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DONNE - VIOLENZA - CONVEGNO DONNE EBREE. MUSSULMANE, CRISTIANE E DI OGNI CREDO UNITE CONTRO LA VIOLENZA, PROMOSSO DA UXU A ROMA:

(2020-02-08)

Il movimento internazionale Transculturale interprofessionale Uniti per Unire (UXU) insieme alle associazioni e comunità aderenti compresa la comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai) e l'associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) e L'Unione Medica Euro Mediterranea (UMEM) insieme all'Associazione Nuove Frontiere del Diritto promuovono e organizzano il 27.02 con inizio ore 19.30 il Convegno "Diritti delle Donne Calpestati" presso Snodo in via del Mandrione 63 zona Porta Maggiore - Casilina .

Proprio in questi giorni si parla molto di violenza sulle donne con campagne, monologhi e iniziative per combattere ogni tipo di violenza e discriminazione nel mondo e non solo in Italia. Ci sono dei numeri secondo una ricerca e analisi fatta dai nostri Dipartimenti donne di Amsi, Co-mai, UMEM e Uniti per Unire e sono impressionanti, scandalosi, rendono l’idea della gravità e dell’urgenza della situazione. Ma non bisogna dimenticare che dietro a quei numeri ci sono storie vere. Di donne che ogni giorno, in tutto il mondo, subiscono violenza. In tutto il mondo, si stima che circa il 40% delle donne abbia subito violenza, sessuale e non, almeno una volta nella vita. Nel 45% per cento dei casi di omicidi di donne, il colpevole è il partner. Le bambine sposate con un uomo della loro età o più grande, ammontano a 25 milioni circa. Centinaia di milioni di altre bambine sono a rischio matrimonio forzato e/o precoce. La situazione non potrà che peggiorare man mano che la popolazione mondiale continua a crescere e non si mettono strumenti legislativi validi per combattere il fenomeno mondiale in tutte le sue sfumature. Nel 35% dei casi a livello globale, le donne subiscono violenza dal proprio partner all’interno delle mura domestiche, di cui il 75% hanno paura di denunciare per salvare il matrimonio, i figli e per paura di non essere protette. Il 45% per cento delle donne vittime di violenza ha riportato lesioni e ferite permanenti. L’omicidio e il suicidio sono le conseguenze più gravi. Gravidanze indesiderate, aborti e malattie sessualmente trasmissibili sono solo alcune delle altre conseguenze della violenza sessuale che subiscono il 95% delle donne immigrate nel loro tragitto di immigrazione irregolare tramite i viaggi della speranza per completare la nostra ricerca e non parlare solo di violenza sulle donne "regolari" dimenticando quelle dell’immigrazione irregolare e invisibile che tutti i giorni pagano un prezzo alto di sofferenza per la loro libertà. Di queste ingiustizie e violenze  contro le donne, pagano il prezzo più alto i bambini: il 60% dei figli di genitori separati manifestano disagio, problematiche psicologiche e psichiche, crisi di identità, insicurezza, infelicità. Spesso sono divisi, non sanno se dovranno seguire il papà o la mamma, il compagno della madre o la compagna del padre.

Il Fondatore dell'Amsi, Uniti per Unire e Membro del Registro Esperti Fnomceo Prof. Foad Aodi nonché moderatore del dibattito dichiara cosi nel presentare il Convegno e la ricerca :"Ci auspichiamo che i messaggi forti che inviati anche oggi da Sanremo contro la violenza sulle donne possano continuare tutti i giorni e non solo l'8 marzo, o a Sanremo, stimolando le donne a denunciare e a non sentirsi sole,  vittime due volte per paura di denunciare, non protette e non convinte ad assicurare il colpevole alla giustizia, per questo abbiamo pensato ad un evento importante che coinvolga tutte le nostre associazioni, in quanto il tema della violenza contro le donne è un filo conduttore che lega tutte le nostre attività. La violenza sulle donne ha molteplici aspetti, è il risultato di antichi retaggi culturali ed è un problema universale a tutto tondo, che si manifesta in ogni parte del pianeta. Dobbiamo rimuovere i muri mentali di fronte ad un problema che ci riguarda tutti. Bisogna anche risolvere le questioni amministrative, giuridiche e politiche su alcune questioni che rendono le donne “incatenate”. Noi medici vediamo anche gli effetti psicologici deleteri che queste realtà hanno sulle donne stesse”.

L'artista Dea, che presenta per la prima volta il suo video-protesta ‘Remove the veil, Remove the wall’, dice: “Io sono una donna, una delle tante, che porta avanti la sua battaglia a favore dei diritti umani contro i soprusi della società patriarcale. Ma la mia ribellione e protesta, sebbene personale, è a nome di migliaia di altre donne, delle quali, in qualità di artista mi sento portavoce: l'Artista ha il dovere morale di farsi voce della coscienza del suo tempo, di essere lo specchio limpido della società in cui vive.  Come attivista della Pace e militante nel movimento Woman Wage Peace che riunisce donne israeliane a palestinesi e coordinatrice dipartimento #DonneUnite del Movimento Uniti per Unire, non ho potuto che sentire una profonda solidarietà con il dolore di tutte le altre donne. Questa battaglia è unica e ci coinvolge ed unisce tutte, religiose, laiche, ebree, musulmane,  cristiane, atee... Solo unite riusciremo a inaugurare la grande rivoluzione femminile che il mondo sta aspettando. Urge dare vita ad un vero e proprio movimento planetario di donne”.

Infine, Foad Aodi e l'artista Dea lanciano il loro Appello congiunto al mondo femminile e maschile in Italia: “Unitevi a noi per combattere la violenza sulle donne che non ha colore né religione ed elaborare insieme un Manifesto che sarà lanciato alla fine del convegno: #DonneUnite”. (08/02/2020-ITL/ITNET)

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