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RICERCA SCIENTIFICA ITALIANA NEL MONDO - COVID-19 - DAGLI STATI UNITI "APPELLO A RACCOGLIERE E PUBBLICARE MICRODATI PER COSTRUIRE E SPIEGARE LE MISURE COVID-19
(2020-11-05)
Elia Schneider, ricercatore Postdoctoral Chemistry researcher presso NYU, oltre che esponente del Circolo PD di New York kha lanciato in questi giorni un "Appello a raccogliere e pubblicare microdati per costruire e spiegare le misure COVID-19".
Scrive Schneider "A marzo nel pieno dell’emergenza, un gruppo di matematici e statistici proposero l’organizzazione di un campionamento statistico per monitorare e studiare la propagazione di Covid-19. In collaborazione con il Ministero della Sanità e Istat un'indagine sierologica su un campione di all’incirca 65.000 unità è stato condotto nei mesi di giugno e luglio. Tuttavia ciò non è sufficiente!
All’aumentare del numero dei test positivi e nel momento in cui il sistema di test, tracciamento e trattamento non permette di tenere sotto controllo il propagarsi del virus, l’Italia (e non solo) si trova priva di uno strumento fondamentale per decidere le misure da adattare: i dati.
I dati rilasciati giornalmente non permettono a esperti e cittadini di studiare e rispondere a domande legittime: chi sono i contagiati, che lavoro fanno, che abitudini hanno, qual è il loro stato di salute. Alla domanda dove avvengono i contagi, i cittadini sono lasciati a risposte che si fondano su idee preconcette, esperienze personali e racconti giornalistici, ovvero brancolano nel buio.
Servirebbe che lo stato italiano si facesse promotore di organizzare e pubblicare i dati dettagliati relativi a singoli individui anonimizzati, i cosiddetti microdati, raccolti durante il tracciamento e test dei contagiati e le informazioni sanitarie di chi è stato ricoverato. Tali dati sarebbero utilissimi ma non sufficienti: per evitare distorsione nei dati raccolti sarebbe necessaria la raccolta periodica dello stato di salute e della positività a covid-19 di un piccolo ma significativo campione di persone estratte casualmente (proposta rilanciata recentemente da gli ex presidenti dell’Istat Giorgio Alleva e Alberto Zuliani).
Queste misure non particolarmente costose sarebbe utili per i seguenti motivi:
Il governo italiano sarebbe in grado di monitorare in maniera più precisa e tempestiva la situazione del Paese. La reale efficacia di ogni misura potrebbe essere valutata più velocemente, garantendo un'azione più incisiva dei DPCM.
Ogni decisione politica avrebbe a supporto analisi basate su dati precisi e pubblici. Il governo sarebbe in grado di spiegare ai cittadini il motivo delle loro scelte e la riproducibilità delle analisi smorzerebbe in parte l’acceso dibattito pubblico.
L’accesso pubblico incoraggerebbe esperti e non a usare questi dati per individuare soluzioni alternative e innovative all’attuale crisi sanitaria.
La corretta attuazione aiuterebbe a diffondere l’uso nel raccogliere e analizzare microdati nella amministrazione pubblica e nel diffusione degli open data. " conclude l'esponente della comunità italiana negli Stati Uniti. (05/11/2020-ITL/ITNET)
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