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DONNE ITALIANE ALL'ESTERO - LAUREA HONORIS CAUSA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI PER L'IMPEGNO INSTANCABILE NELLA DIFESA DEI DIRITTI AD ESTELA CARLOTTO, VERA VIGEVANI E MORAN ISAIS

(2018-02-06)

Estela Barnes de Carlotto è Presidente dell’Asociación Abuelas de Plaza de Mayo . A Lei e ad altre due madri di desaparecidos è stata attribuita la Laurea Honoris Causa in relazioni internazionali

Estela nasce il 22 ottobre 1930. Si sposa con il suo primo fidanzato, Guido Carlotto, con cui vivrà fino alla sua morte. Dal loro matrimonio nascono quattro figli: Laura Estela nel 1955, Claudia Susana nel 1957, Guido Miguel nel 1959 e Remo Gerardo nel 1962.
Estela lavora come maestra, in seguito diventa direttrice della scuola nazionale “Coronel Brandsen” e Presidente delle giunta per la valutazione delle scuole nazionali.
Immagina di costruire una vita che le permetta di crescere serenamente i propri figli e di sviluppare la sua vocazione personale di insegnante.
Il 26 novembre 1977 nel pieno dell’ultima dittatura civico-militare argentina viene sorpresa dal sequestro di sua figlia Laura, incinta di tre mesi, studente di storia all’Universidad Nacional de La Plata e militante nella Gioventù Peronista. A distanza di
quasi un anno viene ritrovato il corpo di Laura che presenta dei chiari segni di una gravidanza portata a termine.
Da quel momento la vita di Estela cambia radicalmente: inizia a dedicarsi incessantemente alla ricerca di suo nipote Guido e di tutti gli altri bambini nati in prigionia. Estela entra nell’Asociación Abuelas de Plaza de Mayo nell’aprile 1978, fondata l’anno precedente con l’obiettivo di recuperare i nipoti sequestrati dai militari perché considerati “bottino di guerra” e dati successivamente in adozione ad altre famiglie. Con il ritorno alla democrazia nel 1983 Estela si trasforma progressivamente nella voce delle Abuelas di cui diventa Presidente nel 1989. Dopo più di trentacinque anni di ricerca finalmente il 5 agosto 2014 Estela può riabbracciare suo nipote Guido, un pianista della Provincia di Buenos Aires fattosi avanti spontaneamente perché dubbioso della propria identità.

L’Asociación Abuelas de Plaza de Mayo da quaranta anni si batte per restituire a tutti i bambini sequestrati spariti durante la dittatura la vera identità e la vera famiglia di origine. Per farlo le Abuelas sono appoggiate da un team di avvocati, medici, psicologi, investigatori e genetisti. Per stabilire con certezza il legame familiare con i bambini scomparsi le Abuelas hanno promosso la creazione del Banco Nazionale dei Dati Genetici dove sono contenute tutte le informazioni genetiche dei familiari che cercano i propri cari e la Commissione Nazionale per il Diritto all’Identità (CONADI) preposta a garantire a livello statale il diritto all’identità ed ad accompagnare l’associazione nella sia ricerca.

Nel corso degli anni hanno promosso varie campagne a livello nazionale ed internazionale per incontrare i propri nipoti e riaffermare il diritto all’identità sancito dagli articoli 7 e 8 della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia. Le Abuelas
hanno ad oggi ritrovato 125 nipoti e continuano nella loro incessante lotta per ritrovare quelli che ancora mancano all’appello.

Per la sua lotta instancabile per la Memoria, la Verità e la Giustizia Estela ha ottenuto vari riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale. Tra questi la Legion d’Onore della Repubblica Francese, l’Ordine al merito della Repubblica Italiana nel grado di
Commendatore, il Premio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, il Premio Félix Houphouët-Boigny dell’UNESCO e varie lauree honoris causa assegnatele da università di tutto il mondo.

Vera Vigevani Jarach
Madres de Plaza de Mayo - Línea Fundadora

Vera nasce a Milano il 5 marzo 1928 da una famiglia ebrea. Trascorre un’infanzia felice fino a quando non vengono proclamate nell’ottobre 1938 le leggi razziali che non le permettono di continuare a frequentare la scuola elementare Morosini. A causa delle crescenti tensioni in Europa i Vigevani decidono all’inizio del 1939 di rifugiarsi in Argentina dove avrebbero potuto condurre le loro vite senza persecuzioni. Il nonno materno di Vera, Ettore Felice Camerino, decide tuttavia di restare in Italia dove verrà prima arrestato nel 1943 e successivamente deportato ad Auschwitz dove morirà il giorno stesso del suo arrivo il 6 febbraio 1944.

In Argentina Vera si fidanza con un altro esule italiano, Giorgio Jarach, con cui si sposerà nel 1949. Vera lavora come giornalista per l’ANSA da Buenos Aires, in particolare è incaricata della sezione culturale. Il 19 dicembre 1957 dà alla luce la sua unica figlia, Franca. La bambina cresce in una famiglia amorevole che le trasmette l’importanza della cultura ed i valori della libertà e della solidarietà. Molto attiva all’interno del movimento studentesco il 25 giugno 1976, a tre mesi dal golpe militare, Franca, di appena 18 anni, viene sequestrata e portata alla ESMA. Alla ESMA, la famigerata scuola militare nel centro di Buenos Aires trasformata in luogo di detenzione clandestino per circa cinquemila desaparecidos, Franca subisce interrogatori e torture
per un mese fino ad incontrare il suo destino finale con un volo della morte.

Vera come molte altre madri nella stessa situazione si mette fin da subito alla ricerca di sua figlia, rivolgendosi ad istituzioni nazionali ed internazionali, senza però ricevere alcuna informazione certa sulla sorte di Franca. Nemmeno gli interventi del Presidente della Repubblica Sandro Pertini e di Primo Levi porta a scoprire la verità per cui Vera dovrà attendere quasi venti anni, quando una sopravvissuta della ESMA si fa avanti per confermarle che Franca era stata uccisa dai militari.

Vera fa parte delle Madres de Plaza de Mayo - Línea Fundadora e della Fundación Memoria Histórica y Social Argentina. Le Madres grazie alla loro resistenza attiva ed i loro fazzoletti bianchi in Plaza de Mayo, di fronte alla Casa Rosada sede del Governo, riescono ad attirare l’attenzione sul fenomeno dei desaparecidos e saranno una delle cause della caduta della giunta militare. Dal ritorno alla democrazia nel 1983 le Madres sono impegnate nella trasmissione della memoria e nella richiesta di verità e giustizia per i crimini commessi durante l’ultima dittatura.

Vera, che si definisce una “militante della memoria” per essere stata coinvolta in due delle peggiori tragedie del secolo scorso, da quaranta anni porta avanti la propria testimonianza, in particolare nelle scuole di Argentina e di Italia, per evitare che simili
eventi si ripetano nell’indifferenza generale. È autrice o coautrice di varie pubblicazioni, tra cui: Tante voci, una storia. Ebrei italiani in Argentina (1938-1948), Il silenzio infranto. Il dramma dei desaparecidos italiani in Argentina ed I ragazzi dell’esilio. Argentina (1975-1984). Nel 2013 il Corriere della Sera realizza un documentario web a cura di Marco Bechis sulla sua storia: Il rumore della memoria. Il viaggio di Vera dalla Shoah ai desaparecidos. Per il suo impegno è stata insignita del titolo di Commendatore della Repubblica Italiana.


Yolanda Morán Isais
Fuerzas Unidas por Nuestros Desaparecidos en Mexico (FUNDEM)

Yolanda Morán Isais ha 64 anni ed è originaria dello stato messicano settentrionale del Coahuila, situato al confine con gli Stati Uniti. Yolanda è madre di Dan Jeremeel Fernández Morán, desaparecido il 19 dicembre del 2008 all'età di 34 anni nella località Torreón (Coahuila). L'ultima persona che lo ha visto è stata una collega di lavoro. Quella mattina, subito dopo, sarebbe dovuto andare a prendere i suoi cinque figli, ma non è mai arrivato a destinazione.
Il 4 gennaio del 2009 Ubaldo Gómez  fuentes, tenente militare, viene arrestato mentre guidava la macchina di Dan.  Il 25 marzo 2010 sono stati arrestati due militari latitanti, coinvolti nella sparizione di Dan, a Città del Messico. Tutti e tre i militari vengono trovati morti in carcere.  Dal momento della sparizione di suo figlio, Yolanda ha iniziato una battaglia personale e collettiva per la ricerca di Dan e degli oltre 33 mila desaparecidos messicani. Le sparizioni in Messico hanno una propria peculiarità: avvengono oggi a causa della profonda commistione tra criminalità organizzata e organi statali (polizie municipali, statali, federali, esercito).

  Attualmente in Messico spariscono donne e bambine obbligati ad entrare nel mercato del lavoro forzato e della prostituzione; ingegneri delle telecomunicazioni, ingegneri civili, biochimici, avvocati e altri professionisti impiegati forzatamente dai cartelli della droga; bambini e adolescenti sequestrati e reclutati nelle fila della criminalità organizzata; migranti centroamericani; giornalisti; attivisti e difensori dei diritti umani.

Nel suo impegno quotidiano Yolanda coordina Fuerzas Unidas por Nuestros Desaparecidos en Mexico (FUNDEM) Region Centro ed è membro fondatore di Fuerzas Unidas por Nuestros Desaparecidos en Coahuila (FUUNDEC). Quest’ultima, nata nel 2009, si configura come il primo gruppo di familiari di desaparecidos organizzato nel paese. Dato l’incremento delle sparizioni a livello nazionale, il collettivo originario del Coahuila ha poi deciso di estendere il proprio lavoro di assistenza ai familiari, formando nel 2011 FUNDEM. Oggi questi collettivi sono formati da più di 500 famiglie impegnate nella ricerca dei propri cari scomparsi ma anche nell’assistenza legale, psicologica e morale ai familiari stessi (coadiuvati da organizzazioni maggiormente strutturate). Inoltre, attraverso azioni di incidencia politica, i familiari fanno pressione continua sugli organi statali e federali affinché siano promulgate leggi a favore delle vittime e sia fatta giustizia. Proprio nel Coahuila si è formato un gruppo di lavoro formato dai familiari dei desaparecidos, dalle autorità locali e da funzionari dell’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.

L’organizzazione di Yolanda ha p oi lavorato alla legge statale sulla “dichiarazione di assenza” e al Programa de Ayuda s Familias De Desaparecidos (PROFADE). Un risultato molto importante è stato raggiunto con la creazione di una legge sull’esumazione e identificazione dei corpi del Coahuila. Prossimo obiettivo è la promulgazione della stessa legge a livello nazionale. Yolanda
è inoltre portavoce presso le istituzioni messicane e internazionali del Movimiento por Nuestros Desaparecidos en Mexico, un movimento nato nel 2015 (rappresenta circa 50 collettivi di familiari e altre 50 organizzazioni sociali) che si è battuto per una legge generale sulle sparizioni forzate e sulle sparizioni per particolari, approvata dalla Camera dei Deputati messicana il 12 ottobre 2017.

Yolanda è infine coordinatrice della rete ALAS (America Latina Alternativa Social), una rete di antimafia sociale che è stata promossa da Libera e formata da diverse realtà associative (tra cui FUUNDEC-FUNDEM) impegnate nella promozione dei diritti
umani, assistenza ai familiari delle vittime, ricerca e informazione. Yolanda, insieme a molti familiari messicani, ha visitato più volte l’Italia in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia di Libera, che si celebra ogni 21 marzo.

Nel 2015 è stata ospite, insieme a Victor Rolon, dell’Università degli Studi di Milano presso il corso di Perfezionamento in Scenari Internazionali della Criminalità Organizzata, dove ha raccontato la tragedia messicana e la condizione dei familiari. (06/02/2018-ITL/ITNET)

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