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LAVORO -ISTAT: OCCUPAZIONE IN CALO A DICEMBRE - SINDACATI : SBARRA(CISL): "SVOLTA NEGATIVA NON E' UNA SORPRESA". FAMMONI (DI VITTORIO): "MANCATA RIPRESA E PREVEDIBILE AUMENTO PART TIME"

(2020-01-30)

Barbagallo commentando gi ultimi dati Istat sull’occupazione: “Purtroppo, dobbiamo registrare un aumento della precarietà, con una disoccupazione che continua ad essere a livelli alti. Questo conferma che, per capire dove va il Paese, non ha senso guardare, genericamente, solo ad alcuni numeri e alcune percentuali, ma occorre avere a riferimento il monte orario e il monte salario complessivi. Sono questi i valori che danno una dimensione effettiva della situazione e che ci fanno capire se l’economia è ancora in crisi o se si sta riprendendo. La realtà è che stiamo costruendo un Paese fondato su lavori poveri e precari: dobbiamo evitare che ciò accada. I problemi - ha concluso Barbagallo - si risolvono quando i lavoratori riprendono a lavorare, tutto il resto è solo teoria“.

"Dopo qualche mese di andamento altalenante, a dicembre  l’occupazione ha registrato un  calo di 75 mila unità rispetto al mese precedente ed un’inversione di tendenza nel rapporto tra occupati a tempo indeterminato e a termine: infatti la riduzione è tutta sugli occupati stabili mentre risalgono, dopo un anno e mezzo, gli occupati a termine.
Inoltre crescono sia gli inattivi che, se pur lievemente, i disoccupati". Lo ha detto il Segretario Generale Aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra.

"Del resto l’andamento del Pil, stagnante da mesi, lasciava presagire questi dati sull’occupazione. Piuttosto quel che risultava anomalo nei mesi scorsi era che l’occupazione, soprattutto quella stabile, continuasse a crescere, seppure a ritmi sempre più ridotti. Ed in effetti si trattava di una crescita di teste ma non di ore lavorate, con una forte diffusione di part time involontario.

Ma anche questo alla lunga non dura senza  interventi per favorire la crescita. Il Paese appare sempre più diviso in due, sia settorialmente che geograficamente: da una parte i settori di punta, le aziende volte all’export e le aree del Nord che crescono, dall’altra i settori meno dinamici e il Mezzogiorno che restano indietro.

Ora che il Governo, dopo una legge di Bilancio ‘debole’, ha annunciato una fase due, ci aspettiamo misure per sostenere, ammodernare e ristrutturare  i settori deboli, sbloccare le  opere pubbliche e le infrastrutture, sostenere l’innovazione e la ricerca, creare le competenze necessarie, intervenire sulle vertenze aziendali bloccate al Mise,  con un piano specifico per  il Mezzogiorno. Si tratta di cose da fare in fretta per agganciare la svolta tecnologica e quella ambientale che possono rappresentare una enorme opportunità per l’Italia".

Dalla Fondazione di Vittorio - l'Istituto di ricerca storica, economica e sociale della CGIL, il Presidente Fulvio Fammoni commenta:  "Il dato Istat di dicembre su Occupati e disoccupati è negativo per tutti e tre i fattori presi in esame: occupati, disoccupati, inattivi; ed inoltre continua a crescere la precarietà.

Il numero degli occupati cala di -75mila unità rispetto al mese precedente, con un decremento degli indipendenti di -16mila unità, dei dipendenti permanenti di -75mila unità ed una crescita solo degli occupati a termine di +17mila.

Il tasso di occupazione italiano, già molto basso rispetto alle media europea, cala al 59,2% (-0,1%).

Cresce, seppur lievemente, la disoccupazione (+2mila unità) ma contemporaneamente aumenta anche il numero degli inattivi (+42mila). Da tempo, non si riscontrava una crescita contemporanea sia di disoccupati che di inattivi, in quest’ultima area, la più grande di tutta Europa, si trova una quota importante di disoccupazione non rilevata nei dati ufficiali.

Il confronto su base trimestrale (quello più legato agli indicatori sull’andamento del ciclo economico) conferma gli effetti della stagnazione produttiva in atto. L’occupazione nel trimestre cresce solo di +13 mila unità, con un aumento del tempo determinato superiore a quello dei dipendenti permanenti; i numeri del tempo determinato sono da gennaio stabilmente più di 3 milioni.

Per classi di età, sempre a livello trimestrale, si riscontra una sostanziale stasi tra 15 e 34 anni, prosegue il calo degli occupati fra 35 e 49 anni e la crescita degli over 50. Su base annua sono +247mila gli occupati over 50 (un dato da solo più alto della crescita totale degli occupati), mentre prosegue il preoccupante calo fra 35 e 49 anni che arriva a -215mila unità.

Rispetto alla stagnazione del ciclo economico, inizia a prodursi dunque un effetto sull’andamento numerico dell’occupazione; contestualmente sono in crescita gli occupati a tempo determinato, è prevedibile un ulteriore aumento del part time involontario e una mancata ripresa, rispetto al periodo pre crisi, delle ore lavorate. Ai problemi sui numeri degli occupati, si aggiunge dunque anche un progressivo peggioramento della qualità dell’occupazione"-.(30/01/2020-ITL/ITNET)



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