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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - PRINCIPATO DI MONACO - GLI STRAORDINARI AFFRESCHI RINASCIMENTALI ITALIANI A PALAZZO GRIMALDI - PRINCIPE ALBERTO :"MI SENTO RESPONSABILE DELLA CONSERVAZIONE DI QUESTO PREZIOSO PATRIMONIO"
(2022-06-23)
Tutto e’ iniziato nel 2015 quando il Principe Alberto di Monaco decide di restaurare la Galleria d’Ercole che si affaccia nel Cortile d’Onore di Palazzo Grimaldi. Un restauro per migliorare il consolidamento della lunga galleria scandita da lunette e volte decorate con le dodici fatiche di Ercole, medaglioni dedicati alle quattro virtu’ cardinali e alle allegorie delle arti liberali. A mano a mano che il lavoro procede, nuove intuizioni, pero’, prendono forma e si decide di intraprendere altri restauri nelle sale interne di Palazzo Grimaldi e sono proprio questi lavori che portano alla scoperta dei preziosi affreschi rinascimentali italiani. Una vicenda singolare e straordinaria che getta nuova luce sul passato di questo illustre Palazzo nato come fortezza nel XII secolo e che, dal prossimo 1 luglio, aprirà nuovamente le sue porte al pubblico, dopo la lunga chiusura causa Covid, mostrando i ‘nuovi' tesori artistici.
"Una vera sorpresa", come ha sottolineato il Principe Alberto di Monaco, intervenendo alla presentazione degli affreschi alla stampa internazionale.
“Si crede di conoscere i luoghi in cui si abita ma, in questo caso, ci sono state delle sorprese straordinarie. Grazie a restauri metodici e rigorosi, abbiamo potuto svelare affreschi rinascimentali belli e ricchi di simboli, stabilendo una datazione. Sicuramente tutto questo arricchisce il Palazzo di una nuova dimensione,” ha dichiarato il Principe Alberto di Monaco.
A raccontare la storia di queste scoperte Julia Greiner, responsabile tecnica del restauro. “Abbiamo cominciato nella Galleria d’Ercole con alcuni lavori conservativi. Dalle volte abbiamo, pero’, notato che si staccavano dei frammenti di vernice. Abbiamo, dunque, proseguito con una lunga pulitura durante la quale abbiamo rimosso gli strati di pittura che erano stati aggiunti nel corso dei secoli, riportando alla luce gli affreschi originali, eseguiti nel XVI° secolo da artisti italiani su un intonaco a base di calce. E’ stato un lungo lavoro che si e’ concluso nel febbraio 2020,” ha affermato Greiner sottolineando come al momento siano in corso una serie di ricerche con l’Universita' di Genova e gli Archivi di Stato di Genova per stabilire chi siano gli autori degli affreschi, svelando “Molto probabilmente si tratta di artisti genovesi, riconducibili alla scuola di Perin del Vaga, che si sono ispirati al Palazzo Doria di Genova,” ha spiegato Greiner.
E proprio sulla base di questa prima importante scoperta nella Galleria d’Ercole, si e’ deciso di svolgere delle indagini anche all’interno del Palazzo per appurare se ci fossero altre decorazioni storiche coperte nel corso dei secoli da ridipinture o da falsi soffitti.
“Nel 2016 ha preso il via una grande campagna di sondaggi interni che ha riguardato la Sala d’Europa, l'Anticamera Verde e la Sala del Trono. Nella Sala d’Europa il soffitto aveva una decorazione in stile Belle Epoque che ricopriva un affresco rinascimentale-manierista del XVI° secolo in ottimo stato: si tratta di un medaglione, circondato da grottesche, che raffigura Europa rapita da Giove sotto le sembianze di un toro. In questa sala abbiamo scoperto anche un fregio rinascimentale nascosto sotto una cornice in legno: quest'ultimo, in pessimo stato, ha richiesto invece un lungo intervento, terminato nel 2020,” ha precisato Greider, sottolineando come nell’ambiente adiacente alla Sala d’Europa, nella Cosiddetta Anticamera Verde, sia stato riportato alla luce un altro fregio con delle grottesche, sempre del XVI° secolo, di scuola genovese.
I restauri hanno riguardato anche la Sala del Trono, dove nel 2020, sotto le ridipinture, e’ stato rinvenuto l’affresco originale del XVI° secolo che decora il soffitto: un lavoro che si sviluppa su 220 metri quadrati e che rappresenta l’episodio della Nekuia, ovvero il momento in cui Ulisse incontra l’ombra dell’indovino Tiresia. “E' un affresco, di cui ignoriamo l’autore, e che ha subito diversi ritocchi nel corso dei secoli, il cui recupero ha richiesto anch'esso due anni di lavoro. Grazie al restauro, però, sono emersi alcuni dettagli originali coperti in precedenza da strati di ridipintura,” ha puntualizzato Greiner precisando come le lunette che incorniciano questa imponente scena centrale, saranno prossimamente oggetto di un restauro.
Ma le sorprese non sono ancora finite: in un altro ambiente, la cosiddetta ex Sala Luigi XIII, i lavori di restauro sono infatti sono ancora in corso. In questo sala, divisa in due da una parete, sono stati rinvenuti, sotto una scialbatura e dietro un controsoffitto, altri affreschi rinascimentali. “Gli affreschi di questa sala ricordano molto quelli che decorano Villa Doria Centurione di Genova. Anche in questo caso non sappiamo molto degli autori. Negli archivi del Palazzo, abbiamo trovato documenti del 1547 che menzionano un artista, Nicolosio Granello, nato in provincia di Imperia, di cui, in realtà, non sappiamo molto. E proprio per questo abbiamo avviato un progetto di ricerca su di lui. Chiaramente non puo’ essere stato solo lui a decorare tutte le sale. E’ solo un punto di partenza,” ha aggiunto Greiner.
Da segnalare le metodologie di restauro che sono state utilizzate sui 600 metri quadrati di affreschi riportati alla luce. “Abbiamo usato un laser particolare messo a punto da un'azienda italiana, la El.En. Group, leader a livello mondiale in questo campo. Utilizza laser specifici per il restauro dei beni culturali e questa strumentazione e’ stata fondamentale sia nei risultati che negli obiettivi che volevamo raggiungere a livello tecnico,” ha spiegato Greiner precisando che al momento il team di restauratori e’ composto da una ventina di persone.
"E’ un lavoro di enorme responsabilita’ considerato anche il fatto che a Monaco non c'é una Soprintendenza. Proprio per questo abbiamo costituito un Comitato Scientifico al quale ci rivolgiamo per avere consigli o pareri” ha aggiunto Greiner precisando che nella lavorazione si e’ tenuto conto anche dell'elemento ‘sostenibili’. “Tutto il nostro cantiere e’ rivolto a questo approccio sia per quanto riguarda il nostro intervento, che per i prodotti che utilizziamo. Abbiamo eliminato il piu’ possibile i prodotti che vengono dall’industria petrolchimica, cercando alternative potenzialmente naturali. Inoltre, stiamo lavorando per produrre in casa degli acquarelli particolari per arrivare prossimamente ad eliminare quelli commerciali sinora utilizzati, che contengono conservanti. A questo scopo, abbiamo selezionato dei pigmenti minerali puri e li abbiamo uniti a dei leganti a base di gomma arabica ed alla glicerina naturale: una miscela appositamente studiata per i dipinti murali” ha concluso Greiner.
Ma non solo..."In occasione della presentazione degli affreschi, si e’ proceduto ad allestire nuovi dipinti che fanno parte delle collezioni storiche del Principato. Tra le opere esposte, alcune vedute di Venezia di Bernardo Bellotto (1721-1780) e di Vanvitelli (1653-1736), appartenute al principe Jacques I; vedute di Monaco nel 1732 di Dominique-Joseph Bressan (1670-1746); lavori di Jacopo Bassano (1510-1592), Orazio de Ferrari (1606-1657) e Philippe de Champaigne (1602-1674). E per l'occasione e’ stata realizzata una sala dedicata alla storia e alla sovranità di Monaco con documenti d’archivio, armi, monete e medaglie." (23/06/2022-Letizia Guadagno-/ITL-ITNET)
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