PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - BREXIT - MALPASSI (INCA): DIVERSE INCERTEZZE FUTURO DIRITTI CITTADINI UE
SETTLED STATUS: OLTRE 70% ITALIANI. RIENTRI IN ITALIA E OPZIONE ALTRI PAESI UE. BRITANNICI CHIEDONO PASSAPORTO ITALIANO
Al centro dell'attenzione degli europei, e degli italiani che vivono nel Regno Unito in prima linea gli ultimi incontri fra i rappresentanti dell'Unione Europea e del Regno Unito accordi commerciali e la garanzia che i precedenti raggiunti accordi non vengano rimessi in discussione o velocemente "glissati" dal Governo britannico, come alcuni passi in avanti hanno fatto temere nei giorni scorsi.
Per approfondire il futuro di alcuni diritti essenziali per la vita degli Italiani in UK, come la previdenza, l'accesso alla sanità ed altri diritti, ITALIANNETWORK ha interpellato, come per il passato, Andrea Malpassi, coordinatore dell’Area Migrazioni e Mobilità Internazionali del Patronato INCA Nazionale e responsabile dell'Osservatorio sulla Brexit dell'Associazione transnazionale ITACA che dall'ottobre 2019 dedica uno 'speciale' al “Settled Status” per i cittadini italiani ed europei nel Regno Unito.
L'esponente del Patronato tiene a sottolineare come "ci siano già stati dei cambiamenti, ed in peggio". Al primo posto: "il divieto di entrare liberamente nel Regno Unito, dal I° gennaio, per cercare di TROVARE LAVORO". E fa presente: "Lo si potrà fare solo con il sistema dell'accesso a punti con il quale si dovranno dimostrare le proprie capacità, le proprie competenze, il proprio curriculum, oltre a dimostrare di aver già trovato un lavoro o se si intende rispondere ad un'offerta di lavoro, e lo otterrà solo se a livello locale il datore di lavoro non abbia trovato altri candidati disponibili.
Mentre, per TURISMO è possibile entrare agevolmente in UK, anche per periodi lunghi, e non sono previsti obblighi di assicurazioni sanitarie, ma sarà caldamente "raccomandata".
Rimane identica all'attualità, per il momento, la partita PREVIDENZIALE, ovvero la totalizzazione dei periodi contributivi, il raggiungimento dell'età della pensione, ecc... Gli accordi prevedono che vi sia una sostanziale continuità. Quindi, un cittadino italiano residente nel Regno Unito che debba andare in pensione in questo momento non registra alcuna differenza rispetto al passato.
Proseguendo, l'esponente dell'INCA fa presente "l'intenso lavoro condotto dal Patronato in questi lunghi mesi, riguardo alla campagna per il SETTLED STATUS, il documento reso obbligatorio per poter rimanere nel Regno Unito non essendo cittadino britannico. E ciò indipendentemente da quanti anni o decenni si sia risieduto, lavorato, pagato le tasse, acquistato una casa, sul territorio britannico.
Il nostro lavoro di Patronati in questi mesi ed anche durante i picchi della pandemia è stato ed è ancora fortemente incentrato sull'incontro personale del richiedente con l'operatore che utilizza un'application. "E come Patronato INCA abbiamo continuato a garantire la nostra presenza su buona parte del territorio britannico, non solo su Londra o su Manchester ma raggiungendo anche la Scozia, perchè naturalmente la scadenza del primo Gennaio è vissuta dai nostri connazionali con una certa ansia per gli interrogativi che la situazione pone.
La concomitanza con il Covid-19 e la pandemia non ha semplificato le cose sul futuro dell'accesso alla Sanità. Non è chiaro, infatti, quale possibilità di libero accesso alla SANITA' britannica avranno i cittadini che si trasferiscono nel Regno Unito dopo il 31 gennaio 2021. Un argomento ancora sul tavolo, che deve essere normato e codificato. Noi speriamo che non ci siano gravi stravolgimenti, ma vi è la preoccupazione che, stante la tendenza a favorire la sanità privata e le assicurazioni private a scapito del servizio pubblico, ciò potrebbe riguardare anche i cittadini stranieri, e quindi anche gli italiani nel Regno Unito. Allo stato attuale è stata avanzata una "raccomandazione" a tutelarsi con un'assicurazione privata".
Passando ai numeri quanti hanno richiesto il Settled status e quali classi di età emergono piu' numerose nella comunità italiana ?
"Non abbiamo ancora una statistica precisa, ma secondo l'ultima rilevazione di due mesi fa, risultava che circa il 70% degli italiani regolarmente presenti sul territorio lo avesse chiesto....".
In ambito lavorativo, occupazionale, è cambiato qualcosa in questi tre anni nei confronti dei lavoratori stranieri, comunitari e non ? abbiamo chiesto all'esponente del Patronato INCA.
"Sicuramente la somma delle due vicende: la Brexit, prima, e la crisi economica conseguente alla pandemia ed il lockdown, poi, hanno colpito e stanno colpendo duramente anche la nostra comunità, come tutte le comunità di stranieri. La perdita occupazionale nel Regno Unito è stata altissima, sottolinea l'esponente del Patronato INCA, soprattutto fra i lavoratori atipici e precari, quelli a cui accedono più facilmente i nostri connazionali più giovani, arrivati da poco tempo. Ed i fenomeni conseguenti si sono acuiti, primo fra tutti il rientro in Italia dei connazionali arrivati recentemente in UK. Seguito dall'opzione di un trasferimento in un altro Paese europeo, in genere il Belgio, la Francia, la Germania, la Svizzera o un altro Paese comunitario. Un fenomeno, quest'ultimo, crescente, come abbiamo avuto la possibilità di osservare presso i nostri sportelli. Infine, è emersa in rapida crescita la richiesta del passaporto italiano o di qualsiasi altro paese membro dell'Unione Europea da parte di cittadini britannici. Ricordo che sono oltre 800.000 i cittadini britannici, che vivono, lavorano, sono in pensione o studiano in altri Paesi del territorio europeo ed anche per loro la situazione cambierà in negativo come per gli europei nel Regno Unito."
Riprendendo il discorso sui diritti civili, oltre a quelli previdenziali e sanitari, quelli relativi allo studio, formazione professionale, d'impresa... cosa cambia ?
Per Malpassi, molti dubbi saranno sciolti in conseguenza dell'esito dell'accordo sulla partita commerciale. Se ci saranno davvero due mondi divisi e separati dovremo considerare il Regno Unito alla stregua di un qualsiasi Paese extracomunitario, rispetto al quale come Unione Europea, eventualmente, in futuro si potranno stabilire degli accordi ad hoc...."(14/12/2020-ITL/ITNET)