Direttore responsabile Maria Ferrante − giovedì 25 aprile 2024 o consulta la mappa del sito
italialavorotv.it

Sponsor

ITALIANI E ITALIANI ALL'ESTERO - EUROPA/DIGITALE - PRES. EUROPARLAMENTO SASSOLI "ACCESSO ALLE RETE UGUALE PER TUTTI. NUOVO DIRITTO UMANO"

(2020-09-14)

  Riproponiamo a chiusura della fase piu' "calda" della stagione estiva e nel giorno d'inizio del nuovo anno scolastico "in presenza" nelle scuole italiane...e non solo, una questione sulla quale il dibattito è divenuto centrale nei lunghi mesi del lockdown: la comunicazione digitale, elemento dirimenti nel contesto dell'insegnamento scolastico italiano...e non solo .
  Si tratta della Lettera del Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, sul diritto ad un accesso universale a Internet, in risposta alla questione sollevata dal Presidente Romano Prodi

La lettera è stata originariamente pubblicata sul giornale La Repubblica
"Caro Direttore,
La lettera che il presidente Romano Prodi ha voluto rivolgermi solleva una questione centrale per il futuro della democrazia e del modello sociale europeo. Sono convinto anch’io che l’Unione europea possa svolgere un ruolo di guida nella definizione di standard mondiali per un accesso alla Rete uguale per tutti contribuendo, nel contesto multilaterale, alla discussione avviata dalle Nazioni Unite.

Mai come in questi mesi di lockdown migliaia di persone in Europa e nel mondo hanno dovuto lavorare, studiare, acquistare cibo, comunicare con le persone care utilizzando una connessione Internet. Al tempo stesso, l’impossibilità di accesso alla rete, per ragioni geografiche, economiche o sociali, si è rivelata un pesante elemento di marginalizzazione.

Per molti bambini non avere accesso a Internet ha significato in questi lunghi mesi vedersi negare il diritto fondamentale all’istruzione e alla conoscenza. Ma non solo. Per tante donne e uomini, l’impossibilità a connettersi ha prodotto mancanza di informazioni e messo a rischio la loro vita.

Internet, così come lo conosciamo, si basa sul principio innovatore e profondamente democratico della neutralità della rete. Questo principio stabilisce che tutti i bit che circolano in Internet siano trattati allo stesso modo, senza discriminazioni. Non possono essere rallentati o avere priorità a seconda del potere d'acquisto di chi li emette o ne è destinatario.  In questo momento l'Unione Europea è il principale attore globale che garantisce per legge questo principio così fondamentale della nostra epoca.

Però non basta. Perché non sia fonte di disuguaglianza, è altrettanto necessario che l’accesso alla Rete si basi su regole di equità. Come nel caso dell’energia elettrica o di altri servizi considerati essenziali, l’impossibilità di accedere a Internet - il cosiddetto divario digitale - non ha soltanto impatto sul lavoro, l’impresa, lo sviluppo scientifico, sociale e culturale. Altrettanto forti sono gli effetti sulla vita quotidiana delle persone, negli aspetti anche intimi del loro benessere e della loro felicità.

L’uguaglianza non è un punto di partenza, ma un obiettivo.
Siamo abituati a pensare alla Rete troppo in termini di piattaforme e algoritmi e meno in chiave di diritti. Abbiamo bisogno di offrire, invece, risposte democratiche a domande che appaiono tecniche quando in realtà non lo sono.

Già nel 2016 il Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu ha realizzato un passo importante adottando la Risoluzione sulla Promozione, la protezione e l'esercizio dei diritti umani su Internet. Una decisone volta a proteggere i diritti delle persone che usano la Rete, invitando gli Stati ad adottare politiche pubbliche per un accesso universale a Internet. Un passaggio importante arrivato a seguito dell’iniziativa pionieristica dell’amministrazione Obama che proclamò nel 2014 Internet “servizio pubblico”.  Una decisone poi negata 3 anni dopo dalla presidenza Trump con l’abrogazione della norma che sanciva la neutralità della Rete.
Queste circostanze lasciano ora all'Unione Europea la responsabilità di essere il punto di riferimento per definire i diritti di accesso.

Il Covid19 ha reso palese qualcosa di già evidente: la digitalizzazione non aspetta. La questione non è se avverrà o meno, ma se sarà per tutti.
Dobbiamo sbarazzarci dei luoghi comuni, adottare un atteggiamento razionale, impegnare le istituzioni a guidare questo cambiamento. Non possiamo continuare ad oscillare tra la fede incondizionata nella tecnologia e l’oscurantismo di coloro che attribuiscono al digitale tutti i problemi del nostro tempo.
Internet non è solo tecnologia, ma è l'epoca in cui viviamo. È al pari di quanto avvenne con la stampa che non fu solo l’invenzione di una macchina, ma lo strumento per l’accesso all'informazione e alla formazione delle moderne opinioni pubbliche. Non è necessario conoscere la tecnologia con cui sono fatti i libri per trarre beneficio da ciò che contengono.

É un inganno far credere che le persone non possano approfittare in modo equo e dignitoso di ciò che il digitale offre se non conoscono la sua tecnologia. Questo porta ad ingiustizie. Non si tratta di tempestare di Apps gli utenti, finché diventino clienti fedeli o estenuati si ritraggano abbandonando l'uso di questi strumenti. Il punto è assicurare trasparenza, informazione in modo che ognuno abbia la capacità di capire e decidere.

  Per questo è indispensabile un nuovo protagonismo delle Istituzioni pubbliche e un dialogo intenso con le imprese e i cittadini per promuovere logiche distributive e non monopolistiche.
Questo ci permetterà di prendere iniziative, di coltivare le nostre conoscenze, di ottenere che i governi rendano conto delle loro decisioni o di verificare che la digitalizzazione non violi la libertà personale con l’estrazione e la privatizzazione dei dati.

L’accesso alla rete come nuovo diritto umano. Il Parlamento europeo è pronto a questa sfida.

Nell’agenda europea due appuntamenti sono già indicati: la discussione dopo l’estate sulla proposta della Commissione UE di un quadro legislativo sui servizi digitali (Digital Services Act) e il dibattito che si svilupperà in seno alla Conferenza sul futuro dell’Europa.

Dobbiamo scrivere il nostro tempo. Per questo serve indicare la strada verso una digitalizzazione a misura di umanità." conclude il Presidente del Parlamento Europeo Davide Sassoli. (14/09/2020-ITL/ITNET)

Altri prodotti editoriali

Contatti

Contatti

Borsa italiana
Borsa italiana

© copyright 1996-2007 Italian Network
Edizioni Gesim SRL − Registrazione Tribunale di Roma n.87/96 − ItaliaLavoroTv iscrizione Tribunale di Roma n.147/07