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RICERCA SCIENTIFICA ITALIANA NEL MONDO - I PRIMI 50 ANNI DELLA "RETE INTERNET"

(2019-10-29)

Oggi  29 ottobre, presso la sede centrale del Cnr, a Roma  si è tenuto un evento scientifico-divulgativo di estrema importanza per gli effetti e le relazioni cui ha dato vita, dedicato ai pionieri della Rete e al futuro della ricerca scientifica in questo settore, per celebrare il mezzo secolo dalla prima trasmissione dati tra due computer: oggi, infatti,  Internet compie 50 anni.
A promuovere l'evento: il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e l’Università di Pisa, in collaborazione con ricercatori del Politecnico di Milano e del Politecnico di Torino.

La prima trasmissione dati tra due computer avvenne alle 22:30 del 29 ottobre 1969 tra il laboratorio di Leonard Kleinrock a Los Angeles (Ucla), e lo Stanford Research Institute, a 350 miglia di distanza. L’invio di quei pochi bit di informazioni attraverso la rete Arpanet – da cui si è poi originata Internet – ha dato vita ad una delle più grandi invenzioni dell’umanità.

L’evento del 29 ottobre, che racconta passato, presente e futuro della Rete, si è aperto con un intervento del presidente del CNR, Massimo Inguscio. A  seguire una sessione storico-celebrativa, con le testimonianze dei ricercatori italiani e statunitensi che contribuirono alla nascita di Internet e all’ingresso dell’Italia nella Rete. Leonard Kleinrock, in una video intervista i passi principali del progetto di ricerca Arpanet, mentre Luigi Fratta, che da giovanissimo lavorò proprio in America per collaborare con Kleinrock, ha portato una testimonianza diretta dei primi anni di vita della Rete visti da Ucla. La sessione si è conclusa con la testimonianza di Luciano Lenzini, che nel 1986 dall’Istituto Cnuce del Cnr di Pisa ha collegato per la prima volta l’Italia a Internet.

“Il CNR è stato fondamentale nell’avvio di internet in Italia, tra le prime nazioni al mondo che 33 anni fa si collegarono alla rete, così come per la sua diffusione di massa grazie al dominio Registro.it, l’anagrafe dei domini made in Italy” – afferma il presidente Inguscio. “Il CNR continuerà ad essere protagonista in Italia e in Europa con progetti che coordina nel campo dell’Ict, delle reti e della rivoluzione tecnologica e di conoscenze legate all’aumento esponenziale della velocità di trasmissione e alla protezione dei dati grazie alle applicazioni della meccanica quantistica in campo fotonico e crittografico”.

RPCNET è stata la prima rete di computer Italiana (1970-1985), racconta Luciano Lenzini racconta.  Nei primi anni ’70 il CNUCE avviò una collaborazione con il Centro Scientifico IBM di Pisa, situato  proprio di fronte alla sua sede. Grazie a questa collaborazione, quattro ricercatori pisani, due del CNUCE (io e Renato Matteucci) e due del Centro Scientifico IBM di Pisa (Paolo Franchi e Alessandro Fusi) ci trasferimmo dal ’73 al ’74 al Centro Scientifico IBM di Cambridge, Massachusetts (USA), per approfondire le conoscenze sul computer networking. Lì abbiamo potuto contare sulla collaborazione non solo dei ricercatori dei centri scientifici IBM (a partire proprio da quello di Cambridge), ma anche di quelli di altre istituzioni di ricerca statunitensi. Mi ricordo in particolare di quei mesi gli scambi di idee del nostro gruppo con i progettisti dell’IBM Watson Research Center di Yorktown Heights, che lavoravano all’architettura proprietaria IBM denominata Systems Network Architecture (SNA), e con alcuni progettisti della BBN di Cambridge impegnati in ARPANET, oltre che con i progettisti della rete MERIT sviluppata all’Università del Michigan.

Nel mese di giugno del 1974 fu formalizzato l’avvio del progetto REEL (Rete di Elaboratori) fra CNEN (Divisione Gestione Sistema Informativo, Bologna), CNR (Istituto CNUCE, Pisa), CSATA (Centro Studi Applicazioni tecnologie Avanzate, Bari), Centro Scientifico IBM di Pisa e i centri di calcolo delle Università di Padova e di    Torino, per la progettazione e la realizzazione di una rete di calcolatori tra i vari centri di calcolo di queste istituzioni: nasceva formalmente RPCNET (REEL Project Computer NETwork).
Tali organizzazioni sottoscrissero con IBM lo stesso contratto di collaborazione precedentemente sottoscritto dal CNUCE. Dagli archivi dell’Università di Torino è stato possibile recuperare gli accordi di collaborazione tra le università di Torino e di Padova e l’IBM.

Per dare visibilità nazionale al progetto REEL, CNUCE e Centro Scientifico IBM di Pisa organizzarono il 21 ottobre del 1976 una conferenza stampa a Milano per i giornalisti scientifici italiani. Il giorno successivo, a Venezia, si svolse una giornata di studio dedicata alla presentazione dell’architettura e dei protocolli di RPCNET: vi presero parte, davanti a un folto pubblico, i principali rappresentanti della comunità scientifica nazionale e delle aziende che in quel periodo operavano nel settore ICT. Per la prima volta veniva presentata una rete nazionale di computer interamente progettata ed implementata in Italia, in grado di competere con ARPANET e con altre reti esistenti all’epoca.

Alla fine del 1976, il software RPCNET era già funzionante sugli elaboratori IBM di cui erano dotati i partner del progetto REEL. Il minicalcolatore IBM System/7 (con il ruolo di front end processor), disponibile presso alcuni centri di calcolo, svolgeva anche il ruolo di concentratore di terminali (con funzionalità simile al TIP di ARPANET). Tra il 1976 e il 1978 il software RPCNET fu testato tra alcuni centri di calcolo dei partners, reso più
affidabile e arricchito di strumenti sia per la misura del traffico tra i nodi della rete sia per la raccolta di altri dati statistici.

RPCNET: dalla ricerca al servizio (1978 - 1985)
Nel 1978 la Commissione Generale per l’Informatica del CNR decise di utilizzare RPCNET tra i centri di calcolo dello stesso Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Università per attuare la propria politica nazionale di calcolo scientifico, dando corpo alle intuizioni che Alessandro Faedo, allora Rettore dell’Università di Pisa e Guido Torrigiani, direttore del CNUCE, avevano avuto nel 1970 avviando il progetto.

La conseguenza di tale scelta fu che, dal 1978 al 1985, RPCNET, prima rete italiana e una delle prime in Europa, collegò una decina di centri di calcolo scientifico distribuiti da Palermo a Milano. Gli utenti di RPCNET incominciarono a sperimentare i servizi di rete.
L’esperimento gestionale di RPCNET, terminato nel dicembre 1985, dimostrò come fosse possibile non solo integrare le risorse hardware e software dei centri di calcolo partecipanti, ma anche e soprattutto trasferire preziose conoscenze culturali e professionali dai centri di calcolo più avanzati, come ad esempio il CNUCE, a quelli di nuova o recente istituzione. Le applicazioni di file transfer, accesso remoto dei terminali interattivi e di messaggistica furono usate in misura sempre più elevata dagli utenti RPCNET come evidenziarono le misure di traffico raccolte in quel periodo (RPCNET Measurement System First Experiences).

Dovette invece passare molto tempo prima che gli utenti cominciassero ad apprezzare i vantaggi di avere un computer di media potenza locale, con il quale soddisfare particolari esigenze (editing, messa a punto di programmi, ecc.), oltre alla possibilità di richiedere, tramite RPCNET, servizi residenti su computer remoti dotati di più elevate capacità di elaborazione.
Altri obiettivi di primaria importanza raggiunti nel corso dell’esperimento furono, ad esempio, il test di varie strutture organizzative e la razionalizzazione della distribuzione del software applicativo nei vari centri di calcolo di RPCNET.

RPCNET e IBM
Anche in casa IBM le competenze maturate con la progettazione e lo sviluppo della rete RPCNET ebbero ricadute interessanti. Fu avviato in quegli anni il progetto PISA (Prototype for Interconnection of Series/1 Applications) fra il Centro Scientifico IBM di Pisa e il Laboratorio di Sviluppo della IBM di Boca Raton (Florida). Il risultato fu la
progettazione e lo sviluppo di un prototipo di rete di elaboratori basato su sistemi mini IBM Serie/1, automaticamente riconfigurabile e con ottime prestazioni.

I risultati di tale progetto furono presentati in una dimostrazione con un gruppo di 10 sistemi Serie/1 interconnessi fra loro e 20 utenti che lavoravano a terminale e si scambiavano dati e archivi. Le connessioni fra i sistemi venivano cambiate in modo casuale mentre la rete era operativa ma gli operatori continuavano a lavorare senza alcun inconveniente. Nonostante le caratteristiche più che interessanti il prototipo rimase tale data la strategia diversa adottata nel networking dalla IBM, nota come Systems Network Architecture o SNA.

RPCNET contribuì indubbiamente a creare una cultura di networking tra gli utenti ed i gestori del calcolo scientifico in ambito CNR e universitario e a preparare il terreno che avrebbe facilitato la transizione ad Internet da lì a qualche anno.(29/10/2019- ITL/ITNET)

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