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ECONOMIA ITALIANA - "TURISMO ITALIANO: AVANTI TUTTA" ALL'INSEGNA DELLA CULTURA, SOSTENIBILITA' E MOBILITA' DOLCE. DAI CAMMINI AI SITI UNESCO, AL TURISMO DELLE RADICI, ALL'ENO-GASTRONOMIA

(2023-09-25)

  Appuntamento internazionale nei giorni scorsi a Torino per  la 14^ edizione del WTE, il Salone Mondiale del Turismo nei siti Patrimonio Mondiale’.  Nazione con il maggior numero al mondo di riconoscimenti UNESCO, ben 58 – promuove un turismo sostenibile e consapevole nei siti Patrimonio dell'Umanità in grado di garantire la tutela dei beni stessi si è svolta al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino.

«Siamo orgogliosi di ospitare per la prima volta il World Tourism Event a Torino – un appuntamento importante che ci permette di dare visibilità all’incredibile e mera-viglioso patrimonio del territorio, ricco di storia, arte, cultura, conoscenza e tradizioni. Stiamo lavorando alla valoriz-zazione e alla tutela dei beni Patrimonio Mondiale, di cui siamo custodi e che abbiamo il dovere di preservare e proteggere per le generazioni future» hanno dichiarato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla Cultura Vittoria Poggio«
sottolineando come quest'anno ricorra il ventennale della convenzione per il patrimonio immateriale. "Intendiamo trasmettere questi valori soprattutto ai giovani perché possano farsene, a loro volta, ambasciatori. È a loro che il WTE di quest’anno ha riservato una particolare attenzione coinvolgendo le scuole del territorio» per permettere un'ampia visione del Patrimonio UNESCO, stante  la partecipazione di 100 siti Unesco di 6 paesi stranieri quali Cuba, Dalmazia (prima volta), Giappone (prima volta), Giordania, Gran Canaria e Svizzera (prima volta) e di 7 regioni italiane. Oltre al Piemonte, infatti, erano presenti la Campania, la Calabria, il Lazio, la Toscana, l’Umbria, il Veneto e la Sicilia e numerose città d'arte dal nord al sud Italia.

Tra gli appuntamenti al WTE  un workshop b2b a cui hanno preso parte 50 buyer italiani e internazionali provenienti da Australia, Austria, Belgio, Francia, Germania, Olanda, Regno Unito, Svizzera, Spagna e Stati Uniti - selezionati in collaborazione con ENIT Agenzia Nazionale per il Turismo - incontrare oltre 70 seller delle aree inserite nella World Heritage List Unesco per conoscerne e acquistarne le esperienze.

" I cammini come esperienza di rivitalizzazione dell’entroterra italiano". L'Enit-Agenzia Nazionale del Turismo punta sull’attrattiva della spiritualità francescana da ripercorrere dentro le vicende storiche della nascita dei frati cappuccini con i tanti luoghi e le figure dei santi e beati presenti nelle Marche - e non- per valorizzare l’hinterland italiano. In precedenza l'impegno nei confronti del territorio reatino, nel quale sono presenti diversi monasteri  francescani, primo dei quali il Monastero di Greccio, in cui fu celebrata da San Francesco per la prima volta, la sacra rappresentazione della natività', con il Presepe vivente.

. Il turismo legato ai cammini alla spiritualità richiede una pianificazione e una gestione precisa per garantire un'esperienza autentica e significativa per i viaggiatori in cerca di connessione spirituale attraverso il viaggio. La presentazione e promozione del percorso è ideale anticipazione delle celebrazioni dei 500 anni delle origini dei frati cappuccini nell’entroterra marchigiano, zona messa a dura prova da eventi sismici ma che ora sta riaffiorando in tutta le proprie potenzialità e valore.

Il cammino dà nuovo slancio ai luoghi di accoglienza e di ristorazione e vigore al cospicuo patrimonio storico artistico che le zone custodiscono e che ancora in maggior parte non è stato scoperto. Uno strumento utile saranno le convenzioni con una Carta del pellegrino che consentano ai camminatori di accedere ai vari servizi con prezzi di favore. Il Cammino dei Cappuccini avrà in sé la suggestiva particolarità di coniugare insieme l’esperienza del camminare alla dimensione spirituale, con possibilità di accoglienza e di incontri con i religiosi nei conventi ospitanti (Fossombrone, San Severino Marche, Camerino, Santuario della Madonna dell’Ambro, Offida, Ascoli Piceno) al fine di introdurre il camminatore nella storia del luogo, nella spiritualità e nel clima francescano, e alla dimensione storico-culturale di conoscenza degli eventi e delle ricchezze culturali e artistiche dei luoghi interessati.

Interessante sarà anche la possibilità che gli stessi frati cappuccini (non pochi dei quali amano camminare), con accordi previ, possano mettersi in cammino in alcune tappe con i pellegrini, per condividere l’esperienza bella del camminare insieme e creare legami di amicizia tra i camminatori. I primordi dei frati cappuccini sono tutti nelle Marche e perciò non stupisce che ancora oggi quello dei frati cappuccini sia l’ordine religioso più numeroso e con tante presenze nelle Marche (100 religiosi circa e 16 presenze conventuali). Da qui nasce l’idea di un cammino che possa ripercorrere da nord a sud, in un percorso di circa 380 km circa, tutte le tappe più importanti degli albori di questa esperienza spirituale. Mappa del cammino Il cammino è composto di 17 tappe: inizia da Fossombrone, ha il suo fulcro a Camerino (luogo di nascita dei cappuccini) e il suo epilogo ad Ascoli. (continua:      )

Quanto al Turismo delle Radici, il progetto guidato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e considerevolmente avanzato in Calabria ed in Basilicata, registra alcuni passi avanti rispetto ai mesi scorsi in cui la punta più avanzata del progetto si realizzava in Calabria e Basilicata.
Attualmente, ha dichiarato il Ministro Tajani, nei giorni scorsi. " Ad oggi  850 Comuni sotto i 6000 abitanti e circa 300 sopra i 6000 abitanti hanno aderito al Progetto “Turismo delle Radici”. L’obiettivo è consentire una riscoperta dei luoghi di provenienza permettendo ai visitatori di riappropriarsi della cultura delle loro origini anche attraverso l’artigianato e la gastronomia e rivivere momenti musicali tradizionali dei borghi con bande musicali, cori e gruppi folklorici, molti dei quali sono stati coinvolti dal Vicepremier Tajani alle celebrazioni alla Farnesina della Festa Europea della Musica dello scorso giugno.

Il piano, che partirà nel 2024, si rivolge, dunque, prioritariamente ai residenti all’estero e agli italo-discendenti che sono stimati in un bacino di utenza che sfiora gli 80 milioni di persone... Notevole l'attesa da parte di quanti operano in Italia ed all'estero nel mondo dell'emigrazione italiana all'estero, circa gli ulteriori sviluppi che il progetto sta già innescando.
Anche nell'ambito della formazione.  Ultimo esempio il master di II livello dell'Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria  in “Turismo e Paesaggi Culturali” istituito presso il Dipartimento Patrimonio, Architettura, Urbanistica (PAU).
Il Master in “Turismo e Paesaggi Culturali” intende formare esperti in grado di operare nell’ambito del Turismo Culturale, in particolare ai fini della valorizzazione integrata dei territori caratterizzati da specifici Paesaggi Culturali.

Il prof. Francesco Calabro, direttore del Master, ha dichiarato: “la figura formata, quindi, sarà in grado di pianificare e gestire un sistema locale di offerta turistica, comunque denominato, connotato da un significativo Patrimonio identitario riconoscibile come Paesaggio Culturale. La figura formata, pertanto, dovrà essere in grado di controllare tutte le fasi, dalla pianificazione strategica alla gestione, necessarie per valorizzare in maniera integrata il Patrimonio Naturale e Culturale, materiale e immateriale, che caratterizza un determinato territorio, a partire dalle eccellenze universalmente riconosciute, quali i Siti e gli Elementi inseriti a vario titolo nelle diverse Liste e Programmi UNESCO”.

Quanto al Turismo enogastronomico, nei giorni scorsi a Salerno è stato  presentato  il “Rapporto Turismo Enoga-stronomico e Sostenibilità”, leva strategica verso la richiesta turistica di esperienze green & social. Tale turismo  contribuisce ad accrescere l’attrattività della destinazione e la reputazione delle produzioni locali, crea ricchezza diffusa e nuove opportunità per le filiere del turismo e dell’agricoltura, sostiene processi di riscoperta, tutela e valorizzazione del patrimonio enogastronomico, aumenta la qualità e la sicurezza del cibo favorendo un approccio carbon neutral. Questo in teoria… ma nella pratica, qual è il grado di sostenibilità raggiunto dall’attività turistica legata al cibo?

Il Rapporto Turismo Enogastronomico e Sostenibilità, a cura di Roberta Garibaldi, con i contributi dei maggiori esperti nazionali ed internazionali ed il supporto di Unioncamere e Rete Valpantena, evidenzia da una parte il cambiamento della domanda, con un consumatore sempre più orientato verso una condotta sostenibile e dall’altra la necessità di un cambio di passo a livello di visione strategica dell’offerta.
Si avverte il bisogno di azioni politiche in grado di gestire i flussi in modo più sostenibile, rilanciare in ottica green e social le economie del cibo dalla produzione al consumo, ... In sostanza, passare all’azione”. “Siamo molto fieri che Agrifood Future sia stato scelto come cornice per presentare il Rapporto”, ha commentato Alex Giordano, professore e direttore scientifico dell’evento. “Siamo alla prima edizione, ma siamo certi che sarà destinata a consolidarsi come appuntamento di riferimento nel settore dell’agroalimentare in ottica ecosistemica: il cibo è parte integrante e fondamentale dell’offerta turistica.”


Ecco i dieci highlights dal Rapporto:
1. Cambia lo scenario turistico: una crescente diseguaglianza all’approccio ai viaggi. Dopo il Covid si sperava in una nuova forma di turismo sostenibile, con meno overtourism, più viaggi nel proprio Paese. Tuttavia, dopo un 2022 di revenge tourism, nell’estate 2023 è cresciuta la domanda di voli aerei, la presenza di turisti internazionali, ma si ha avuto un calo dei flussi interni, in seguito all’aumento generalizzato dei costi. I turisti italiani sono spesso la base del mercato: anche se i visitatori internazionali di solito spendono di più, sono gli italiani che viaggiano tutto l'anno e visitano le aree interne. In Italia il 47% degli arrivi di stranieri si concentra in sole sei province: Venezia (12%), Bolzano e Roma (9%), Milano (6%), Verona e Firenze (5%), mentre gli italiani hanno una distribuzione molto più omogenea. Cosa è accaduto? La prima risposta è stata che recarsi all’estero costa meno, ma in realtà ciò che stiamo vedendo è un cambiamento significativo, con la classe media che continua ad avere stipendi accettabili e andare in vacanza (anche all’estero), mentre chi ha un reddito inferiore o è disoccupato vede erodersi rapidamente il proprio potere d'acquisto e rinuncia al viaggio. E’ una tendenza europea. Nel Regno Unito, ad esempio, nel 2022 il reddito è sceso del 7,5% per 14 milioni di persone, mentre è aumentato del 7,8% per i più ricchi. Viaggiare per gli spagnoli in Spagna è aumentato del 25% dal 2019, mentre il reddito medio solo del 4,6%; è quindi sceso il turismo domestico di circa il 5%.
2. Le aree rurali sono la soluzione sostenibile. Il ritorno delle escursioni giornaliere dell’epoca Covid. Si aprono nuovi scenari, il turismo enogastronomico può muovere i visitatori verso aree di grande fascino, ma accessibili. Riducendo la distanza tra aree urbane (o ad alto afflusso) e rurali (a minore afflusso) si crea valore economico, sociale e culturale. Ad esempio, col lavoro di Franco Pepe a Caiazzo, gli arrivi e le strutture in questo paese dell’entroterra casertano sono quasi raddoppiati nel periodo 2018-2022 (+93% e 89%). Come creare queste connessioni? Un piano integrato di sviluppo, trasporti più facili, prenotazioni digitali, promozione a livello internazionale. Passando per la creazione di hub enogastronomici, spazi polifunzionali di accesso al patrimonio locale e itinerari turistici alla scoperta dei borghi minori e della loro cultura culinaria. Chi governa il turismo dovrebbe supportare l’adozione di approcci sostenibili anche attraverso azioni di soft power – modifiche normative, formazione, scambio di conoscenze, momenti di valorizzazione delle buone pratiche locali anche con premi ad hoc – ed incentivi. Ed accrescere la propria visibilità (e reputazione) come meta enogastronomica sostenibile adottando una strategia di comunicazione coerente ed omnicanale verso l’esterno.
3. La tutela del patrimonio enogastronomico passa attraverso il turismo. La perdita della biodiversità alimentare e della cultura culinaria italiana causerebbe un danno ingente per l’intero sistema-Paese. La valorizzazione del turismo enogastronomico porta benefici in termini di sviluppo turistico, reddito ulteriore per il sistema agricolo, ma anche per sostenere processi di tutela e valorizzazione. Anche la candidatura Unesco della cucina italiana può giocare a favore di questo obiettivo. Servono azioni di tutela del paesaggio enogastronomico e di educazione delle nuove generazioni, e la proposta di legge ora in discussione alla Camera è un passaggio importante. E valorizzare artigiani e luoghi storici del gusto – più di 1 italiano su 3 li ha visitati durante i propri viaggi – facendo tesoro dei modelli virtuosi presentati nel Rapporto.
4. Il turismo enogastronomico e la dimensione educativa/trasformativa. Cattiva alimentazione e scarsa attività fisica sono seri problemi di salute individuale e pubblica, accrescono il rischio per patologie croniche. Gli italiani sono (dati Ocse) tra quelli che hanno i giovani con maggiore rischio di obesità, nonché con maggiore sedentarietà. L’esperienza turistica enogastronomica diventa occasione per acquisire abitudini più salutari: può migliorare la consapevolezza nutrizionale e, attraverso l’edutainment, fornire indicazioni per migliorare le proprie abitudini – 7 turisti su 10 vorrebbero trovare in vacanza menù con ricette salutari. Offre opportunità per ritrovare il benessere psico-fisico, abbinando la scoperta dell’enogastronomia locale ad attività sportive leggere (tour a piedi ed in bicicletta tra i vigneti, uliveti, ...).
5. Turismo ed agricoltura sono responsabili delle variazioni del clima e al tempo stesso ne subiscono le conseguenze in un effetto domino. Per affrontare questo problema globale, è necessario dare risposte locali. Ecco che il turismo enogastronomico può essere una soluzione, poiché capace di combinare forme slow di scoperta ed esperienza del territorio con pratiche agricole sostenibili che si prendono cura dell’ambiente e garantiscono prodotti di qualità e sicuri.
6. Un calo di attenzione verso la sostenibilità degli italiani in viaggio. Il turista mostra una minore attenzione verso il rispetto dell'ambiente e il contenimento degli sprechi e dei consumi in viaggio. Il 65% (76% nel 2021) dichiara di evitare sprechi di cibo in hotel e nei ristoranti, il 54% (vs il 75%) di essere rispettoso dell'ambiente, il 51% (contro il 61%) di non mettere a lavare ogni giorno gli asciugamani nelle strutture ricettive, il 27% (contro il 51%, per un calo di ben 24 punti) di usare mezzi pubblici o biciclette per muoversi nella destinazione. È dimostrato che, spesso, alle dichiarazioni non corrisponde un effettivo comportamento, c’è quindi bisogno di aiutare chi viaggia, informandolo in modo semplice e trasparente e supportandolo nelle scelte.
7. I desiderata dei turisti: prodotti locali, attenzione all’ambiente ed alle persone, etica aziendale. La sostenibilità è un driver di scelta dell’esperienza enogastronomica, genera attenzione, stimola alla partecipazione. Alta è l’attenzione verso la tematica ambientale: per il 75% degli intervistati, degustazioni, pranzi e/o cene a base solo di prodotti locali sono tra gli elementi determinanti nella scelta. Inoltre, l'adozione di sistemi di raccolta differenziata (73%), di risparmio idrico (66%), di energia da fonti rinnovabili (66%), l'essere plastic free (63%) e altre condotte green guidano il turista, ma queste iniziative devono essere spiegate prima e nel corso della visita. Anche comportamenti aziendali ed iniziative di etica sociale sono tenuti in considerazione, sfatando in parte l’opinione diffusa che la sostenibilità riguardi solo l’ambiente. Il 68% si mostra più propenso a fare esperienza laddove l’azienda ha progetti a supporto della comunità locale, ed il 64% se il personale o i fornitori stanno affrontando situazioni di disagio e/o l’azienda ha adottato politiche etiche.
8. Nella scelta della meta la sostenibilità è focal point. Gli italiani valutano attentamente se e quanto è sostenibile la destinazione che si accingono a visitare. Quali elementi prendono in considerazione? La possibilità di alloggiare in strutture green (per oltre 3 viaggiatori su 4), raggiungere la meta con mezzi poco impattanti, muoversi in loco con biciclette. Sono ancora troppo poche le destinazioni (e le aziende) che hanno una certificazione di sostenibilità in ambito turistico.
9. Comunicare la sostenibilità per creare valore per il turista. Chi viaggia desidera essere informato in modo chiaro sulla sostenibilità. Prima della partenza e durante l’esperienza: 6 italiani su 10 vorrebbero conoscere in dettaglio le tecniche per minimizzare gli impatti sull’ambiente, le iniziative per il benessere del personale e dell’azienda. L’essere sostenibili deve essere mostrato e comunicato ai propri clienti, fornitori, agli operatori del territorio ed alla comunità locale affinché diventi valore aggiunto. Ed anche ai turisti: una comunicazione integrata e coerente stimola il viaggiatore e lo induce all’acquisto.
10. È tempo per le imprese di passare all’azione. L’interesse dei turisti c’è, sta alle imprese adoperarsi per soddisfare questa esigenza e trasformarla in valore aggiunto. Come fare? Partire dal verificare cosa si sta facendo e misurare il livello di sostenibilità partendo dalle check list del Rapporto. Rivolgersi a dei consulenti del settore, scegliere la certificazione da ottenere, partecipare ad uno dei molti bandi esistenti che possono abbattere i costi. È qui utile ricordare che i dati mostrano che le aziende altamente sostenibili sono il 10,2% più produttive di quelle che non adottano alcuna iniziativa.

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14^ EDIZIONE WTE A TORINO
L’evento, che è approdato per la prima volta in terra subalpina, è stato realizzato con il contributo e la collaborazione della Regione Piemonte e il patrocinio del Ministero della Cultura e del Ministero del Turismo, ha avuto il patrocinio e la
collaborazione di: Enit - Agenzia Nazionale del Turismo; Associazione Italiana Beni Patrimonio Mondiale; Visit Piemonte; Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura; Federazione Italiana Club Unesco; Federazione  Europea Asso-ciazioni e Club Unesco; Fiavet - Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo; Icomos Italia - Consiglio
Internazionale dei Monumenti e dei Siti Comitato Nazionale Italiano.

La scelta del capoluogo piemontese come sede del WTE è stata motivata dall’ampia offerta di beni e siti Patrimonio Mondiale della città e della Regione Piemonte come i 5 riconoscimenti patrimonio mondiale (le Residenze Sabaude, i Sacri Monti, I Siti palafitticoli preistorici, I Paesaggi Vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato, Ivrea Città Industriale del XX Secolo), i 4 riconoscimenti immateriali (L’arte della costruzione dei muretti a secco, l’Alpinismo, l’Arte musicale dei suonatori del corno da caccia, Cerca e cavatura del tartufo), le 3 riserve della biosfera (Mab Ticino Val Grande,
Mab Monviso, Mab Collina Po), il Geoparco Sesia Val Grande. Completano il panorama Unesco piemontese le 3 città creative, Alba (Creative Cities per la Gastronomia), Biella (Creative Cities of Crafts&Folk Art) e Torino (Creative Cities per il Design).

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Roberta Garibaldi è è docente di Tourism Management presso l’Università degli Studi di Bergamo, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico e vicepresidente della Commissione Turismo dell’OCSE – Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Ricopre numerose cariche a livello internazionale e nazionale, tra cui ambasciatore della World FoodTravel Association, membro del Board of Advisor presso World Gastronomy Institute e del Consiglio di Presidenza della SISTUR – Società Italiana di Scienze del Turismo. È autrice di molteplici saggi in riviste italiane e straniere e di libri.  Ha collaborato con enti internazionali quali UNWTO – Organizzazione Mondiale del Turismo e FAO. Svolge attività di formazione, consulenza e ricerca per la promozione dei territori, del turismo enogastronomico e culturale, ed è regista di molteplici progetti applicati a livello internazionale. È stata Amministratore Delegato dell’Agenzia Nazionale del Turismo – ENIT durante il governo Draghi. (25/09/2023- ITL/ITNET)

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