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DONNE - OCCUPAZIONE - CONVEGNO VANTAGGI "WOMENOMICS" - DASSU' (V.PRES.CENTRO STUDI AMERICANI): "MANCATA RIPRESA ITALIA DOPO CRISI 2008 DOVUTA A LIMITATA PARTECIPAZIONE DONNE MERCATO DEL LAVORO"

(2020-01-14)

  Piu’ donne piu’ Pil: se ne è parlato oggi in un convegno a Roma, promosso presso il Centro Studi Americani, in collaborazione con #InclusioneDonna, a cui ha preso parte anche il Ministro per le Pari Opportunità,  Elena Bonetti.

Tra i relatori Marta Dassù, Vice Presidente del Centro Studi Americano,  che ha  evidenziato  come  la mancata ripresa  dell’Italia  dopo  la crisi del 2008  sia da  attribuire  ad una limitata partecipazione  delle donne al mercato del lavoro.
"Tutte le stime internazionali dicono questo:  il problema della partecipazione delle donne al mercato del lavoro, il problema dell’ abbattimento del gender gap non e’ solo un problema di diritti  umani,  di uguaglianza: e’ un problema di mancata crescita economica. Noi abbiamo  un pezzo in meno di PIL perché la partecipazione delle donne italiane  al mercato del lavoro e’ molto piu’ bassa rispetto alla media europea. Siamo  appena meglio della Grecia,  siamo peggio  della Spagna e questo e’ una perdita  di produttività economica.

Quindi questo non e’ solo un punto cruciale per le donne ma  riguarda il benessere nazionale” ha dichiarato Dassu’ sottolineando come  a dicembre negli Stati Uniti  il numero delle donne impiegate  ha superato quello degli uomini.
“Non succedeva da 15 anni. E questo dipende dalla crescita del settore dei servizi sociali. In un paese che ha un tasso di disoccupazione del 3,5% il numero delle donne che lavorano e’ in fortissima ascesa” ha precisato Dassu’.

Andrea Montanino, Presidente del Fondo Italiano d’Investimento, ha invece sottolineato  come l’Italia cresca mediamente  un 1% in meno rispetto agli altri paesi.

“C'e' una logica economica  tra un maggiore numero di donne nel mercato del  lavoro e  un maggiore tasso di crescita?

I due dati vanno insieme!” ha affermato Montanino ricordando i casi del Giappone e dell’Oman le cui economie sono sensibilmente migliorate nel momento in cui  e’ cresciuto  il numero delle donne nel mercato del lavoro.
“Noi oggi in Italia  possiamo dire piu’ donne piu’ PIL, allo stesso tempo tuttavia dobbiamo dimostrare che c'é  una differenza tra uomo e donna: se nessuno lo dimostra infatti, se e'  solo un problema di quantita’ di risorse,  si puo’ assumere una persona, uomo o donna che sia,  l’importante e’ il numero. Dobbiamo quindi  mettere in rilievo  gli aspetti positivi nell’assumere una donna” ha precisato Montanino.

"Tra gli elementi positivi c'é quello della diversità nel senso piu’ ampio del termine:  questa  crea valore, creativita’, una nuova visione. In secondo luogo, quando si assumono donne in posizioni apicali, si ha un aumento della produttività  delle donne  che lavorano in azienda perché si riduce la discriminazione o il senso di discriminazione. In terzo luogo,  ci sono caratteristiche femminili che sono  complementari a quelle  maschili: c'é una diversa  avversione al rischio, gli uomini infatti sono piu’ propensi. E c'é una diversa competitivita’, le donne lo sono  meno. E la complementarieta’ aiuta.

Infine, l'aumento dell’occupazione femminile genera una domanda di servizi e quindi aumenta il PIL. Non e’ quindi uguale assumere  una donna o un uomo” ha  sottolineato Montanino.(14/01/2020-ITL/ITNET)

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