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LAVORO - DONNE : INCREMENTO LIBERE PROFESSIONISTE 135.000 PROFESSIONISTE IN PIU' RISPETTO AL 2010. IN PRIMA LINEA PROFESSIONI SANITARIE, SOCIO ASSISTENZIALI E LEGALI.

(2023-11-30)

  Presentato oggi a Roma l’VIII Rapporto sulle libere professioni in Italia di Confprofessioni, alla presenza del ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone.
Il Rapporto ha segnalato una congiuntura negativa e declino demografico che pesano sulla professione: cala il numero dei laureati che intraprendono la libera professione, si riduce il numero degli iscritti a un ordine professionale - nonostante l’aumento della componente femminile e dei datori di lavoro - e l’Italia perde il suo primato europeo.

Intanto crescono i redditi, ma permane un forte squilibrio tra Nord e Sud e tra uomini e donne.

Le dinamiche occupazionali che hanno caratterizzato il settore professionale negli ultimi due anni incidono sulle caratteristiche demografiche del comparto stesso, dove si assiste a un chiaro ribilanciamento di genere all’interno della libera professione, che si tinge sempre più di rosa.

Al di là del calo numerico complessivo che coinvolge sia la popolazione maschile (-4,6%) sia quella femminile (-2,1%), il Rapporto di Confprofessioni segnala come le donne siano cresciute maggiormente rispetto agli uomini. Nel 2022 si contano infatti 135 mila professioniste in più rispetto al 2010, mentre l’incremento dei professionisti si ferma a quota 28 mila unità.

La presenza femminile spicca soprattutto tra le professioni sanitarie e socio-assistenziali (53,2%) e nelle attività legali si è quasi raggiunta la parità di genere (45,5%). In ritardo, invece, le professioni tecniche dove la quota di libere professioniste non raggiunge il 24%. Da questo punto di vista le regioni più virtuose sono l’Emilia Romagna, Lazio e Piemonte; mentre le regioni dove si registra il maggior squilibrio di genere sono la Calabria, la Liguria e la Campania. (30/11/2023-ITL/ITNET)

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