ITALIANI ALL'ESTERO - A COLLOQUIO CON M.CONSIGLIO(V.PRES.ACLI/RETE MOND.) "TAPPE SALIENTI PERCORSO ACLISTA VALORE LAVORO:OTTICA INTERNAZIONALE- NUOVE ISTANZE RAPPRESENTANZA
“Credo che oggi il tema del lavoro abbia assunto nuovamente quel senso che aveva smarrito negli ultimi anni. Per questo motivo come Acli e come Fai abbiamo deciso di dedicare il 2011 al tema del lavoro. Innanzitutto per il rinnovato valore che assume all’interno della crisi; in secondo luogo perché quest’anno ricorre il trentennale dell’anniversario dell’enciclica di Giovanni paolo II “Laborem Excercens”. Lo ha affermato ad ItaliaLavoroTv/Italiannetwork il vice Presidente delle ACLI e Responsabile del Dipartimento Rete Mondiale Aclista, Michele Consiglio, nel corso di una intervista che ha toccato numerosi temi, alcuni dei quali finiscono per rimanere ai margini del dibattito sugli italiani all'estero, che pure vive profondamente immerso nelle attuali dinamiche internazionali.
“Abbiamo iniziato questa riflessione – ha spiegato Consiglio - soffermandoci su alcuni temi di riferimento: il rapporto tra lavoratori e datori di lavoro, la rappresentanza dei contratti, la dimensione internazionale del lavoro. In quest’anno di riflessione un appuntamento importante è stato senza dubbio quello di Bologna dello scorso giugno, laddove come Fai abbiamo deciso di mettere al centro della discussione la figura dei giovani. In quest’occasione, sono venuti fuori problemi e le criticità che hanno ancora una volta evidenziato come le mobilità (e non a caso uso il plurale) in Europa siano consistenti e riguardino nella fattispecie donne e giovani (provenienti soprattutto dal sud). A Castel Gandolfo, poi, sono emerse le questioni centrali relative al senso del lavoro nella vita delle persone... “A Londra, invece, l’attenzione si è focalizzata essenzialmente sulla dimensione internazionale...Ed in questa dimensione, anche la tutela ed i diritti devono internazionalizzarsi”.....
Nella dimensione internazionale risiede anche inevitabilmente “l’enorme patrimonio dell’esperienza dell’emigrazione italiana. " Un patrimonio che dobbiamo tutelare, salvaguardare e promuovere" fa presente l'esponente delle ACLI, il quale tuttavia stigmatizza "Contemporaneamente dobbiamo renderci conto che questa tipologia di emigrazione sta per terminare e che si pone una questione di rappresentanza di questo cambiamento. È’ necessaria, infatti, una rappresentanza degli italiani di seconda e terza generazione (non più emigranti) che noi dobbiamo intercettare attraverso politiche mirate. Da parte dei giovani emerge una ricerca di italianità ben diversa da quella che caratterizzava i loro genitori quando hanno lasciato l’Italia. Noi non siamo stati in grado di dare seguito a questo bisogno e a questa domanda. Il CGIE e le rappresentanze dei Comites non possono non tenere presente questa realtà”....(26/10/2011-ITL/ITNET)