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PREMIER MELONI A CONGRESSO CGIL: "CONFRONTO NECESSARIO, FONDAMENTALE... EMERGENZA SALARI: DA 30 ANNI BLOCCATI. IMMAGINARE STRADA MAI INTRAPRESA...PUNTARE SU CRESCITA ECONOMICA"

....Questa mia presenza ha fatto discutere oggi. Ho letto alcune ricostruzioni che, confesso, mi hanno divertito, in forza delle quali si riteneva che, dopo aver confermato la mia presenza, avrei messo in discussione quella stessa presenza per il timore delle contestazioni, per il timore di essere fischiata. Signori, io vengo fischiata più o meno da quando avevo 16 anni. Sono 30 anni che qualcuno mi fischia, sono "cavaliere al merito" di questa materia. Per cui non mi sottraggo a un contesto sapendo che è un contesto difficile. Non mi spaventa.

Però è molto più profonda la ragione per la quale ho deciso di essere qui oggi. Perché oggi non è un giorno come gli altri. Oggi è il 17 marzo, è la festa dell'Unità nazionale e il giorno in cui si celebra la nascita statutaria della nostra Nazione. E la mia presenza oggi non esprime solo la volontà di colmare quel vuoto - che ho scoperto nel corso di questi giorni - che vede da 27 anni l'assenza del Capo del governo al Congresso della CGIL.

Era "normale" che fosse il Presidente del Consiglio idealmente più lontano dalla platea che ho di fronte a essere qui dopo 27 anni? Io penso di sì. Perché con questa presenza, con questo confronto, con questo dibattito, credo che noi oggi possiamo autenticamente tentare di celebrare l'Unità nazionale.
Perché vedete l'unità non è annullare la contrapposizione. La contrapposizione ha un ruolo positivo, addirittura ha un ruolo educativo per qualsiasi comunità. L'unità è un'altra cosa. L'unità è l'interesse superiore. L'unità è il comune destino che dà un senso alla contrapposizione. Io voglio credere che tutti noi, indipendentemente dalla visione del mondo della quale siamo portatori, se il nostro cuore è sincero, lavoriamo tutti, secondo le nostre differenti condizioni, con lo stesso obiettivo che è il bene della nostra Nazione....

l'Italia fa registrare un tasso di occupazione storicamente basso e decisamente al di sotto della media europea. Nel 2021 secondo Eurostat è stato pari al 58,2%, oltre 10 punti in meno rispetto alla media europea, con un gap che di anno in anno continua ad aumentare.

La situazione peggiora ulteriormente considerando l'occupazione femminile che nel 2021 non ha raggiunto il 50%, quindi 14 punti in meno sotto la media europea. I salari dei lavoratori italiani sono praticamente bloccati da oltre 30 anni. Il dato scioccante è che l'Italia è l'unico Paese dell'Unione europea che ha salari più bassi rispetto al 1990, quando per intenderci non avevamo neanche i telefonini. Mentre in altre Nazioni, come la Germania e la Francia, ci sono stati incrementi anche del 30%. Significa che c'è un'emergenza, come dice il Segretario Landini? Sì. Significa che le ricette utilizzate finora hanno funzionato? Temo di no. Significa che bisogna immaginare una strada nuova? Io penso di sì.

La strada che non è mai stata intrapresa finora è quella di puntare tutto sulla crescita economica. Perché vedete, noi veniamo da un mondo nel quale spesso ci si è detto che la povertà si poteva abolire con un decreto, che il lavoro si poteva creare per decreto. Oggi ci si dice che per legge si possono garantire salari adeguati. Ma se fosse così, allora dovrebbe essere lo Stato a creare ricchezza, mentre le cose non stanno così e purtroppo noi lo abbiamo visto, perché nonostante i decreti la povertà non è stata abolita, anzi è aumentata..... (17/03/2023-ITL/ITNET)

(Data di inserimento online 2023-03-17 00:03)

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