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RICERCA SCIENTIFICA ITALIANA NEL MONDO - BIOLOGIA MARINA - A PANAREA PROVE TECNICHE DI "RISCALDAMENTO GLOBALE" NEL LABORATORIO NATURALE DI BIOLOGIA MARINA DELL'ATENEO DI BOLOGNA

(2018-04-21)

  Riscaldamento  globale  nel  Mediterraneo:  il  National  Geographic  premia  una  ricercatrice  Unibo  Arianna  Mancuso,  assegnista  di  ricerca  e  dottoranda  al  Laboratorio  di  Biologia  Marina  e  Pesca  dell'Alma  Mater,  studia  gli  effetti  del  cambiamento  climatico  su  alcuni  tra  gli  organismi  marini  più  vulnerabili:  i  molluschi  Un  Early  Career  Grant  del  National  Geographic  per  studiare  gli  effetti  del  riscaldamento  globale  sulla  vita  marina,  a  partire  da  alcuni  dei  suoi  organismi  più  vulnerabili:  i  molluschi.  Lo  ha  vinto  Arianna  Mancuso,  assegnista  di  ricerca  e  dottoranda  dell’Università  di  Bologna.  Il  suo  progetto,  che  si  chiama  Shell  Warm,  è  stato  selezionato  dalla  National  Geographic  Society  e  sarà  finanziato  con  un  contributo  di  5000  dollari.

Arianna  svolge  la  sua  attività  di  ricerca  nel  Laboratorio  di  Biologia  Marina  e  Pesca  dell'Alma  mater,  che  ha  sede  a  Fano,  in  provincia  di  Pesaro  e  Urbino.  Al  centro  dei  suoi  studi  c’è  l’impatto  che  l’aumento  delle  temperature  e  l’acidificazione  dei  mari  può  avere  sugli  organismi  marini  del  Mediterraneo.  “Il  riscaldamento  globale  rappresenta  una  seria  minaccia  per  la  biodiversità  degli  ecosistemi  marini”,  spiega  la  ricercatrice  Unibo.  “L’aumento  delle  temperature  causa  cambiamenti  nella  chimica  delle  acque,  con  conseguenze  sulla  distribuzione,  sull’abbondanza  e  sullo  sviluppo  di  diverse  specie”. 

Tra  queste,  i  molluschi  risultano  particolarmente  vulnerabili,  perché  il  cambiamento  climatico  potrebbe  avere  effetti  negativi  sul  processo  di  formazione  delle  loro  conchiglie.  È  qui  che  entra  in  gioco  Shell  Warm.  “Il  progetto  –  racconta  ancora  Arianna  Mancuso  –  si  svolgerà  in  un  vero  proprio  laboratorio  naturale:  il  cratere  sottomarino  di  Panarea,  dal  quale  fuoriescono  emissioni  di  anidride  carbonica  che  acidificano  l’acqua  circostante,  consentendo  di  osservare  oggi  quello  che  potrebbe  accadere  nei  mari  del  futuro”.  I  ricercatori  del  Laboratorio  Unibo  di  Biologia  Marina  e  Pesca  trapianteranno  allora  i  molluschi  nell’area  del  cratere  sottomarino  e  osserveranno  come  reagiscono  all’aumento  di  acidificazione  e  di  temperatura  del  mare. (21/04/2018-ITL/ITNET)

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