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ECONOMIA ITALIANI E ITALIANI ALL'ESTERO - EUROPA - EUROPARLAMENTO : ACCORDO INADEGUATO PER IL LUNGO TERMINE. INDISPENSABILE REVISIONE INTERMEDIA

(2020-07-23)

Sessione straordinaria del Parlamento europeo per una valutazione sull'accordo del Consiglio del 17-21 luglio su finanziamento UE e Piano di ripresa per affrontare le conseguenze della pandemia.

Nel dibattito con i Presidenti del Consiglio e della Commissione, Charles Michel e Ursula von der Leyen, l'accordo raggiunto sul Fondo di ripresa nel recente Consiglio europeo è stato qualificato come "storico" da molti deputati, poiché per la prima volta i Paesi UE hanno accettato di emettere un debito congiunto di 750 miliardi di euro. Tuttavia, la maggior parte dei deputati non è “soddisfatta” dei tagli apportati al bilancio a lungo termine (Quadro finanziario pluriennale, QFP).

"Non siamo pronti ad inghiottire il boccone del QFP", ha affermato Manfred Weber (PPE). Inoltre, secondo il leader del gruppo S&D Iratxe García Pérez non si dovrebbero accettare i tagli, "non in un momento in cui dobbiamo rafforzare la nostra autonomia strategica e ridurre le disparità tra gli Stati membri".

Molti deputati hanno sottolineato come la questione del rimborso del debito non sia stata risolta e hanno insistito sul fatto che l'onere non deve ricadere sui cittadini e che deve essere garantito un solido sistema di nuove risorse proprie che includa una tassa digitale o prelievi sul carbonio, e chiedono un calendario vincolante per la loro introduzione.

Inoltre, molti deputati hanno sottolineato che "l'UE non è un bancomat per i bilanci nazionali", deplorando che i Paesi "frugali" non vogliano pagare il prezzo per beneficiare del mercato unico, insistendo sul fatto che nessun fondo debba andare a governi "pseudo-democratici" che non rispettano lo Stato di diritto e i valori dell'UE.

Altri deputati si sono detti più scettici nei confronti di nuove risorse proprie capaci di generare abbastanza per ripagare tutto il debito e hanno avvertito che la crisi non dovrebbe essere usata come pretesto per un'ulteriore integrazione dell'UE. La maggior parte ha comunque sottolineato che il Parlamento è pronto a negoziati rapidi per apportare i necessari miglioramenti alla posizione del Consiglio.

Gli eurodeputati sono  pronti a porre il veto al bilancio a lungo termine, se l'accordo non viene migliorato
Secondo i deputati, il Fondo per la ripresa rappresenta un "passo storico", ma le priorità a lungo termine dell'UE, come Green Deal e Agenda digitale, sono a rischio.

In una risoluzione sulle conclusioni del Consiglio europeo straordinario del 17-21 luglio 2020 approvata con 465 voti a favore, 150 contrari e 67 astensioni, i deputati esprimendo cordoglio per le vittime del coronavirus e rendendo omaggio a tutti i lavoratori che hanno lottato contro la pandemia, hanno poi sottolineato come “i cittadini dell'UE abbiano un dovere collettivo di solidarietà”.

Quanto all'Accordo  per la ripresa lo giudicano inadeguato per il lungo termine

Nel testo approvato, che servirà da mandato per i prossimi negoziati sul futuro finanziamento e sulla ripresa dell'UE, il Parlamento accoglie con favore l’approvazione, da parte dei leader UE, del Fondo di ripresa proposto dal Parlamento a maggio scorso, definendolo una "mossa storica per l'UE". Tuttavia, i deputati si rammaricano “dei consistenti tagli apportati alla componente delle sovvenzioni” e chiedono il pieno coinvolgimento democratico del Parlamento nello strumento per la ripresa che al momento “non attribuisce un ruolo formale ai deputati eletti al Parlamento europeo".

Sul bilancio a lungo termine dell'UE (Quadro finanziario pluriennale - QFP), i deputati criticano i tagli apportati ai programmi orientati al futuro poiché "mineranno le basi di una ripresa sostenibile e resiliente". I programmi faro dell'UE relativi a clima, transizione digitale, salute, gioventù, cultura, infrastrutture, ricerca, gestione delle frontiere e solidarietà sono a rischio di “un calo immediato dei finanziamenti dal 2020 al 2021”. Inoltre, dal 2024, "il bilancio dell'UE nel suo complesso sarà al di sotto dei livelli del 2020, mettendo a rischio gli impegni e le priorità dell'UE”.

Il Parlamento non può accettare un cattivo accordo

Il Parlamento non accetta l'accordo politico del Consiglio europeo sul QFP 2021-2027 nella sua forma attuale e “non è disposto ad avallare formalmente una decisione già presa". I deputati sono pronti “a non concedere l'approvazione" per il bilancio a lungo termine dell'UE, fino a quando non sarà raggiunto un accordo soddisfacente nei prossimi negoziati tra il Parlamento e la Presidenza tedesca del Consiglio, con l’obiettivo di ottenerlo entro la fine di ottobre, per non compromettere un avvio agevole dei nuovi programmi dal 1° gennaio 2021.

Tuttavia, nel caso in cui il nuovo QFP non fosse adottato per tempo, l'articolo 312, paragrafo 4, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea prevede la proroga temporanea del massimale dell'ultimo anno dell'attuale QFP (2020), e ciò sarebbe pienamente compatibile con il piano di ripresa e l'adozione dei nuovi programmi del QFP.

Stato di diritto

Il Parlamento “deplora fortemente” il fatto che il Consiglio europeo abbia significativamente indebolito gli sforzi della Commissione e del Parlamento volti a difendere lo Stato di diritto, i diritti fondamentali e la democrazia nel quadro del QFP e del piano di ripresa. Sottolinea inoltre che il regolamento relativo allo Stato di diritto sarà adottato secondo la procedura di co-decisione, quindi con un accordo fra ministri e deputati.

Nuove fonti di entrate UE e rimborso del debito

I deputati ribadiscono che il Parlamento non darà la sua approvazione al QFP senza un accordo sulla riforma del sistema delle risorse proprie dell'UE, che includa l'introduzione di un paniere di nuove risorse entro la fine del QFP 2021-2027, necessarie a coprire almeno i costi relativi al rimborso di Next Generation EU.

I capi di Stato e di governo dell'UE non sono riusciti ad affrontare la questione del piano di rimborso dello strumento per la ripresa. I deputati ricordano che, poiché contrari a ulteriori tagli ai programmi chiave o un aumento dei contributi nazionali, la creazione di nuove risorse proprie è “l'unico metodo di rimborso accettabile per il Parlamento”.

Indispensabile una revisione intermedia

Il Parlamento chiede infine una revisione intermedia del QFP entro la fine del 2024. Tale revisione deve riguardare i massimali per il periodo 2025-2027, l'introduzione di risorse proprie aggiuntive e l'attuazione degli obiettivi in materia di clima e biodiversità.(23/07/2020-ITL/ITNET)

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