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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - MANN AT WORK - DA ACCORDO PILOTA TRA MANN, PROCURA DI NAPOLI E UNIVERSITA' NASCE LA MOSTRA "IL TESORO DELLA LEGALITA'. LUCE NEI DEPOSITI DEL MANN"

(2023-09-22)

'Liberare' dai sigilli le centinaia di opere d'arte e reperti sequestrati nella lotta al traffico illecito che giacciono nei depo-siti e restituirli allo studio e alla fruizione pubblica: questo è l'obiettivo del progetto pilota nato dall'accordo tra Museo Archeologico Nazionale di Napoli e Procura di Napoli, con il supporto scientifico dell'Università degli Studi di Napoli Federico II.

Il progetto 'Il tesoro della legalità' è anche il racconto di 50 anni di lotta al traffico illecito, che ha come obiettivo la restituzione alla comunità civile e agli studiosi del patrimonio sequestrato giacente nei depositi del MANN così come in altri siti museali.
In seguito all'accordo pilota stipulato con la Procura di Napoli, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli presenterà il 18 ottobre una giornata di studi sul lavoro compiuto, in vista di una mostra dal titolo ‘Il Tesoro della Legalità. Luce nei de-positi del MANN’.
Nascerà così una vera e propria collezione, che il direttore Paolo Giulierini ha proposto possa essere esposta in futuro al MANN2 nell'Albergo dei Poveri.

Gli esperti dei Carabinieri Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli (TPC) sono stati impegnati per oltre un anno al fianco del personale del MANN per seminare ben 279 fascicoli, relativi ad altrettanti casi giudiziari riguardanti il pos-sesso illegale di opere d’arte ascrivibile a varie fattispecie di reato. Le opere recuperate, dagli anni Sessanta del secolo scorso fino al 2017, sono state depositate in custodia giudiziaria presso il MANN, in attesa della conclusione dell’iter
processuale.

Si tratta, in totale, di oltre 10.000 reperti di diversa natura, riconducibili, in base alla tipologia, non soltanto al territorio campano, ma a tutta l’Italia meridionale e non solo: ceramica di impasto, ceramica italo-geometrica, enotria e daunia, ceramica corinzia ed etrusco-corinzia, bucchero, ceramica attica a figure nere e rosse, ceramica figurata di produzione campana, lucana e apula, ceramica a vernice nera e acroma di uso comune, bronzi (resti di armature, armi, oggetti di ornamento personale, vasellame), terrecotte figurate, databili tra il VI e il II secolo a.C. ascrivibili, in base all’icono-grafia, a contesti funerari e santuariali; elementi marmorei di età romana pertinenti all’arredo di abitazioni private; numerosi recuperi subacquei di varia natura; migliaia di monete greche, romane e medievali. L’eccezionale stato di conservazione della maggior parte dei reperti dissequestrati consente di ipotizzare la provenienza da antiche sepolture, purtroppo intercettate e saccheggiate da scavatori di frodo per andare a rimpinguare le casse del mercato illegale e clandestino di questi beni.
Obiettivo dell'iniziativa è veicolare un messaggio importante soprattutto per i ragazzi, spiegando loro che chi sottrae illegalmente opere e reperti archeologici mina la nostra storia e la nostra identità nazionale.

Insieme con il MANN, la Procura e il TPC di Napoli, anche l'Università degli Studi di Napoli Federico II è impegnata nel progetto, nell’ambito delle attività dell'Area di ricerca di "Diritto europeo e circolazione internazionale dei beni culturali" del Laboratorio su Management, Diritto, Educational nel Cultural Heritage del centro interdipartimentale L.U.P.T. con la dott. Daniela Savy (responsabile dell'area di ricerca) e le dott.sse Ivana Gallo e Maria Giada Barrella.

In sinergia con Marialucia Giacco, responsabile Ufficio Mostre, e con la Direzione del MANN, l'attività di ricerca ha riguardato lo screening sistematico della documentazione d’archivio, finalizzato alla creazione di un database, funzionale alle successive indagini e accertamenti condotti da Procura e Carabinieri. (22/09/2023-ITL/ITNET)

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