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DONNE - ITALIANE ALL'ESTERO / REGNO UNITO - SECONDO IL SINDACATO BRITANNICO TUC SONO PIU' DI 1,46 MILIONI LE DONNE IN UK COSTRETTE A RINUNCIARE AL LAVORO PER ASSOLVERE AGLI IMPEGNI DI ASSISTENZA ALL'INFANZIA.

(2024-06-04)

  Le statistiche ONS -Office for National Statistics- del Regno Unito (ons.gov.uk) sull'accessibilità' ai servizi per l'infanzia mostrano che le parti del Paese con scarso accesso all’assistenza all’infanzia hanno maggiori probabilità di avere un reddito familiare disponibile più basso e percentuali più elevate di bambini che vivono in povertà.

L'analisi del TUC -Trades Union Congress -  sulle donne e sugli impegni di assistenza all'infanzia, pubblicata lo scorso anno, ha rilevato che le donne hanno circa sette volte più probabilità degli uomini di essere fuori dal mercato del lavoro a causa degli impegni di assistenza.

Più di 1,46 milioni di donne non sono in grado di lavorare parallelamente agli impegni familiari, rispetto a circa 230.000 uomini.

Commentando i dati odierni dell'ONS sull'accessibilità all'assistenza all'infanzia pubblicate questa mattina , il Segr. generale della TUC Paul Nowak ha affermato: “L’assistenza all’infanzia è una parte fondamentale della nostra infrastruttura economica. È così che aiutiamo i genitori a lavorare e contribuiamo in modo massiccio a colmare il divario retributivo di genere. 
“Le donne, quindi, non dovrebbero rinunciare o ridurre il lavoro retribuito perché non riescono a trovare le cure adeguate per i propri figli. Ed ogni bambino dovrebbe avere accesso a buoni servizi di assistenza all’infanzia e a un’istruzione precoce.

“Abbiamo un disperato bisogno di un’assistenza all’infanzia di qualità per tutte le famiglie – indipendentemente da dove vivono – in modo che tutti i bambini possano accedere all’istruzione per la prima infanzia e tutte le mamme che vogliono lavorare possano farlo”. 

IN ITALIA nel 2022 il 42,6% delle donne con figli nella fascia d’età 25-54, infatti, risulta non occupata, con uno divario rispetto agli uomini di più di 30 punti percentuali. Il dato cambia notevolmente a seconda delle aree del Paese, arrivando a sfiorare il picco del 62,6% nel Mezzogiorno, seguito dal 35,8% al Centro e da un 29,8% al Nord.

Inoltre, mentre il tasso di occupazione dei padri tende a crescere all’aumentare del numero di figli minorenni presenti nel nucleo, per contro, quello delle madri tende a diminuire. A fronte del 61% di madri con un figlio minorenne occupate (tre donne su 5), gli uomini nella stessa condizione che hanno un lavoro sono l’88,6%.

Il divario aumenta quando, entrambi i generi hanno due o più figli minorenni (donne occupate 54,5% a fronte dell’89,1% degli uomini), con una differenza di 34,6 punti.  (04/06/2024-ITL/ITNET)

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