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LAVORO - CGIL SICILIA / PIANO LAVORO: PUBBLICA AMMINISTRAZIONE : RESTITUIRE AMMINISTRAZIONE EFFICIENTE GRAZIE A FORMAZIONE PERMANENTE NUOVE COMPETENZE ORGANIZZATIVE, TECNICHE, PROGETTUALI, DIGITALI

(2020-05-13)

  PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Il piano del lavoro proposto da CGIL Sicilia e presentato al Presidente della Regione Musumeci ed ai Ministri Provenzano (SUD) e Catalfo (Lavoro) dal Segretario Regionale Mannino e dal Segretario Generale Landini (vedi: http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=61847) nasce all'esigenza di dare alla Sicilia un progetto che porti allo sviluppo e alla crescita dell'occupazione, passando necessariamente attraverso un processo di rigenerazione delle amministrazioni pubbliche: Regioni, Enti locali, Aziende sanitarie, Enti centrali e periferici, oltre che di eburocratizzazione del sistema, di snellimento delle procedure e di flessibilizzazione delle forme di lavoro, per rispondere adeguatamente ai nuovi bisogni del paese e della collettività, emersi a seguito della crisi straordinaria che ha costretto l’Italia a fermarsi e messo in ginocchio l’economia.

La riforma della Pubblica Amministrazione potrà favorire il rilancio dell’economia attraverso l’individuazione di linee di sviluppo capaci di proiettare il Paese e la Regione fuori dalla crisi, salvaguardando le categorie più a rischio (anziani, poveri, ammalati) e coinvolgendo le potenzialità esistenti: giovani, disoccupati.
Tali azioni potranno essere meglio attuate con una Pubblica Amministrazione forte ed efficiente, caratterizzata da un management preparato e da dotazioni umane e strumentali adeguate alla sfida straordinaria dei tempi attuali.

In questi anni la pubblica amministrazione ha perso capacità progettuale e realizzativa. Infatti, i tagli lineari imposti dal fiscal compact, una politica di progressivo restringimento del perimetro pubblico, la costante riduzione del personale determinata dall’assenza del turn over e dalle mancate assunzioni, l’innalzamento dell’età anagrafica media, hanno comportato inefficienze e restituito un’amministrazione statale e periferica che pur svolgendo compiti fondamentali per agevolare lo sviluppo non ha potuto esprimere le potenzialità di cui è portatrice.

L’innesto di nuove competenze organizzative, tecniche, progettuali e digitali non è più procrastinabile.
Guardando al livello regionale, occorre organizzare l’intera macchina amministrativa per darle nuovo slancio ed efficienza.
Occorre produrre snellimento burocratico e dell'iter procedurale e avviare rigorose procedure concorsuali che diano nuove potenzialità e funzionalità alla macchina amministrativa regionale. I concorsi dovrebbero colmare quei profili professionali attualmente assenti nell'organico della regione e degli enti locali, puntando sull’acquisizione di competenze specifiche per la missione delle varie amministrazioni.

Anche per gli enti locali è impellente colmare una serie di deficienze che riguardano figure indispensabili per assicurare la corretta gestione amministrativa, consentendo agli enti locali di potere raccogliere le nuove sfide che la pubblica amministrazione deve affrontare, essendo tali enti non solo erogatori di servizi ma anche promotori dello sviluppo territoriale e della programmazione di azioni sinergiche tra pubblico e privato locale.

Occorre riqualificare il personale dirigenziale e non, attraverso la creazione di una scuola di formazione permanente, costruendo accordi sinergici con la Scuola Nazione dell'Amministrazione e con la Comunità Europea.
Bisogna, inoltre, rafforzare la cooperazione tra amministrazione regionale ed enti locali attraverso appositi accordi al fine di fornire assistenza tecnica per la realizzazione di misure di politiche di coesione.

Vanno potenziati attraverso le nuove assunzioni gli organi ispettivi dell’ufficio del lavoro e degli ispettorati del lavoro e della medicina del lavoro per garantire il rilancio produttivo nel segno della sicurezza e della tutela sanitaria e nel rispetto delle norme contrattuali. Oltre a costruire azioni sinergiche per contrastare il lavoro nero attraverso, anche, una riforma del mercato del lavoro che faciliti l’incrocio domanda e offerta di lavoro con un forte controllo sociale da fare possibilmente presso gli uffici del lavoro.

Le province vanno ripensate. Serve, come la storia recente ci insegna, un raccordo intermedio tra Regione e Comuni per gestire servizi importanti, dai rifiuti alle politiche delle acque alla gestione di alcuni servizi scolastici e della mobilità. Così
come serve un raccordo intermedio per le politiche di sviluppo e di programmazione negoziata e l’utilizzo di alcuni strumenti in una logica di accorpamenti territoriali. I comuni, specie quelli piccoli, sono privi di risorse per ogni tipo di progettazione: una cabina in sinergia è dunque necessaria.

Il problema del precariato storico nella pubblica amministrazione è ancora lontano dall'essere risolto. La stabilizzazione di Lsu negli enti locali non è ancora terminata.

Uno dei settori maggiormente coinvolti è quello sanitario, che dopo gli anni dei tagli e della rivisitazione della rete ospedaliera, va interamente ripensato in considerazione dell’esigenza di investire nella medicina territoriale per rafforzare l’ambito della prevenzione e dell’assistenza domiciliare in contesti, quali quello attuale, che vedono l’esigenza di rispondere adeguatamente a pandemie capaci di bloccare il Paese, curando ed assistendo il paziente nel luogo migliore a salvaguardia della salute collettiva.

Nella sanità siciliana in cui operano migliaia di lavoratori anche a partita Iva o con contratti Co.Co.Co. la legge di stabilità nazionale ha prorogato la circolare Madia anche per il 2019 per quanto riguarda i requisiti di accesso e al 2021 per indire le procedure di stabilizzazione. La Regione deve subito attivare le ricognizioni necessarie per sollecitare le strutture ospedaliere e gli enti locali a programmare la stabilizzazione di tali precari.

La rigenerazione della pubblica amministrazione passa attraverso un grande processo di innovazione organizzativa e tecnologica.
La fase che stiamo attraversando costituisce un’occasione per definire meglio l’ambito di applicazione delle modalità di lavoro “agile” per consentire ad alcune fasce di lavoratori di conciliare meglio i tempi di vita e di lavoro, i loro eventuali
bisogni di cura personali e/o di assistenza a familiari, di esercitare meglio la loro funzione genitoriale. In tale direzione potrà essere implementata la dotazione di apparati informatici utilizzabili dal domicilio individuando forme di indennità per compensare tale tipo di lavoro.(13/05/2020-ITL/ITNET)

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