempi di messa a regime della macchina, anche grazie all'esperienza raggiunta, quindi saremo immediatamente operativi.
Rispetto ad altri input - prosegue Piccinini noi abbiamo sempre sostenuto che limitarsi ad una formazione all'estero sia in qualche modo riduttivo rispetto al processo di integrazione che vede protagonisti i beneficiari. Cioè, per noi, l'ideale sarebbe avere una formazione pre-partenza alla quale far seguire l'accompagnamento delle famiglie una volta entrate in Italia, agli elementi di integrazione che riguardano la lingua italiana, il contatto con le proprie comunità, con la pubblica amministrazione, il contatto con le scuole, con le mediazioni culturali familiari e quindi dare un seguito all'iniziativa e alle attività che si svolgono nel paese di origine anche in Italia. In questo contesto  la rete dei patronati è sicuramente una rete candidata per eccellenza a svolgere questo tipo di azioni". (30/10/2019-ITL/ITNET)

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