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ECONOMIA ITALIANA - MEZZOGIORNO - 7° RAPPORTO ANNUALE DI SRM SU “LE RELAZIONI ECONOMICHE TRA L’ITALIA E IL MEDITERRANEO” - I DATI

(2017-10-20)

  È stato presentato oggi, a Napoli il 7° Rapporto Annuale di SRM su “Le Relazioni Economiche tra l'Italia e il Mediterraneo” da Massimo Deandreis, direttore generale di SRM e Alessandro Panaro, responsabile dell’Area di ricerca “Maritime & Med Economy” di SRM, dopol'apertura dei lavori da parte del presidente del Banco di Napoli, Maurizio Barracco, dal presidente di Studi e Ricerche sul Mediterraneo,  Paolo Scudieri e dal presidente della Fondazione Mezzogiorno Europa, Umberto Ranieri.

Il Rapporto punta ad analizzare anche le dinamiche dei traffici marittimi e degli investimenti in portualità e logistica che sono in corso di realizzazione nel Mediterraneo, in particolare da parte della Cina, con l’obiettivo di incrementare e facilitare i rapporti commerciali con i Paesi del bacino.

  Uno spazio della ricerca è stato dedicato alle ZES-Zone Economiche Speciali con un' analisi di casi studio di eccellenza con particolare riferimento al Marocco (Tanger Med) ed all’Egitto (Suez), uno strumento introdotto recentemente dal Governo con l’obiettivo di favorire l’attrazione di investimenti di imprese, nazionali ed internazionali, nel Mezzogiorno ed aumentare il flusso di traffici mercantili negli scali del Sud.

Dalla Ricerca emerge che :
nei paesi della sponda Sud del Mediterraneo e del Golfo (Area MENA) il PIL è  cresciuto nell’ultimo ventennio del 4,4% annuo e la popolazione di quasi il 50%. Nei prossimi cinque anni si stima una crescita media del 3%;

Nel Mediterraneo passa il 20% del traffico marittimo mondiale, il 25% dei servizi di linea container e il 30% del traffico petrolifero. Una crescente centralità del Mare Nostrum rafforzata dal raddoppio del Canale di Suez;

Suez da 5 mesi registra tassi di crescita a doppia cifra. Nei primi 9 mesi del 2017, sono transitate 668 milioni di tonnellate di merci (+9,8%) e quasi 13mila navi;

Si affacciano sul Mediterraneo nuovi attori: l’interscambio cinese è cresciuto dal 2001 ad oggi dell’841% mentre quello tedesco del 126%. La Germania ha lanciato il suo Piano Marshall per l’Africa;

SRM ha stimato che, all’interno dell’iniziativa cinese della Via della Seta (OBOR), Pechino ha avviato progetti portuali e aeroportuali nei paesi del Sud Mediterraneo e del Golfo (MENA) per circa 27 miliardi di dollari;

L’Italia conserva una posizione rilevante nelle relazioni commerciali con i Paesi MENA: 70 miliardi di import-export stimati in crescita ad 80 miliardi nel 2018. Rispetto al 2001 gli scambi sono cresciuti del 54,8%;

I Paesi MENA sono importanti mercati di sbocco per le imprese italiane conun valore di oltre 41,4 miliardi di esportazioni pari al 10% dell’export complessivo del nostro Paese (più di quanto l’Italia esporti negli Stati Uniti);

Lo stock degli IDE (Investimenti Diretti Esteri) Italiani verso l’Area MENA ha superato i 46 mld di dollari; di rilievo gli investimenti italiani negli Emirati Arabi Uniti (9 mld.) ed in Egitto (8 mld.);

Il Mezzogiorno ha un interscambio con i Paesi MENA di quasi 14 miliardi di euro e rappresenta il 20% circa del totale Italia verso quest’area. La quota di export del Mezzogiorno verso l’area MENA è più elevata della media italiana e pari al 15% (Italia 10%) confermando così la vocazione geografica di un Sud Italia nel cuore del Mediterraneo.

  Maurizio Barracco, presidente del Banco di Napoli commentando i risultati ha dichiarato che : “La nuova centralità del Mediterraneo rappresenta oggi una concreta opportunità di sviluppo e stabilizzazione dell’area. L’Italia deve recuperare il suo ruolo strategico e geo-economico sia sotto il profilo infrastrutturale (portualità, energia) sia sotto il profilo economico-finanziario. Generare occasioni di business e assicurare copertura bancaria ai nostri investimenti in questi Paesi è il miglior modo di contribuire in modo serio a reciproche prospettive di stabilità e sviluppo”.

  Per Francesco Guido, direttore generale del Banco di Napoli: “Il Rapporto approfondisce un tema di forte attualità come le ZES. Il Banco di Napoli da sempre al fianco delle imprese che intendono crescere, investire ed aumentare sempre più la proiezione internazionale verso i mercati del Mediterraneo e del Golfo, sta lavorando per garantire alle costituende ZES tutto il supporto finanziario di cui hanno bisogno le imprese per realizzare i loro investimenti, siano essi infrastrutturali che imprenditoriali. Tutto ciò proprio a partire dal Mezzogiorno”.

“Il nostro progetto di ricerca - ha rilevato inoltre Paolo Scudieri, presidente di SRM -  intende dare un contributo alla comprensione della dimensione geo-economica del Mediterraneo. Il volume che presentiamo oggi, ricco di cifre e dati, analizza in profondità questi fenomeni; per SRM il Mediterraneo risulta un luogo molto più centrale e strategico di quanto non fosse 15 o 20 anni fa. L’Italia, con un Mezzogiorno protagonista, ha di nuovo la possibilità, così come nei secoli passati più volte è stato, di svolgere un ruolo di “ponte” con l’Europa. Un’opportunità concreta che tocca a noi saper cogliere”.

Per il direttore generale SRM Massimo Deandreis: “Tutti i principali indicatori lo segnalano: cresce il Pil di questi Paesi; aumenta il loro reddito pro-capite; è cresciuto in modo esponenziale l’interscambio commerciale. Aumentano gli investimenti, soprattutto nel settore infrastrutturale. E poi ci sono gli indici riferiti a portualità e logistica che sono spinti dagli effetti del nuovo Canale di Suez.  Tutto ci indica che vicino l’Italia e in particolare al Mezzogiorno, passano flussi economici e finanziari importanti. Comprendere queste dinamiche è il primo passo per agganciarle e recuperare un ruolo centrale per il nostro Paese”. (20/10/2017-ITL/ITNET)

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