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ECONOMIA ITALIANA - MEZZOGIORNO - BUIA(ANCE): X ANNO CRISI PER COSTRUZIONI -600.000 POSTI LAVORO E 100.000 IMPRESE (28.000 A SUD). SE STANZIAMENTI NON DIVENTANO CANTIERI NESSUNA INVERSIONE DI ROTTA

(2018-07-19)

"Sapete benissimo che il mondo delle costruzioni in generale non gode di buona salute. Ormai e’ il decimo anno di crisi continua. Non riusciamo ad uscire da questa crisi e anche oggi i nostri indici di produzione sognavano zero come settore. Non ci sono gli elementi per apportare al PIL quel sostegno vitale che ha sempre dato negli anni passati” ha esordito Gabriele Buia, il Presidente di ANCE intervenendo nel corso della presentazione del Rapporto 'Check Up Mezzogiorno’.

"Stiamo scontando ancora una crisi profondissima nel Mezzogiorno. Nel totale abbiamo perso oltre 600.000 posti di lavoro e oltre 100.000 imprese di cui 28.000 al Sud. C'é un dato dalla valenza strategica: oggi il Sud sta perdendo il 12% di ore lavorative su base annua, sta perdendo lavoratori per un 9% e l'8% di imprese. Questi sono dati da guerra civile per quanto riguarda il settore. E’ impossibile continuare cosi. Dobbiamo invertire la rotta se vogliamo apportare linfa al nostro paese. Questa crisi sta deindustrializzando il sistema delle costruzioni che e’ gia’ un sistema fatto per lo piu’ da  piccole e medie imprese” ha precisato Buia evidenziando come sussistano ancora problemi legati al credito per il mondo delle costruzioni.

“Ci sono inoltre problemi legati ai pagamenti della Pubblica Amministrazione, solitamente sono cinque mesi mentre al Sud sono sei mesi. Se poi pensiamo cosa ha impattato lo Split Payment, che ha drenato circa 2.3 miliardi di risorse alle imprese di costruzioni che non percepiscono piu’ l’IVA, si possono comprendere bene le difficolta’ del settore” ha precisato Buia.
"Gli ultimi governi hanno stanziato maggiori risorse per il sistema delle infrastrutture, 140 miliardi disponibili per i prossimi 15 anni, ma se questi stanziamenti non diventano investimenti, cioè cantieri, qualsiasi Legge di Bilancio non servira’ ad invertire la rotta” ha aggiunto Buia.

“Questo accade perché’ il nostro settore impatta fortemente la PA e ci troviamo continuamente a fare fronte alla burocrazia sfiancante che ci impedisce di crescere e lavorare” ha affermato, osservando come attualmente le imprese al Sud non siano in grado di innovare e fare investimenti.

"Attualmente gli investimenti sono bloccati e abbiamo denunciato piu’ di 300 opere infrastrutturali bloccate e parecchie di queste sono al Sud. Non si riesce ad utilizzare i fondi per tanti problemi ma il problema principale e’ l'impatto che ha avuto il Codice Appalti. Questo Codice ha rallentato tutto ulteriormente. Deve essere completamente rivisto e modificato se vogliano utilizzare le risorse e i fondi europei” ha aggiunto Buia rilevando come l'Italia sia al penultimo posto come paese per l' utilizzo di fondi per infrastrutture.
“Dal Piano 2014-2019 stiamo utilizzando solo il 5% di queste risorse. Dobbiamo dunque accelerare questi processi di spesa e dobbiamo vedere le procedure di spesa degli enti locali” ha precisato Buia.

“Dobbiamo tenere presente che il problema delle infrastrutture non e’ un problema del mondo delle costruzioni:  e’ un problema Paese, di civiltà’e di sviluppo. Abbiamo grandi opere bloccate perché, per delle varianti, tornano al CIPE e si perdono anni. Altri anni si perdono per la sottoscrizione della Corte dei Conti. Dobbiamo veramente accelerare le procedure per far si che il Sud decolli. Il Sud e’infatti fortemente penalizzato da queste situazioni. Dobbiamo essere coesi, il mondo Confindustria deve essere attenzionato e le buone intenzioni debbono trasformarsi in buona pratica. Passa troppo tempo tra l’idea, lo stanziamento e la realizzazioine e il nostro Sistema Paese non puo' sostenerlo” ha concluso Buia.(19/07/2018-ITL/ITNET)

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