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IMPRESE ITALIANE NEL MONDO - DA V° BUSINESS FORUM TRILATERALE CONFINDUSTRIA, BDI (D) E MDEF (F) CHIEDE PIU' AUTONOMIA STRATEGICA, FINANZIARE TRANSIZIONE VERDE E QUADRO NORMATIVO FAVOREVOLE A IMPRESE - JOINT DECLARATION

(2023-09-29)

In occasione del quinto Business Forum Trilaterale, che si è svolto a Berlino il 28 e 29 settembre, i Presidenti di BDI Siegfried Russwurm, Confindustria Carlo Bonomi e MEDEF Patrick Martin hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui hanno ribadito il loro impegno a rafforzare la sovranità e la competitività europea.
Gli industriali di Italia, Germania e Francia, sulla base delle discussioni tenutesi durante il Forum, chiedono a Commissione Ue e rispettivi governi nazionali di "rafforzare la competitività e l’unità dell’Europa" compiendo "più ampi sforzi" fra l'altro nel perseguire "una maggiore autonomia strategica", finanziare la "transizione verde" e creare "un quadro normativo favorevole alle imprese"

La dichiarazione si articola in quattro punti:

- rafforzare la sicurezza economica dell'Europa

- rafforzare la politica industriale per una maggiore autonomia strategica e sicurezza economica

- migliorare la competitività attraverso un quadro normativo favorevole alle imprese

- affrontare il prossimo ciclo politico dell’UE con il dovuto realismo

Confindustria, Bdi e Medef nel chiedere alla Commissione Ue e ai rispettivi governi nazionali di "rafforzare la competitività e l’unità dell’Europa" sottolineano che “l'autonomia strategica e la sicurezza economica dei nostri Paesi devono essere affrontate con determinazione". Secondo gli industriali è infatti necessario “fare molto di più. In futuro, il ruolo centrale che l'industria svolge per l'economia dell'Ue deve essere pienamente riconosciuto. Una strategia industriale europea ambiziosa è la strada principale per sostenere standard di vita elevati nel percorso della doppia transizione". E aggiungono come sia essenziale “adottare piani d'azione e misure politiche specifiche, basate su adeguate valutazioni dei rischi. In generale, tutte le politiche europee pertinenti devono essere sottoposte ad approfonditi competitiveness check".

Inoltre Confindustria, Bdi e Medef evidenziano che "per affrontare le sfide competitive di una transizione verde di successo saranno necessari maggiori sforzi finanziari". Secondo quanto dichiarano “gli approcci politici previsti dal piano industriale Green Deal, dalla Legge sull'industria a zero emissioni, da REPower EU, dalla Legge sulle materie prime critiche e da numerosi altri provvedimenti devono essere accompagnati e sostenuti da adeguate risorse finanziarie". Nella Joint declaration affermano quindi che “la promozione degli investimenti nel quadro della nuova Legge sui CHIPS deve essere attuata correttamente. Nell'attuale revisione del quadro finanziario a medio termine, si dovrebbero concordare finanziamenti aggiuntivi per gli investimenti strategici ed evitare tagli ai programmi esistenti".

Gli industriali di Italia, Germania e Francia chiedono infine di "migliorare la competitività attraverso un quadro normativo favorevole alle imprese", perché gli investimenti sono limitati da troppi regolamenti. "Negli ultimi anni – si legge nella dichiarazione -, le opportunità di investimento delle imprese nei nostri Paesi sono state fortemente limitate da un elevato numero di nuovi regolamenti e da procedure amministrative sempre più onerose, in contrapposizione all’esigenza di un quadro normativo favorevole alla crescita. In cinque anni, l'Unione Europea ha imposto alle imprese europee 5.422 pagine di testi aggiuntivi e 850 nuovi obblighi. La complessità amministrativa continua a crescere nell'Unione Europea, rendendo il clima per gli investimenti dell'UE molto meno favorevole rispetto ai nostri concorrenti globali e aumentando significativamente i costi di conformità per le aziende”.


JOINT DECLARATION: Rafforzare la competitività e l’unità dell’Europa  - BERLINO: 28-29 Settembre 2023

In occasione del quinto Business Forum Trilaterale, che si è svolto a Berlino il 28 e 29 settembre, i Presidenti di BDI, Confindustria e MEDEF hanno ribadito il loro impegno a rafforzare la sovranità e la competitività europea. Sulla base delle discussioni tenutesi durante il Forum, BDI, Confindustria e MEDEF chiedono congiuntamente più ampi sforzi nei seguenti ambiti:

Rafforzare la sicurezza economica dell'Europa
Le conseguenze economiche della guerra russa sui nostri tre Paesi sono state profonde e complesse. La crescita economica ha sofferto ancora una volta, l'inflazione è salita alle stelle e  appare ora in leggero calo, mentre l'occupazione ha tenuto il colpo e la sicurezza energetica è stata garantita, anche se a caro prezzo. In questo quadro, ribadiamo l’impegno a sostenere i nostri governi affinché mantengano la rotta e non permettano alla Russia di minare la nostra coesione politica.

La competitività internazionale delle nostre imprese è confrontata con enormi sfide che rappresentano una minaccia a medio termine per la prosperità e l'autonomia strategica dell'Europa. L'inflazione, gli alti costi dell'energia, la forte concorrenza internazionale sulle
tecnologie chiave, i rischi per la sicurezza economica e le sfide derivanti dalla transizione verde e digitale devono essere affrontati in modo globale dai nostri tre governi e dalle istituzioni europee.

Allo stesso tempo, è essenziale un quadro di governance economica credibile, che si possa rispettare, favorevole agli investimenti e alla crescita. Concentrarsi sulla spesa primaria netta degli Stati membri può semplificare le regole e aiutarli a costruire percorsi di aggiustamento a medio termine per tornare ai valori di riferimento del 3% del PIL per i disavanzi pubblici e del 60% per il debito, a condizione che una maggiore flessibilità vada di pari passo con un'applicazione credibile delle regole, al fine di garantire finanze pubbliche sostenibili in tutta l'UE.

Rafforzare la politica industriale per una maggiore autonomia strategica e sicurezza economica

L'autonomia strategica e la sicurezza economica dei nostri Paesi devono essere affrontate con determinazione. Sebbene iniziative come il Piano industriale Green Deal, la Legge sulle materie prime critiche e la Legge sull'industria a zero emissioni rappresentino i primi tentativi di progettare una vera politica industriale europea, è necessario fare molto di più. In futuro, il ruolo centrale che l'industria svolge per l'economia dell'UE deve essere pienamente riconosciuto.
Una strategia industriale europea ambiziosa è la strada principale per sostenere standard di vita elevati nel percorso della doppia transizione. È necessario adottare piani d'azione e misure politiche specifiche, basate su adeguate valutazioni dei rischi.

In generale, tutte le politiche europee pertinenti devono essere sottoposte ad approfonditi competitiveness check.
a. Decarbonizzare l'industria europea e fornire soluzioni per una transizione verde di successo

In linea con il Green Deal e con le ambizioni dell'Unione europea in materia di neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050, dobbiamo decarbonizzare le nostre industrie e catene del valore.
La transizione energetica è un fattore chiave per costruire l'economia competitiva e a basse emissioni di carbonio del futuro. Dobbiamo fare affidamento sui nostri rispettivi punti di forza, che risiedono nella nostra capacità di produrre una varietà di fonti energetiche a basse emissioni di CO2, tra cui l'energia nucleare, le energie rinnovabili, i gas a basse emissioni di carbonio e idrogeno. A tal fine, BDI, Confindustria e MEDEF sostengono una riforma rapida e ambiziosa del design del mercato elettrico dell'UE. Questa riforma deve mettere in atto strumenti efficienti, come i contratti a lungo termine per lo sviluppo di nuove capacità rinnovabili, che contribuiranno a rafforzare la competitività dell'Europa nei confronti del resto del mondo.

Per affrontare le sfide competitive di una transizione verde di successo saranno necessari maggiori sforzi finanziari. Gli approcci poli-tici previsti dal piano industriale Green Deal, dalla Legge sull'industria a zero emissioni, da REPower EU, dalla Legge sulle materie
prime critiche e da numerosi altri provvedimenti devono essere accompagnati e sostenuti da adeguate risorse finanziarie. La promo-zione degli investimenti nel quadro della nuova Legge sui CHIPS deve essere attuata correttamente. Nell'attuale revisione del quadro finanziario a medio termine, si dovrebbero concordare finanziamenti aggiuntivi per gli investimenti strategici ed evitare tagli ai programmi esistenti.

In generale, per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di neutralità climatica entro i tempi stabiliti dall'UE e sostenere gli investimenti richiesti è necessaria una quantità enorme di risorse.

Fermo restando che la revisione delle norme sugli aiuti di Stato deve essere effettuata garantendo parità di condizioni tra gli Stati membri ed evitando la frammentazione del mercato interno, è necessario prevedere strumenti specifici basati su risorse comuni. Apprezziamo la maggiore flessibilità che la proposta di una piattaforma di tecnologie strategiche per l'Europa (STEP) garantirebbe agli strumenti di finanziamento UE esistenti, come i piani nazionali di ripresa e resilienza e i fondi di coesione.

Consideriamo STEP come un modo per salvaguardare la parità di condizioni nel mercato unico e come un primo passo verso la
creazione, nel prossimo MMF, di un nuovo e significativo quadro finanziario volto a sostenere la capacità produttiva industriale nei settori strategici.

b. Affrontare la sfida competitiva della tecnologia e dell'innovazione

Tenuto conto dei livelli di competizione che caratterizzano l’attuale contesto internazionale, è essenziale che l'Europa possa contare su un'industria ad alta tecnologia forte e innovativa.
Non si tratta solo di una questione di competitività, ma anche di salvaguardare la sovranità tecnologica dell'Unione Europea, a sostegno della transizione verde e digitale.
Le politiche di innovazione devono essere riviste per stare al passo con le politiche di investimento molto consistenti promosse dai Paesi terzi. 
Esortiamo i nostri leader ad adottare misure a livello nazionale ed europeo per rafforzare la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione. Tanto gli Stati membri quanto le istituzioni europee dovranno avere cura di inserire il sostegno pubblico agli investimenti strategici in un quadro più trasparente, stabile e prevedibile. Lo svolgimento di consultazioni ex-ante sistematiche della comunità imprenditoriale da parte dei responsabili politici su come sbloccare gli ostacoli agli investimenti in innovazione e resilienza è una condizione sine qua non.

Ciò è tanto più necessario in vista del prossimo quadro finanziario pluriennale, che dovrà occuparsi in modo molto più approfondito di allargamento, difesa e investimenti. Inoltre, è essenziale che il prossimo programma quadro europeo per la ricerca e l'innovazione si focalizzi in modo critico sulla promozione della transizione verde e digitale e sul raggiungimento dell'autonomia strategica dell'Eu-ropa. Le imprese dovranno essere messe al posto di guida del programma, che dovrà essere molto più orientato alle imprese e mirato a stimolare la partecipazione dell'industria, comprese le PMI innovative e tradizionali, per le quali strumenti dedicati e di facile accesso dovranno essere espressamente previsti.

c. Rafforzare l'industria europea della difesa
Lo stato della sicurezza internazionale richiede un approccio molto più completo nei confronti della difesa europea. Sosteniamo con forza gli sforzi per rafforzare la nostra difesa comune, migliorare i processi di approvvigionamento e rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri europei e le imprese. Ulteriori passi avanti sono necessari in materia di armonizzazione dei requisiti militari, armonizzazione della domanda, investimenti in R&S e adeguatezza dei finanziamenti. In questa direzione, gli Stati membri dovreb-bero garantire un più ampio accesso ai finanziamenti da parte dell'industria della difesa attraverso le loro banche di sviluppo
nazionali e consentire alla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) di finanziare le attività chiave nel settore della difesa.
Inoltre, l'UE dovrebbe inviare un chiaro messaggio politico agli attori dei mercati finanziari che la sicurezza, e quindi la capacità di difesa, è un prerequisito per la sostenibilità e quindi pienamente in linea con i principi ESG.

d. Promuovere il commercio internazionale
La politica economica estera deve sostenere in modo più coerente la competitività e l'autonomia. Naturalmente, il de-risking delle relazioni economiche può andare di pari passo con la diversificazione dei modelli di commercio e investimento. Saranno fondamentali nuovi accordi commerciali e sulle materie prime stipulati dall'UE con partner dell'America Latina, dell'Asia-Pacifico e dell'Africa. Nuove opportunità e una cooperazione rafforzata dovrebbero essere perseguite anche con gli Stati Uniti in una serie di settori, come quello delle materie prime critiche e della risoluzione delle attuali controversie commerciali su acciaio e alluminio.

Migliorare la competitività attraverso un quadro normativo favorevole alle imprese Negli ultimi anni, le opportunità di investimento delle imprese nei nostri Paesi sono state fortemente limitate da un elevato numero di nuovi regolamenti e da procedure ammini-strative sempre più onerose, in contrapposizione all’esigenza di un quadro normativo favorevole alla crescita.

In cinque anni, l'Unione Europea ha imposto alle imprese europee 5.422 pagine di testi aggiuntivi e 850 nuovi obblighi. La com-plessità amministrativa continua a crescere nell'Unione Europea, rendendo il clima per gli investimenti dell'UE molto meno favorevole
rispetto ai nostri concorrenti globali e aumentando significativamente i costi di conformità per le aziende.

L'obbligo di rendicontazione ESG per un numero crescente di imprese, le complesse regole di due diligence nelle catene di valore, le norme più severe sulle emissioni industriali, la proposta sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, la legislazione sulle sostanze chimiche, il regolamento sulla sicurezza generale dei prodotti, la normativa sull’imposizione fiscale minima e i sette grandi pacchetti legislativi sull'economia digitale sono tutti esempi di normative estremamente complesse che mettono a dura prova le imprese.

La concorrenza globale e le interruzioni tecnologiche ci impongono di essere più reattivi e agili per rispondere alle nuove esigenze del mercato. Per liberare gli investimenti del settore privato nella doppia transizione, chiediamo di creare uno spazio di respiro normativo e di effettuare valutazioni d'impatto ex-ante approfondite su ogni nuova legislazione.

Durante il prossimo ciclo politico dell’UE, ma anche in quello attuale, occorre procedere in modo deciso sulla via di una riduzione mirata degli obblighi di rendicontazione che si stanno moltiplicando sempre di più, in particolare per le piccole e medie imprese, di un vero impegno per una minore ma più efficace regolamentazione nel mercato unico, di un'accelerazione delle procedure di autoriz-zazione, in particolare nel settore manifatturiero, e di un maggior autocontrollo nella presentazione di nuove proposte normative.

Alcuni regolamenti stanno colpendo direttamente la concorrenza globale spingendo gli investimenti diretti esteri delle imprese domiciliate nell'UE verso i Paesi terzi. Inoltre, i problemi di rendicontazione, conformità, pianificazione e autorizzazione rallentano gli investimenti privati che sono invece urgenti e necessari nei nostri Paesi, nell'UE e, in ultima analisi, all'estero.

Per le stesse ragioni, il quadro normativo in vigore e de jure condendo, in particolare in termini di sostenibilità, deve essere reso più equilibrato, coerente e in linea con le migliori pratiche internazionali (ad esempio, i rapporti di rendicontazione prodotti nel rispetto degli standard europei sulla rendicontazione di sostenibilità dovrebbero essere conformi agli standard globali).

Affrontare il prossimo ciclo politico dell’UE con il dovuto realismo

Le elezioni europee del 2024 daranno il via a un nuovo ciclo politico delle istituzioni UE che dovrà fronteggiare le principali sfide dell'Europa nei prossimi cinque anni. BDI, Confindustria e MEDEF invitano i rispettivi leader politici ad affrontare con il massimo impegno la complessa agenda europea e ad adoperarsi per un ruolo di primo piano nel garantire la sicurezza, la prosperità e la sovranità dell'Europa.
I nostri tre paesi e l'UE hanno i mezzi, le risorse e le capacità politiche necessarie per perseguire con successo questi obiettivi il cui raggiungimento richiederà decisioni di ampia portata sulla governance e sulle politiche europee.

- In campo politico, devono essere compiuti tutti i passi necessari per una più profonda integrazione politica, per istituzioni efficaci e per un più forte ricorso al processo decisionale a maggioranza.

- In campo economico, occorre sviluppare e attuare pienamente un approccio strategico all'autonomia e alla sicurezza.

- Nella transizione ecologica, occorre promuovere la leadership e la competitività europea nelle principali tecnologie pulite.

- In campo digitale, occorre promuovere gli investimenti in nuove soluzioni, modelli di business e tecnologie digitali.

- Negli affari internazionali, l'Europa deve impegnarsi per una forte cooperazione transatlantica, lavorare per realizzare accordi commerciali di alto valore e difendere i propri interessi da pratiche distorsive del mercato. L'Europa deve coinvolgere maggiormente i partner democratici di tutto il mondo nel rafforzamento dei suoi legami internazionali e della sua resistenza interna.

I nostri paesi e le nostre comunità imprenditoriali dovranno guidare il dibattito per innalzare l'Europa a un nuovo livello, assicurare in modo più unito la fornitura di beni pubblici europei e iscrivere correttamente a bilancio questi compiti a livello europeo.

***
Nel loro ruolo di federazioni attive di BusinessEurope, BDI, Confindustria e MEDEF condividono e sostengono l'invito, contenuto nella Dichiarazione di Madrid, adottata dal Consiglio dei Presidenti di BusinessEurope l'1 e il 2 giugno 2023, a definire una strategia globale per la competitività, volta a promuovere un ambiente favorevole alle imprese, che sia attraente per gli investimenti in Europa, che generi una crescita a lungo termine e che faciliti la creazione di posti di lavoro, sostenendo la necessaria transizione verso una società più verde e digitale. (29/09/2023-ITL/ITNET)



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