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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - WEKEEND ITALIA - IL MASSIMO DI PALERMO 'RIPARTE' CON I LINGUAGGI DEL CONTEMPORANEO: UN MONODRAMMA DELLA COMPOSITRICE ISRAELIANA ELIA MICH-SHERIFF "L'ETERNO STRANIERO"

(2020-06-23)

Dopo mesi di sospensione e cancellazione di tutte le attività dal vivo e un lavoro impegnativo di reinvenzione di spettacoli compatibili con le esigenze di sicurezza con cui oggi è necessario confrontarsi, il Teatro Massimo di Palermo, con la squadra di lavoro creata ad hoc dal Sovrintendente Francesco Giambrone, riparte nel segno dei nuovi linguaggi e di un
profondo ripensamento dello spazio teatrale. E riparte “Sotto una nuova luce” con una programmazione aperta, variabile e un festival che prenderà il via il 4 e 5 luglio nella Sala Grande del Teatro di Piazza Verdi, proseguirà fino al 13 agosto all’aperto al Teatro di Verdura e tornerà in settembre all’interno del Teatro Massimo. Ad inaugurare il programma, il monodramma per attore e orchestra Der ewige Fremde (L’eterno straniero), una commissione del Teatro Massimo alla compositrice israeliana Ella Milch-Sheriff e a seguire la Messa in Do maggiore op. 86 di Beethoven.

Sul podio il direttore Omer Meir Wellber con l’Orchestra e il Coro del Teatro Massimo, Maestro del Coro Ciro Visco. La
serata sarà ripresa il 5 luglio dalla rete televisiva franco-tedesca ARTE.

“Riapriamo il Teatro perché sentiamo forte l’obbligo morale e la responsabilità civile di far parte del processo di ripartenza del paese, della città e della comunità, nonostante le difficoltà legate al rispetto delle procedure di sicurezza che limitano l’affluenza del pubblico ” - afferma Francesco Giambrone, Sovrintendente del Teatro Massimo, che ha chiamato ad affiancarlo e a supportarlo in questo momento di ripensamento complessivo della Stagione 2020 il Maestro Marco Betta.
E aggiunge - “Scegliamo programmaticamente di riaprire il teatro al chiuso e non all’aperto, perché il Massimo ha alle spalle una storia di chiusura lunga 23 anni e riaprirlo ha per tutti noi e per la città, un valore fortemente simbolico. Non vorremmo mai più vedere chiuso questo teatro. E riapriamo anche ripensando completamente lo spazio che nei prossimi mesi e fino alla fine dell’emergenza sarà molto diverso da come l’abbiamo lasciato, così come sarà diversa la programmazione: non più una stagione ma un festival che ci accompagnerà intanto fino al 30 di settembre e poi si vedrà. Una programmazione diversa, come diversi sono i tempi in cui viviamo, una sorta di festival liquido che dovrà tenere conto dell’evolvere dell’epidemia e confrontarsi con i vincoli connessi ma che intende trasformare i limiti oggettivi con cui dobbiamo fare i conti in opportunità di ispirazione creativa.

Ripartiamo anche dai linguaggi del contemporaneo con una nuova commissione a Ella Milch-Sheriff confermando l’attenzione e la vocazione del nostro teatro nei confronti dei linguaggi artistici del nostro tempo”.

Per la riapertura del 4 luglio la Sala Grande è stata completamente ridisegnata da Roberto Andò, coadiuvato dallo scenografo Gianni Carluccio, tenendo conto delle esigenze di sicurezza e distanziamento di coro, orchestra, solisti e pubblico, ma ripartendo dall’idea di preservare e rafforzare, nel regime di restrizioni, la relazione tra la scena e il pubblico. Questa nuova disposizione dello spazio scenico sarà inaugurata con una installazione video di Andò e Scarzella, in occasione della prima italiana il 4 e 5 luglio, alle 21,30 del monodramma della compositrice israeliana Ella Milch-Sheriff, Der ewige Fremde (L’eterno straniero), una nuova commissione del Teatro Massimo di Palermo in collaborazione con la Gewandhaus Orchester di Lipsia e la BBC Philharmonic di Manchester.

Per la presentazione dell’opera a Palermo Ella Milch-Sheriff ha appositamente modificato il finale di questo "monodramma per attore e orchestra” in modo che Der ewige Fremde fluisca senza soluzione di continuità nella Messa in Do maggiore op. 86 di Beethoven che chiude il programma. Da Beethoven, infatti, e da un suo sogno raccontato in una lettera, parte l’ispirazione della compositrice e il testo dello scrittore israeliano Joshua Sobol che ci mostra uno straniero, forse lo stesso Beethoven, forse un rifugiato, «che aveva una vita intensa da qualche altra parte ma che è dovuto fuggire e si trova in una cultura totalmente differente, incapace di comunicare con la gente».

Come scrive la Milch-Sheriff: «Lo straniero è chiunque si trovi in un ambiente ostile, che lo respinge senza ragione alcuna, se non perché lui o lei è diverso, sembra diverso, si muove in modo diverso, parla una lingua diversa». A dialogare con l’Orchestra e il Coro sarà l’attore Eli Danker, mentre per la messa di Beethoven i quattro solisti vocali saranno due grandi cantanti palermitane, Laura Giordano e Marianna Pizzolato, insieme al tenore Luis Gomes e al basso
Evan Hughes. Sul podio il direttore musicale del Teatro Massimo, Omer Meir Wellber, che ha diretto anche la prima assoluta della composizione di Ella Milch Sheriff lo scorso febbraio a Lipsia e che sarà una presenza costante di questa nuova programmazione del teatro, sia a luglio che a settembre.

L’Orchestra e il Coro, quest’ultimo diretto da Ciro Visco, staranno rispettivamente in platea e sul palcoscenico. La regia dello spettacolo di inaugurazione del Festival è di Roberto Andò, le scene e le luci sono di Gianni Carluccio, il video di Luca Scarzella.
Lo spettacolo sarà replicato il 5 luglio alle 21,30 e sarà trasmesso in diretta su ARTE, grazie all’accordo stipulato dal Teatro Massimo con la rete televisiva franco-tedesca, da RAI 3 e sarà disponibile anche sulla WebTv del Teatro. (23/06/2020-ITL/ITNET)

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