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DONNE - 8 MARZO - COMMISSIONE UE : L'EUROPA STA COMPIENDO PROGRESSI MA OCCORRE ACCELERARE IL CAMBIAMENTO

(2019-03-07)

La parità tra donne e uomini è un valore fondamentale dell'Unione europea sancito nel trattato fin dall'inizio: il trattato di Roma conteneva infatti una disposizione sulla parità di retribuzione.

L'attuale lavoro della Commissione sulle politiche a favore della parità di genere si basa sull'impegno strategico per la parità di genere 2016-2019, incentrato su cinque settori prioritari:

    aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro e pari indipendenza economica per donne e uomini;
    riduzione del divario di genere in materia di retribuzioni, salari e pensioni e, di conseguenza, lotta contro la povertà delle donne;
    promozione della parità tra donne e uomini nel processo decisionale;
    lotta contro la violenza di genere e protezione e sostegno alle vittime; e
    promozione della parità di genere e dei diritti delle donne in tutto il mondo.

In occasione della Giornata internazionale della donna, la Commissione ha pubblicato la relazione 2019 sulla parità tra donne e uomini nell'UE. La buona notizia è che l'Europa sta compiendo progressi; ma dobbiamo accelerare il cambiamento.

La Commissione Juncker ha agito su tutti i fronti per migliorare la vita delle donne in Europa, Combattendo la violenza contro le donne, colmando il divario retributivo di genere e stabilendo migliori condizioni per conciliare lavoro e vita familiare.

Frans Timmermans, primo Vicepresidente, ha dichiarato oggi: "Siamo nel 2019 e i progressi nel campo della parità di genere vanno ancora a passo di lumaca. In alcuni paesi la situazione sta addirittura peggiorando. Tutto quello che chiediamo è: parità per tutti. Nulla di più, ma niente di meno. È ora che uomini e donne si adoperino insieme per la parità."

V?ra Jourová, Commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere, ha dichiarato: "Le donne sono ancora sottorappresentate in politica in tutta l'UE, anche nelle istituzioni europee. Vorrei vedere più donne che si candidano alle elezioni. Dovremmo dare l'esempio: invito gli Stati membri a candidare un maggior numero di donne alla carica di future commissarie europee."

La relazione di oggi mostra alcuni progressi in materia di parità di genere, ma le donne continuano a subire disuguaglianze in molti settori:

    il tasso di occupazione femminile nell'UE ha raggiunto il picco storico del 66,4 % nel 2017, ma la situazione varia da uno Stato membro all'altro. L'anno scorso otto Stati membri (Austria, Repubblica ceca, Germania, Estonia, Irlanda, Italia, Polonia e Slovacchia) hanno ricevuto raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo per migliorare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro;

    le donne sono più esposte al rischio di povertà, con salari inferiori in media del 16 % rispetto a quelli degli uomini. Ciò si traduce nel divario pensionistico, che nel 2017 era del 35,7 %. In alcuni paesi oltre il 10 % delle donne anziane non può permettersi l'assistenza sanitaria di cui ha bisogno;

    le donne rimangono largamente sottorappresentate nei parlamenti e negli organismi governativi. Solo 6 dei 28 parlamenti nazionali nell'UE sono guidati da donne e sette parlamentari su dieci nei parlamenti nazionali dell'UE sono uomini. Sebbene l'attuale livello del 30,5 % di donne con incarichi ministeriali sia il più alto da quando i dati sono stati disponibili per la prima volta per tutti gli Stati membri dell'UE nel 2004, vi sono ancora elementi che indicano che le donne tendono a ricevere portafogli ritenuti meno prioritari dal punto di vista politico;

    il fenomeno del "soffitto di cristallo" rimane una realtà nel mondo imprenditoriale, con solo il 6,3 % delle posizioni di amministratore delegato nelle principali società quotate dell'UE ricoperto da donne.

Condivisione delle responsabilità di assistenza grazie alle nuove norme dell'UE sull'equilibrio tra lavoro e vita familiare

Il recente accordo sulla direttiva relativa all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare stabilisce una disposizione minima europea che prevede 10 giorni di congedo di paternità retribuito dopo la nascita di un figlio, da indennizzarsi al livello del congedo per malattia. Esso rafforza l'attuale diritto a un congedo parentale di 4 mesi, imponendo la non trasferibilità di 2 mesi tra i genitori e introducendo un indennizzo per questo periodo di 2 mesi a un livello che sarà stabilito dagli Stati membri. Introduce inoltre disposizioni sul congedo per i prestatori di assistenza, prevedendo come nuovo diritto europeo 5 giorni di congedo all'anno per lavoratore. Non da ultimo, le nuove norme rafforzano il diritto per tutti i genitori e i prestatori di assistenza di richiedere modalità di lavoro flessibili.

Nel novembre 2018 le donne rappresentavano il 36,4 % dei 749 membri del Parlamento europeo, una percentuale leggermente in calo rispetto al picco del 37,3 % raggiunto alla fine del 2016. La Finlandia emerge chiaramente: il 76,9 % dei suoi membri del Parlamento europeo sono donne. I rappresentanti di sette Stati membri comprendono almeno il 40 % di ciascun sesso (Irlanda, Spagna, Francia, Croazia, Lettonia, Malta e Svezia, mentre oltre l'80 % dei membri del Parlamento europeo provenienti da Bulgaria, Estonia, Cipro, Lituania e Ungheria sono uomini).

All'interno della Commissione europea, gli sforzi profusi per raggiungere l'obiettivo del 40 % di donne nella dirigenza intermedia e superiore entro il 2019, fissato dal presidente Jean-Claude Juncker, stanno dando i loro frutti. La percentuale di donne nel personale direttivo ha raggiunto il 39 % a tutti i livelli, il 37 % a livello superiore e il 40 % a livello intermedio.

La commissione ricorda che :

1 - Consultazione pubblica sulla parità di retribuzione - aperta fino al 5 aprile 2019

Invito a presentare proposte per prevenire e combattere la violenza di genere e la violenza contro i minori, i giovani e le donne - aperto fino al 13 giugno 2019 (07/03/2019-ITL/ITNET)

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