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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - STATI UNITI - IN ANTEPRIMA P. BOCCARDO CO-CURATORE DELLA MOSTRA SUL BAROCCO GENOVESE TRA 1600 E 1750 ILLUSTRA AD ITALIANNETWORK I CAPOLAVORI DELLA CITTA' CROCEVIA INTERNAZIONALE

(2020-06-03)

  Avrebbe dovuto essere inaugurata questa primavera a Washington e  arrivare in autunno alle Scuderie del Quirinale a Roma ma,  cosi' come molti altri eventi espositivi, e’ stata rinviata causa  emergenza sanitaria. Per  visitarla dovremo attendere il 2021 e, salvo  ulteriori cambiamenti, sara’ allestita prima a Roma e successivamente a Washington.
Stiamo parlando della mostra ‘Barocco superbo: l'Arte a Genova, 1600–1750’, un grandioso omaggio all’arte barocca  genovese  che  ripercorre  non solo la fioritura di questa corrente  a Genova ma anche la  particolare situazione socio-economica di quel  periodo  che fece della città ligure un importante e ricchissimo  crocevia.

“La mostra nasce da una serie di motivi concomitanti. Prima di tutto  sono convinto che per fare conoscere meglio la produzione artistica genovese sia necessario organizzare delle mostre non solo a Genova ma anche all’estero. Bisogna riconoscere, in effetti, che rispetto ad altre citta’ italiane  come  Napoli o Bologna, che sono abbastanza note  nel panorama internazionale, Genova e  la sua arte,  sino a tempi abbastanza recenti, non avevano  un gran nome. La mia idea  di fare questa mostra su Genova ha cominciato a prendere forma  grazie alla collaborazione con Jonathan Bober,  curatore della National Gallery di Washington, con il quale nel 2007 avevamo gia’ organizzato una mostra  su Luca Cambiaso  a Austin. D’altra parte solo una volta negli Stati Uniti,  negli ormai lontani anni Sessanta, si era tenuta  una mostra itinerante sulla pittura genovese. Ci sembrava quindi importante riproporla negli Stati Uniti, paese  dove tra l’altro  sono conservate diverse  opere di artisti genovesi. A questo  si e’ aggiunto l’interesse delle Scuderie del Quirinale ad ospitare la rassegna” afferma in un'intervista  in anteprima ad Italian Network  Piero Boccardo,  Soprintendente alle raccolte del Comune di Genova e curatore dell’evento espositivo insieme a Franco Boggero, Responsabile area III (Beni storici-artistici) della Soprintendenza di Genova, e a Jonathan Bober.

"La mostra sara’ l'occasione per scoprire  o riscoprire la Genova  di quel periodo storico,  una citta’ ricchissima, una delle capitali economiche  d'Europa,  in cui nobili e cittadini abbienti  spendevano parte dei loro ricavi, provenienti da operazioni finanziarie  internazionali, in opere d’arte,  in  palazzi prestigiosi ricchi d'affreschi  e in chiese, spesso gentilizie. Una città dove, prima che nel resto d’Europa,  le collezioni artistiche diventarono una  diversificazione d’investimento: era solito infatti che una parte del capitale  di famiglia, circa  l’8%, venisse investito in opere d'arte di facile commercio, lavori eseguiti da  nomi sicuri, apprezzati anche all'estero. Grazie a questa ricchezza,  non fondiaria come quella di Roma ma  finanziaria, arrivarono in citta’, da tutta  Europa e da ogni regione d’Italia, artisti celeberrimi e Genova  si trasformo' in un crocevia internazionale secondo solo  a Roma,” spiega Franco Boggero.

"A Genova lavorarono  i primi grandi autori del barocco come Rubens e Van Dyck, a cui vengono commissionati importanti ritratti, e Simon Vouet. A questi si aggiunsero le presenze, anche se sporadiche, di  pittori italiani di grande fama come Caravaggio e Orazio Gentileschi. Ci furono poi artisti locali altrettanto brillanti che, avendo lavorato solo a Genova, sono purtroppo rimasti nell’ombra  come Valerio Castello, una  figura che non sara’ mai  abbastanza esaltata, a cui  si deve una nuova impostazione dello spazio.  E Domenico Piola e Gregorio De Ferrari, i veri artefici di quella che e’ stata definita la grande decorazione genovese che si puo’ apprezzare  soprattutto negli interni di  nuove chiese e di vecchi e nuovi  palazzi.  E proprio De Ferrari, tanto per avere un'idea di questi artisti ingiustamente poco noti,  fu paragonato dal critico Roberto Longhi,  ritenendolo superiore,  all’artista francese  Jean Honore’ Fragonard,” precisa Boccardo.

"Sembra strano ma gli artisti genovesi che raggiunsero grande notorieta’  furono quelli che  lavorarono anche in altri centri come Bernardo Strozzi che  opero’ a Venezia; Giovanni Benedetto Castiglione  detto il Grechetto che  si trasferi' prima a  Roma,  poi a Napoli  e infine a Mantova;  e Alessandro Magnasco che  visse a lungo a Milano e fu apprezzato anche a Parigi. Senza dimenticare Giovan Battista Gaulli che, dopo aver lavorato con Gian Lorenzo Bernini e aver decorato la Chiesa del Gesù a Roma, importera’  a Genova il  barocco romano,” continua Boggero.

Per dare conto di questo periodo di grande splendore, la mostra allinea circa centocinquanta  opere tra cui dipinti, sculture in marmo e in argento, disegni, stampe e molto altro ancora. Un ricchissimo nucleo di lavori, allestito in ordine cronologico e suddiviso in dieci sezioni, che attesta la diversificata produzione artistica, l'elevata qualita’,  la fantasia e  soprattutto il carattere autonomo della scuola genovese di quel momento storico. Non avendo la Repubblica  di Genova un sovrano che impose un gusto dominante, furono diverse, in effetti, le forme che assunse il  Barocco nella città ligure.

"Tra i lavori  che saranno esposti voglio ricordare il ‘Ritratto equestre di  Giovanni Carlo Doria’ di Rubens proveniente dalla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola a Genova; ‘La Vocazione di San Matteo’ di  Bernardo Strozzi dal Worcester Art Museum, nel Massachusetts, concesso in prestito per la prima volta; e  il grande catino  in argento con scene  della vita di Cleopatra dal Getty Museum  insieme al relativo  bozzetto  prestato dall'Ashmolean Museum di Oxford. E  ancora il ‘Ritratto di Agostino Pallavicini’ di  Van Dyck sempre dal  Getty e una delle piu’ notevoli pale d’altare del  17' secolo ovvero ‘L'Adorazione dei pastori’ di  Castiglione proveniente dalla Chiesa di San Luca a Genova. Da non perdere, inoltre, ‘L’Immacolata Concezione’ di Pierre Puget, una statua in marmo a grandezza naturale, mai precedentemente prestata, conservata presso l'Oratorio di San Filippo di Genova; e il gruppo processionale del Battesimo di Anton Maria Maragliano dalla Pieve di Teco vicino a Imperia, anche questo mai concesso in prestito precedentemente,” precisa il  curatore americano Jonathan Bober.

“Considerato il carattere molto spesso  'privato' del barocco genovese che si espresse soprattutto nelle sale dei palazzi riccamente decorate da affreschi - mi piace ricordare che  solo Roma vanta un numero maggiore di affreschi - purtroppo non sarà possibile  documentare questa produzione.  Per dare un'idea di questi lavori abbiamo selezionato pero’ una serie di bozzetti preparatori ad olio e di disegni progettuali  che illustrano  il tema dell'affresco. Alle Scuderie del Quirinale, inoltre, prevediamo di presentare insieme a questi studi preparatori dei filmati di queste decorazioni cosi' da permettere ai visitatori di capire come si e’ arrivati dalla progettazione alla realizzazione. 
E sempre a Roma  ci saranno dei mobili difficilmente trasportabili a Washington e alcune tele monumentali  come una grande tela del Grechetto  di collezione privata  eccezionalmente  concessa in prestito,”  conclude Boggero.

In occasione della mostra, sara’ pubblicato un catalogo che comprende un saggio  dei curatori italiani sullo sviluppo della committenza dei banchieri;  un testo di storia economica  per  meglio capire il rapporto strettissimo che intercorreva tra storia, economia e produzione artistica; e infine un saggio di Jonathan Bober sullo sviluppo stilistico delle arti. (03/06/2020-Letizia Guadagno/ITL/ITNET)

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