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IMMIGRAZIONE - EUROPA - CESE A COMMISS. EUROPEO AFFARI INTERNI JHOANSSON : BENE NUOVO PATTO MIGRAZIONE E ASILO MA TROPPO INCENTRATO SU FRONTIERE E RIMPATRI

(2021-02-01)

  Nel corso di un dibattito con la Commissaria europea per gli Affari interni Ylva Johansson durante la sessione plenaria, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha accolto con favore il nuovo patto sulla migrazione e l'asilo, ma ne ha criticato la mancanza di ambizione e di coraggio. Troppo incentrato sulle frontiere e sui rimpatri, il patto non propone un numero sufficiente di soluzioni praticabili per un approccio alla gestione della migrazione basato sulla solidarietà.

Il 27 gennaio il CESE ha tenuto un dibattito con la Commissaria Johansson immediatamente prima di adottare il suo parere sul tema Un nuovo patto sulla migrazione e l'asilo. Nel parere il Comitato esprime riserve sulla capacità del Patto di contribuire allo sviluppo di un quadro comune europeo per la gestione della migrazione che sia efficace e in linea con i valori dell'UE.
Aprendo il dibattito, la Presidente del CESE Christa Schweng ha dichiarato: "Sono molto lieta che la Commissione abbia presentato il tanto atteso patto sulla migrazione e l'asilo nonostante le attuali difficili circostanze. Non vi è alcuna scusante per la mancanza di un approccio comune e praticabile alle questioni migratorie e non c'è assolutamente tempo da perdere. Il nuovo patto offre all'UE l'opportunità di progredire e di creare una solida base comune per agire in materia di migrazione e asilo".
Nelle sue osservazioni introduttive, la Commissaria Johansson ha dichiarato: "L'UE è da troppo tempo afflitta da un dibattito avvelenato sulla migrazione. È giunto il momento di calmarsi e trovare soluzioni pragmatiche".
La Commissaria ha indicato nella migrazione irregolare la sfida più urgente al momento, a causa del fatto che non è stata gestita in modo sufficientemente adeguato. Secondo la Commissione, occorre affrontare le cause profonde della migrazione irregolare e intensificare la cooperazione con i paesi terzi. È inoltre fondamentale gestire i rimpatri in modo più efficiente, poiché solo un terzo circa delle decisioni di rimpatrio viene effettivamente eseguito. Una reale solidarietà tra gli Stati membri è di enorme importanza.
La Commissaria Johansson ha sottolineato inoltre la necessità di investire in percorsi legali, sia per i rifugiati, attraverso programmi di reinsediamento, che per i lavoratori migranti, nonché la necessità di offrire ai migranti legali la possibilità di integrarsi nella società dell'UE.

Le critiche del CESE
Benché accolto con favore, il nuovo patto non ha incontrato l'approvazione del CESE.
Il Comitato ha criticato principalmente il fatto che il patto si concentri principalmente sui rimpatri e sulla gestione delle frontiere, a scapito di altre questioni scottanti, come i canali regolari di immigrazione, i percorsi sicuri per l'asilo e l'integrazione dei migranti. Inoltre, secondo il CESE, alcune delle soluzioni proposte potrebbero non essere realizzabili nella pratica.
Il relatore del parere, José Antonio Moreno Díaz, è intervenuto alla sessione plenaria e ha dichiarato: "Abbiamo nutrito grandi speranze per questo patto, ma mi duole dire che siamo un po' delusi. L'analisi della Commissione è corretta, concordiamo con le conclusioni, ma siamo delusi dalle proposte concrete e specifiche, perché, come si dice, il diavolo è nei dettagli."
Il correlatore del parere Cristian Pîrvulescu deplora la mancanza di progressi su alcune delle questioni affrontate nel patto. "Ci rincresce dire che non si è avanzato di molto, ma si sono fatti molti passi indietro. Incoraggiamo la Commissione ad adottare un approccio più coraggioso su alcuni di questi aspetti. È molto importante avere il coraggio di chiamare le cose con il loro nome", ha affermato.
Secondo il CESE, le principali carenze del patto risiedono nel contenuto delle sue proposte. Queste includono il regolamento sulla gestione dell'asilo e della migrazione, comprensivo di un nuovo meccanismo di solidarietà, e una nuova normativa per istituire una procedura di accertamenti (screening) alle frontiere esterne. Altre proposte riguardano il regolamento sulle procedure di asilo, che stabilisce una nuova procedura di frontiera, una nuova strategia in materia di rimpatri volontari e reintegrazione e una raccomandazione sulla cooperazione tra gli Stati membri per quanto riguarda le attività di soccorso svolte da soggetti privati.
Il patto definisce il nuovo meccanismo di solidarietà, nel cui quadro gli Stati membri avrebbero la possibilità di partecipare attraverso le ricollocazioni o il rimpatrio sponsorizzato di persone in situazione irregolare. Tuttavia, il CESE non è convinto che questo nuovo meccanismo volontario e selettivo possa effettivamente alleviare l'onere che pesa sugli Stati membri che si trovano sotto pressione. Non vi sono incentivi per i paesi a partecipare al meccanismo, nonostante alcuni di essi si siano rifiutati di farlo nel precedente programma di ricollocazione.
Il CESE, inoltre, non ritiene adeguato il sistema di accertamenti preliminari all'ingresso sul territorio dell'UE, dal momento che non è chiaro quanto sia fattibile completare gli accertamenti entro i cinque giorni stabiliti, specialmente per i paesi che accolgono il maggior numero di persone che arrivano in modo irregolare via mare.
Infine, il CESE si rammarica che il patto non menzioni il patto globale delle Nazioni Unite per una migrazione sicura, ordinata e regolare per la gestione della migrazione a livello internazionale.

La Commissaria Johansson: "La situazione è cambiata rispetto al 2015"
La Commissaria ha detto di non essere d'accordo con le critiche mosse alla Commissione per la sua mancanza di ambizioni. "Oggi la realtà è molto diversa dal 2015, quando abbiamo avuto un afflusso massiccio di rifugiati e la ricollocazione era una questione di primo piano", ha sostenuto, spiegando che oggi la stragrande maggioranza dei nuovi arrivati irregolari non sono rifugiati, ragion per cui decisioni rapide e rimpatri veloci rivestono grande importanza.

"I cittadini ci chiedono di fare la distinzione"
La Commissaria ha aggiunto che procedure di rimpatrio efficienti sono importanti per due motivi. Da un lato, inviano un forte messaggio ai trafficanti di esseri umani, che dicono ai migranti che, una volta messo piede sul territorio europeo, possono rimanervi per sempre. "Dobbiamo dimostrare che questo non è vero", ha dichiarato.
D'altro canto, le procedure di frontiera e i rimpatri sono collegati alla protezione del diritto di chiedere asilo e all'obbligo di fornire protezione internazionale a coloro che ne hanno bisogno.
"È importante difendere il diritto di queste persone a venire nell'UE e a presentare domanda di asilo, come pure è importante garantire un procedimento corretto ed equo", ha proseguito. "Dopo tale procedimento, se la decisione è negativa, queste persone non possono beneficiare della protezione internazionale e devono essere rimpatriate. Questo è ciò che i cittadini europei ci chiedono. Distinguere. Le persone che hanno diritto a rimanere sono benvenute e vogliamo che facciano parte della nostra società".

La situazione in Bosnia
Nel corso del dibattito, i membri del CESE hanno espresso profonda preoccupazione per la situazione alla frontiera dell'UE con la Bosnia-Erzegovina, dove 2 500 migranti non dispongono neanche di strutture di accoglienza di base e lottano per sopravvivere alla fame, alla sete e all'inverno, nonostante l'UE abbia finanziato il campo di Bira che è perfettamente attrezzato per l'inverno. Le autorità locali, tuttavia, si rifiutano di aprirlo.
"So che l'UE metterà a disposizione ulteriori 3,5 milioni di EUR, in aggiunta agli 88 milioni di EUR già erogati alla Bosnia-Erzegovina negli ultimi tre anni per aiutare i rifugiati e i migranti vulnerabili", ha dichiarato la Presidente del CESE Christa Schweng. "Ma non possiamo continuare a reagire solo con incentivi finanziari. Dobbiamo mettere in atto soluzioni durature basate sulla solidarietà. Sono necessarie anche rotte migratorie sicure e migliori condizioni di vita nei paesi di origine, che possono essere conseguite attraverso misure politiche e lo sviluppo di politiche economiche e sociali". (01/02/2021-ITL/ITNET)

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