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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - WEKEEND ITALIA - E' L'ANNO DI KLIMT IN ITALIA: PIACENZA PRESENTA LA RICOSTRUZIONE DIGITALE DI UN'OPERA DI GUSTAV KLIMT ANDATA PERDUTA "MEDICINA"

(2022-05-20)

In occasione della mostra “Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo”, dal 26 maggio presso l’Ex Chiesa del Carmine di Piacenza viene presentato al pubblico l’evento "Klimt. L’opera ricostruita", un importante progetto di ricostruzione digitale attraverso il quale riprende vita una delle maggiori opere di Gustav Klimt andato perduto per sempre: Medicina, un’opera estremamente controversa, dipinta dall’artista nei primi anni del ‘900 e realizzata su commissione tra le allegorie pensate per il soffitto dell’Aula Magna dell’Università di Vienna.

Un evento che si inserisce, appunto, nell’ampio dibattito sulla “riproducibilità” delle opere, sul rapporto tra arte e nuove tecnologie, su originalità e autenticità dell’opera d’arte, sul ruolo dei musei come luoghi di trasmissione dell’eredità culturale. 

Con questa esposizione si vuol mostrare come le più avanzate tecniche digitali consentono di avvicinarci sempre di più alla fedele riproduzione di un’opera realizzata con media tradizionali (disegno, olio, tempera, marmo, bronzo e altri), attraverso tecnologie di scansione, fotoritocco e stampa che non hanno precedenti e, seppur ancora all’alba dello sviluppo, consentono risultati impressionanti.

"Klimt. L’opera ricostruita" si inserisce all’interno del progetto “Il mistero dei capolavori perduti”, la serie di Sky Arte realizzata da Ballandi che racconta la storia di sette celebri dipinti - realizzati tra il XVII secolo e gli anni Cinquanta – ad oggi tragicamente perduti e ne segue l’emozionante processo di ri-materializzazione grazie alle più moderne tecnologie a cura di Factum Arte, l’organizzazione fondata da Adam Lowe a Madrid, impegnata nella valorizzazione del patrimonio artistico mondiale.

L’evento rientra tra le attività del Comune di Piacenza di promozione del Laboratorio Aperto Piacenza Territorio Snodo – Por Fesr Emilia Romagna 2014-2020 – ASSE 6 Azione 6.7.2 Promozione, è organizzata da Art Projects con la collaborazione di Arthemisia, Factum Arte, Ballandi e Sky Arte.


In contemporanea, fino al 24 luglio gli spazi della Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi  ospitano “Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo” una grande mostra dedicata al maestro della secessione viennese e al suo mondo, con oltre 160 opere, tra dipinti, sculture, grafica, manufatti d’arte decorativa provenienti dal Belvedere e dalla Klimt Foundation di Vienna e da Ca' Pesaro-Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Venezia, il Lentos Kunstmuseum di Linz, il Tiroler Landesmuseum di
Innsbruck, il Wien Museum e molte altre prestigiose collezioni pubbliche e private..
La mostra, curata da Gabriella Belli ed Elena Pontinia , con il coordinamento scientifico di Lucia Pini, direttrice della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza e la collaborazione di Valerio Terraroli e Alessandra Tiddia , vuole festeggiare il “ritorno a casa” del Ritratto di Signora (1916-17) di Klimt – dipinto sparito nel 1997 dalla Galleria Ricci Oddi poi ritrovato fortunosamente nel 2019.

Il percorso espositivo muove dal clima del simbolismo europeo, da cui Klimt prende le mosse con incisioni e disegni emblematici di Klinger, Redon, Munch, Ensor, Khnopff, la famosa Medusa di von Stuck e sculture di Minne e dello stesso Klinger per poi introdurre i visitatori nel mondo di Klimt, con le sue prime opere e i suoi primi compagni: i fratelli Georg ed Ernst, e l’amico Franz Matsch.
Ci si addentra quindi nella vicenda del pittore attraverso la Secessione Viennese da lui fondata con altri 17 artisti nel 1897 in segno di protesta verso l’arte ufficiale. Il Ritratto di Josef Pembaur  (1890), capolavoro di Klimt che ne  preannuncia la “stagione d’oro” introduce a opere quali la Signora con mantello e cappello su sfondo rosso (1897-1898),
Signora davanti al camino (1897-1898), Dopo la pioggia (1898), Le amiche I (Le sorelle) del 1907, il Ritratto di Amalie Zuckerkandl (1913-1917), il Ritratto di Signora in bianco (1917-1918).

Un’intera sezione della mostra è dedicata al Ritratto di Signora della Galleria Ricci Oddi di Piacenza e al racconto delle sue avventurose vicende.
Il mondo delle Wiener Werkstätte, i laboratori d’arte decorativa fondati a Vienna da Josef Hoffmann e da Koloman Moser nel 1903 è documentato attraverso a rredi, argenti, vetri e ceramiche. Sono esposti inoltre i Manifesti della Secessione, tra cui quello di Klimt Teseo e il Minotauro (1898), che all’epoca fece scandalo (presente nelle due versioni, quella iniziale e quella censurata) e riviste come “Ver Sacrum”. Una scelta di disegni e incisioni di Schiele e Kokoschka, tra cui la fiabesca serie dei Ragazzi sognanti (1908-1909), opera fondamentale della stagione giovanile dell’autore, ricorda quindi la più giovane generazione di artisti austriaci che da Klimt prese le mosse.

Il percorso è arricchito anche da un’importante sezione dedicata agli artisti italiani che si ispirarono a Klimt, con opere straordinarie come il Sogno del melograno (1912-1913) di Felice Castrati, esposto nuovamente dopo più di trent’anni, la scultura in marmo e oro Carattere fiero e anima gentile (1912) di Adolfo Wildt e l’affascinate ciclo Le mille e una notte
(1914) di Vittorio Zecchin
.
La mostra si chiude con la ricostruzione del monumentale Fregio di Beethoven (copia del 2019 dell’originale del 1901) riservando così ai visitatori un’esperienza di grande suggestione.(20/05/2022-ITL/ITNET)

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