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ECONOMIA ITALIANA - IMMIGRAZIONE = 2,4 MILIONI DI IMMIGRATI NEL 2016 HANNO PRODOTTO 130 MILIARDI VALORE AGGIUNTO (8,9% PIL). 11,5 MILIARDI DI CONTRIBUTI PREVIDENZIALI E 7,2 MILIARDI DI IRPEF IN 570.000 IMPRESE STRANIERE

(2017-10-18)

  I 2,4 milioni di occupati immigrati in Italia nel 2016 hanno prodotto 130 miliardi di valore aggiunto (8,9% del PIL). Messi a confronto con le economie dei paesi UE, gli stranieri in Italia sarebbero al 17° posto, con un valore aggiunto superiore al PIL di paesi come Ungheria, Croazia o Slovenia.
Il contributo economico dell’immigrazione si traduce in 11,5 miliardi di contributi previdenziali, in 7,2 miliardi di Irpef versata, in oltre 570 mila imprese straniere.
Questi i principali risultati presentati dalla Fondazione Leone Moressa con la settima edizione del Rapporto annuale sulla economia dell’immigrazione, pubblicato con il contributo della CGIA di Mestre e con il patrocinio di OIM e MAECI 2 e presentato  oggi alla Farnesina.

L’edizione 2017, oltre a fotografare l’impatto economico e fiscale dell’immigrazione in Italia, approfondisce una prospettiva internazionale più ampia, analizzando le dinamiche dei quasi 250 milioni di migranti internazionali.

Il reale impatto economico: in un Paese che invecchia (7 nascite contro 11 morti ogni mille abitanti), la presenza immigrata
rappresenta forza lavoro indispensabile in molti settori. Da un punto di vista previdenziale, i lavoratori immigrati versano 11,5 miliardi di contributi e garantiscono un saldo positivo per le casse INPS.

Complessivamente, il valore aggiunto prodotto dai lavoratori immigrati è pari a 130 miliardi (8,9% del valore aggiunto nazionale). Non si tratta di occupazione in concorrenza con quella italiana, ma di occupazione “complementare”. Italiani e stranieri fanno lavori diversi: tra gli immigrati, solo l’11% è laureato, mentre tra i giovani italiani questa quota raggiunge il 31%. Anche per questo alcune professioni sono a conduzione prevalentemente straniera: il 74% dei lavoratori domestici è straniero, così come oltre il 56% delle “badanti” ed il 52% dei venditori ambulanti.

Accanto a queste professioni troviamo anche le imprese condotte da immigrati che continuano a crescere ed a produrre Valore Aggiunto. Negli ultimi cinque anni, in particolare, mentre le imprese italiane sono diminuite del 2,7%, quelle straniere hanno registrato un +25,8% raggiungendo quota 570 mila (9,4% sul totale) e producendo 102 miliardi di euro di Valore Aggiunto, pari al 6,9% della ricchezza complessiva. In forte crescita gli imprenditori del Bangladesh, anche se il primato per gli imprenditori stranieri è del Marocco (11%) e della Cina (10%).

A livello mondiale si stimano circa 250 milioni di migranti, ovvero il 3% della popolazione mondiale. Le migrazioni forzate invece riguardano 65 milioni di migranti, di cui il 60% sfollati interni. In Europa nel 2016 si è registrato oltre un milione di richieste d’asilo, effettuate in quasi il 60% dei casi in Germania.

In Italia l’immigrazione è cresciuta negli ultimi venticinque anni: basti pensare che nel 1991 era inferiore all’1% della popolazione, mentre nel 2016 gli immigrati regolari in Italia sono 5 milioni, 28 volte di più rispetto ai migranti accolti nei centri di accoglienza (176 mila). Le nazionalità più numerose sono Romania, Albania e Marocco. Immigrati che attraverso le rimesse inviate in patria (5,1 miliardi - 0,30% del PIL), generano un flusso economico più consistente degli Aiuti Pubblici allo Sviluppo investiti dall’Italia nel 2016 (2,9 miliardi - 0,17% del PIL) e si “aiutano a casa loro”.(18/10/2017-ITL/ITNET)

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