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ECONOMIA ITALIANA - CANCELLAZIONE DEBITO PUBBLICO PAESI EMERGENTI - EURISPES SOSTIENE INIZIATIVA SANTA SEDE AD ASSEMBLEA ONU AL I° FORUM THINK THANK PAESI BRICS
(2017-06-05)
Sostenere l’iniziativa della Santa Sede in materia di debito pubblico dei paesi emergenti: è stato l'invito dell'Istituto Eurispes al i° Forum dei Thik Thank dei Paesi Brics, riunito nei giorni scorsi a Shanghai. A sostenere l'importante iniziativa promossa dalla Santa Sede all'Assemblea Generale dell'ONU in materia di legittimità del pagamento del debito pubblico/debito estero dei paesi poveri e dei paesi che sono stati impoveriti dalla crisi globale e sono a rischio di default, è stato l'economista Paolo Raimondi. "In questa direzione - ha affermato Raimondi, che ha spiegato di essere personalmente coinvolto, con altri colleghi internazionali ed espeti legali - operano principi morali, etici ed economici; in modo specifico il fatto che il debito pubblico mondiale è passato in questi anni da 28,7 trilioni di dollari nel 2007 a oltre 61 trilioni di oggi e rappresenta una nuova minaccia di crisi sistemica alla quale, in particolare, sono sempre i più esposti i paesi più poveri per i pesanti oneri da cui sono colpiti. Eurispes ha invitato i rappresentanti dei paesi del coordinamento BRICS ad attivarsi per sostenere l’iniziativa in materia della Santa Sede
L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite dovrebbe approvare le procedure necessarie per chiedere il parere della Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia riguardo alla coerenza tra le norme che regolano il debito pubblico e il debito estero dei paesi in via di sviluppo e dei paesi impoveriti e i principi generali della legge e dei diritti dell'uomo e dei popoli.
La proposta ha aperto una discussione molto approfondita su alcuni aspetti concernenti il pagamento e la cancellazione del debito pubblico. Uno di questi si riferisce alla nozione di "stato di forza maggiore, quando eventi importanti imprevedibili rendono impossibile il pagamento del debito. Nuovo e più rilevante è il concetto di "stato di necessità" che, al contrario, giustificherebbe l'inadempimento quando il pagamento comportasse un onere eccessivo per la popolazione.
La proposta della Santa Sede non è campata in aria ma è qualcosa di concreto, che si regge anche sull’esperienza di un altro precedente molto importante, la Risoluzione n. 63/319 del Consiglio delle Nazioni Unite del 2015, contro i cosiddetti "fondi avvoltoi", i fondi finanziari speculativi che agiscono in modo molto aggressivo sul debito dei paesi in forti difficoltà economiche.
L'iniziativa è ispirata anche dai principi morali, etici ed economici contenuti nella storica "Carta di Sant'Agata dei Goti" (nome della città nel centro d'Italia, dove esperti religiosi e laici internazionali si sono riuniti nel 1997 per elaborarla), la quale ha condannato il "contratto di usura", gli "oneri eccessivi sul debito" e ha invece affermato il suo sostegno all'auto- determinazione dei popoli.
Considerando che la Santa Sede ha lo status di Osservatore presso l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è richiesto che uno Stato membro presenti ufficialmente l'iniziativa presso l'ONU. A questo scopo, ci sono già intense discussioni tra la Santa Sede e importanti rappresentanti del governo italiano per far sì che l'Italia sollevi la questione. Questo potrebbe essere un argomento importante anche per i paesi dell'alleanza BRICS. Infatti, i BRICS si sono sempre presentati come i promotori degli interessi delle economie povere ed emergenti. È un impegno ribadito in tutti i vertici e nelle loro dichiarazioni finali, in particolare, per esempio, a Durban in Sudafrica; come anche negli impegni fondamentali assunti dalla Nuova Banca di Sviluppo.
D'altra parte i Paesi più poveri del Sud del mondo guardano ai paesi BRICS come a dei fratelli maggiori che potrebbero aiutarli e proteggerli. Perciò una manifestazione di crescente attenzione e d’interesse nell'iniziativa sul debito pubblico corrisponderebbe allo spirito di coi cooperazione dei paesi BRICS e alle attese degli altri paesi del Sud del mondo " ha concluso l'economista italiano.(05/06/2017-ITL/ITNET)
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