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FORMAZIONE ITALIANA NEL MONDO - LA RETE DELLE UNIVERSITA' ITALIANE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

(2020-04-17)

Dalla Presidente, il Comitato di Coordinamento,ed i Coordinatori dei Gruppi di Lavoro
della Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile una lettera aperta sulle premesse
per lo sviluppo futuro del paese.

"Questo momento di grande difficoltà, che ha ormai assunto estensione mondiale, sta
palesando la fragilità del modello di sviluppo adottato da anni a livello globale. Allo
stesso tempo, è sempre più evidente che per trovare soluzioni a problemi complessi
sia necessaria una reale collaborazione di tutte le comunità e istituzioni, ad ogni livello:
individuale, locale, nazionale ed internazionale. In tale contesto, ora più che mai, sono
fondamentali politiche e azioni in grado di delineare strategie nazionali di ricostruzione
sul medio e lungo periodo orientate ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda
2030.

La strada da percorrere per uscire dall’emergenza può assumere una duplice
prospettiva: da un lato vi è la possibilità di cominciare un percorso virtuoso che metta
insieme le istanze economiche del post-emergenza con il progetto del Green Deal
Europeo allo scopo di accelerare la transizione verso un modello sostenibile di
sviluppo; dall’altro vi è il rischio che per uscire dall’emergenza si lasci eccessiva libertà
d’azione, dando addirittura una spinta in senso contrario rispetto allo sviluppo
sostenibile.

In questo snodo così delicato della storia del Paese e del mondo, la Rete
delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS) vuole mettere a disposizione le
proprie competenze per promuovere e avviare un percorso virtuoso verso la
sostenibilità del Paese.

Oggi più che in passato, le Università hanno il compito, e il dovere, di promuovere una
cultura nuova, di essere da modello e da stimolo per i contesti sociali e territoriali,
affinché tutti possano comprendere che la sostenibilità non è un "lusso" che coinvolge
e impatta su pochi ma che può e deve divenire opportunità per la promozione umana
e sociale, veicolo essenziale attraverso il quale possano essere perseguiti e garantiti
a tutti diritti, capabilities, inclusione, futuro.

Nella consapevolezza che l’attenzione all’emergenza sanitaria non cancella la severa
crisi ambientale e sociale globale ma anzi l’aggrava, la RUS considera l’Agenda 2030
una bussola capace di indicare chiaramente la direzione da seguire per una ripresa
che permetta di rafforzare la resilienza delle persone, delle comunità e dei territori.

Per far fronte all’emergenza e assicurare continuità alla didattica e alle altre attività
universitarie, gli Atenei hanno fatto un balzo tecnologico e organizzativo senza
precedenti in pochi giorni, fornendo una straordinaria dimostrazione di resilienza e di
capacità di trasformazione che sarebbe auspicabile non andassero perdute: gli Atenei
devono essere capaci di cambiare e di adattarsi pur mantenendo la loro natura e
identità. Questa crisi, infatti, sta insegnando a tutti i componenti della comunità
universitaria (docenti, personale tecnico e amministrativo, studenti e studentesse...)
come sia necessario andare oltre i rigidi steccati disciplinari per accogliere e
valorizzare l’approccio transdisciplinare, in grado di immaginare e porre in essere
percorsi educativi, didattici e di ricerca olistici e integrati. Le conoscenze settoriali, da
sole, non bastano per decifrare e comprendere la complessità attuale; al contrario,
serve un approccio sistemico, che coinvolga e che ponga in dialogo generativo tutti i
settori della conoscenza e della società civile (pubblica amministrazione, mondo del
lavoro, mondo dell’impresa, terzo settore, istituzioni educative...), con un'attenzione a
garantire equilibrio tra i diversi aspetti ambientali, economici e sociali.

Gli obiettivi
Consapevoli di tali premesse ed esigenze, la RUS intende mettere a disposizione del
Paese la propria caratteristica e forza principale, l’essere Rete per:

• sostenere insieme una visione di futuro che abbia al centro uno sviluppo
autenticamente sostenibile, supportato dalle competenze che il sistema
universitario può fornire al Paese, e non solo; in questo contesto fare rete
significa anche mettere a sistema competenze e servizi di terza missione in
grado di promuovere politiche di riconversione produttiva;

• promuovere un processo di trasformazione culturale che, ad ogni livello,
possa accompagnare a ripensare gli attuali stili di vita, di produzione e di
consumo; a ridefinire delle politiche attente all’ambiente e alle persone; a
limitare le disuguaglianze intra e intergenerazionali; a contrastare i
cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità. L’educazione è, come la
stessa Agenda 2030 sottolinea, il principale strumento affinché tale
trasformazione possa divenire concreta;

• ripensare i processi formativi, valorizzando il capitale umano e l’importanza
dell’apprendimento per tutti e per tutta la vita. Si dovranno rivedere i metodi,
gli strumenti, i tempi e la valutazione degli stessi processi educativi.
Bisognerà fare in modo che tutte le istituzioni formative italiane (scuole,
università, accademie, enti di formazione...) riscoprano il loro valore e la loro
missione educativa, puntando sullo sviluppo delle competenze, anche di quelle
trasversali, e non tanto o solo sul trasferimento delle conoscenze e dei saperi;

• abilitare le persone a futuri diversi rispetto a quello verso il quale ci stiamo
dirigendo. Un approccio olistico, trasversale e inter e transdisciplinare
dovrà, negli opportuni tempi e modi, divenire la norma e non l’eccezione alla
formazione.

Le proposte
La RUS, accogliendo il modello della civic university e facendo leva sui principi della
Terza Missione e sulle competenze di cui è portatrice, si propone di:

1. diventare un Think tank per la resilienza del Paese, un organismo
indipendente che sia di supporto alla politica e agli amministratori nella
definizione di interventi e di azioni locali e regionali a sostegno della
Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile e dell’Agenda 2030. Il Piano
nazionale di attuazione del Manifesto che i Rettori hanno firmato a Udine lo
scorso maggio 2019 e che sarà pubblicato nel Rapporto 2020 della Rete,
continene già molte indicazioni su come il processo di transizione sia
attuabile, affinché, come la stessa Agenda 2030 recita, “nessuno venga
lasciato indietro”;

2. collaborare ai tavoli di lavoro nazionali, attraverso l’attività dei propri
Gruppi di Lavoro (Cambiamenti Climatici, Cibo, Educazione, Energia,
Inclusione e Giustizia Sociale, Mobilità, Rifiuti), facilitando la definizione e
l’attuazione di progetti sostenibili in campo ambientale, tecnologico,
economico, sociale e di governance. I materiali che ciascuno dei Gruppi di
Lavoro ha elaborato possono offrire alle altre Istituzioni, Enti e Associazioni
locali e nazionali un supporto scientifico e relazionale a vantaggio della
crescita sostenibile dei territori;

3. dar vita ad “unità locali di resilienza” e trasformazione a partire dalle
quali le Università potranno fornire il supporto tecnico-scientifico e culturale
necessario per effettuare analisi prospettiche di tipo ex-ante, attività di
monitoraggio e di valutazione ex-post dei progetti e delle politiche
implementate, mettendo a sistema quanto attuato e armonizzandolo con i
target dell’Agenda 2030 e con gli indicatori del Benessere Equo e
Sostenibile che impattano maggiormente sulla vita del Paese e dei cittadini;

4. contribuire alla creazione di spin-off accademici o/e all’istituzione di
corsi di studi avanzati, supportando sia le amministrazioni pubbliche che
il mondo dell’impresa e del lavoro nella individuazione di quelle conoscenze,
sia teoriche che pratiche, basate sui principi della sostenibilità, necessarie
per poter affrontare i cambiamenti culturali, tecnologici ed organizzativi che
la società e l’economia italiana dovranno gestire nei prossimi mesi ed anni,
per uscire dall’attuale crisi e prevenirne di nuove;

5. contribuire alla costruzione di un laboratorio a rete per offrire servizi
integrati di qualificazione di nuovi prodotti/processi a supporto della
Fase di post-COVID-19, anche con l’obiettivo di scambiarsi le esperienze
della gestione della crisi e mettere a fattor comune i benefici e i risultati
conseguibili a livello regionale.

In conclusione
Siamo convinti che l’esperienza maturata dalle Università in questo periodo di difficoltà
e di emergenza rappresenti un bagaglio prezioso, un esempio di laboratorio
trasformativo, fondamentale per affrontare le sfide future con sguardo positivo e
costruttivo, in linea con gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Per
poter traghettare i territori verso scenari di sviluppo sostenibile, le Università devono
essere messe in grado di rafforzare il proprio impegno in termini di didattica,
ricerca, technology transfer, public and social engagement e human resource
development sui temi dell’Agenda 2030. Solo accrescendo e rendendo sistemiche
e sistematiche le conoscenze, le competenze e le best practice e mettendo a
disposizione del Paese e dei suoi territori le competenze trasversali di cui le Università
sono portatrici e custodi, la nostra epoca potrà essere ricordata finalmente “per il
risveglio di una nuova riverenza per la vita, per la risolutezza nel raggiungere la
sostenibilità, per l'accelerazione della lotta per la giustizia e la pace, e per la gioiosa
celebrazione della vita” (Earth Charter, 2000). (17/04/2020-ITL/ITNET)

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