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IMPRESE ITALIANE NEL MONDO - STARTUP E PMI INNOVATIVE ICT- ASSITEC: PREVISIONI "MOLTO CAUTE" SCENARIO CRESCITA, NONOSTANTE ACCELERAZIONE RILEVANTE IA, BIG DATA, BLOKCHAIN, CYBERSICUREZZA
(2023-12-05)
Se nell’economia della conoscenza i processi di creazione del valore e di differenziazione competitiva sono sempre più influenzati dalla evoluzione tecnologica che ha accelerato il processo di modificazione della conoscenza, questo è ancora più vero ed evidente per start up e PMI innovative che fondano i loro modelli di business su creazione e utilizzo strategico del digitale.
Per questo l'ultimo rapporto di monitoraggio sui trend demografici delle startup e PMI innovative ICT in Italia a cura di Anitec-Assinform e InfoCamere (luglio 2023) offre una panoramica approfondita sulle imprese ICT innovative, con dati aggiornati al 24 aprile 2023 per il numero di startup e PMI innovative ICT, ha analizzato la performance di startup e PMI innovative ICT sia in comparazione con l’intero segmento di startup e PMI innovative, sia nel tempo, facendo leva su indicatori di produttività, indicatori di profittabilità e indicatori finanziari.
Se è vero che lo sviluppo di nuove startup e PMI innovative dà valide indicazioni su congiuntura e dinamismo del settore ICT, dai dati di rallentamento demografico del Rapporto emergono chiari segnali di sofferenza da non trascurare perché si traducono inesorabilmente in mancata crescita di ricavi e di occupazione, oltre che in un potenziale più basso di tra-sformazione digitale, innovazione e competitività.
L’iniziativa imprenditoriale in ambito ICT è frenata da diversi fattori specifici (come l’aumento dei costi burocratici, la bassa propensione al rischio imprenditoriale, vincoli negli ecosistemi economici e territoriali di riferimento o la carenza di competenze digitali avanzate), ma anche internazionali, quali il peggioramento delle aspettative (dovuto a guerra, crisi energetica e inflazione), l’aumento del costo del denaro, le insolvenze emerse nel settore bancario americano molto esposto con il mondo delle start-up high-tech. Si tratta di un segnale che non va ignorato, affermano gli estensori del Report - malgrado le dinamiche più che positive del mercato digitale in generale, e che potrebbe anticipare difficoltà di crescita maggiori per i prossimi mesi. Per cui "Le previsioni per una possibile prosecuzione positiva nello scenario di crescita a breve restano pertanto molto caute". I mercati associati ai digital enabler diventano, in questo scenario, un ambito ancora più importante di crescita per startup e PMI innovative ICT, con un potenziale di accelerazione rilevante in ambito IA, Big Data, blockchain e cybersicurezza, nell’auspicio che aumentino gli imprenditori giovani e le imprenditrici che si affacciano sul mercato" sostengono ANITEC - ASSINFORM e INFOCAMERE.
Ma procediamo all'analisi dei dati offerti dal Report:
Il numero di startup e PMI innovative ICT (S&PMII ICT) iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese ai sensi del decreto-legge 179/20121 rivela che continua la crescita, ma a ritmi meno sostenuti. Al 24 aprile 2023 si contano 11.253 startup e PMI innovative ICT ovvero lo 0,12% in più rispetto al 4 aprile 2022. Più precisamente si contano 1.436 PMI innovative ICT, ovvero l’11,4% in più rispetto a aprile 2022 e 9.817 startup ICT in calo del -1,34% rispetto a aprile 2022. Delle 11.253 startup e PMI innovative ICT, 7.997 sono “ICT-digitali” (71,1%) ovvero hanno codici ATECO riconducibili al settore ICT e/o dichiarano – nella sezione “Vetrine” del registro speciale - di svolgere attività digitali, mentre 3.256 sono “solo ATECO” (28,9%), ovvero indicano i codici ATECO tipicamente associati al settore ICT ma non danno indicazioni nella sezione “vetrine”2.
Malgrado il calo delle startup ICT, nel complesso le startup e PMI innovative ICT mantengono una dinamica leggermen-te più forte rispetto al totale di startup e PMI innovative in tutti i settori. Il 56% delle startup e PMI innovative opera nel settore del Software e consulenza IT mentre il 27% delle imprese opera in un settore ATECO non ICT. Il 93% delle imprese sono società a responsabilità limitata.
La distribuzione geografica non evidenzia grandi variazioni, ma conferma la concentrazione nelle aree già a maggiore densità di ICT con più della metà delle imprese concentrate in tre regioni: Lombardia che conta il 28,7% delle S&PMII ICT, Lazio con il 13,8% e la Campania con l’8,8%.
Seguono, nel secondo gruppo di regioni con una buona rappresentanza, Emilia-Romagna (7,1%), Veneto (6,3%), Piemonte (5,9%), Puglia (4,7%), Toscana (4,6%) e Sicilia (4,2%). Infine, Marche (2,2%) e Trentino-Alto Adige (2,0%) mentre tutte le altre regioni registrano quote inferiori al 2%.
La densità di S&PMII ICT (ovvero il rapporto tra S&PMII ICT e totale nuove imprese in ambito ICT costituite negli ultimi 5 anni) si polarizza nelle regioni dove la concentrazione è già maggiore, segno evidente di una maggiore spinta innovativa nei territori in cui le filiere dell’ICT sono più diffuse.
Non sorprende quindi che, con più di 6 startup e PMI innovative in ambito ICT ogni nuove 10 imprese in ambito ICT, sia la Lombardia (66,8%) ad avere il record in termini di concentrazione di nuove imprese innovative sul totale delle nuove imprese ICT a fronte di una media complessiva nazionale di 4 su 10 (42,2%). Legata alla maggiore concentrazione nel settore dei servizi alle imprese (e assenza di startup nel manifatturiero), è molto elevata anche la densità di S&PMII innovative ICT della Basilicata (61,9%), anche se con una numerosità esigua.
Seguono Friuli-Venezia Giulia (55,5%) Valle d’Aosta (43,8%) Trentino-Alto Adige (53,0%). Superano la media nazionale anche Umbria (47,7%), Liguria (46,3%), Emilia-Romagna (42,9%), Molise (42,7%) e Piemonte (42,3%), mentre il Vene -to tocca una quota del 40,5%.
Fanalino di coda per presenza di nuove imprese ICT innovative sono Sicilia (24,8%), Sardegna (28,2%), Toscana (29,1%) e Abruzzo (29,5%). Tutte le altre regioni registrano valori tra il 30% e il 40%. Resta preoccupante la carenza di S&PMII ICT al sud.
Tuttavia, maggiori costi, aumento della burocrazia a fronte della semplificazione prevista, maggiori costi e crisi finan-ziaria ne hanno rallentato la crescita demografica: pur mantenendo un volume complessivo consistente, il numero di registrazioni complessive di startup e PMI innovative nel periodo aprile 2022-2023 passa da 11.239 a 11.253 (+0,12%) di cui 9.817 startup (-1,34%) e 1.436 PMI (+11,4%). Anche se a livello di tutti i settori la crescita delle registrazioni totali startup innovative non brilla, passando da 14.074 a fine 2021 a 14.262 a fine 2022 (+1,3% di crescita annuale contro +17,5 % di crescita nel 2021 sul 2020).
Una battuta di arresto che è l’effetto di un’inversione di tendenza iniziata da almeno un anno: il numero di nuove regi-strazioni per il 2022 è stato inferiore allo stesso trimestre dell’anno precedente, in ogni trimestre a partire dal quarto trimestre 2021 per le startup innovative ICT e dal primo trimestre 2022 per le PMI innovative ICT.
In ogni caso il calo delle nuove registrazioni in ambito ICT è leggermente meno severo del calo complessivo del -33,3% delle nuove registrazioni in tutti i settori nonché del -34,9% dei settori non-ICT.
Pesano in generale il rialzo dei costi energetici, dei tassi d’interesse e dell’inflazione, l’instabilità geopolitica, nonché il clima di crescente incertezza che frenano l’iniziativa imprenditoriale. In ambito ICT, in aggiunta al generale crescente pessimismo, si aggiunge la crescente prudenza soprattutto nel settore privato nella concessione del credito, acuitasi dopo il crollo della Silicon Valley Bank, ma già in aumento a fronte del periodo particolarmente difficile iniziato dallo scorso anno per le grandi aziende tecnologiche globali (calo delle contrattazioni e decine di migliaia di licenziamenti annunciati).
Infine, non si può escludere anche l’effetto negativo della sospensione, da parte del Consiglio di Stato, delle registra-zioni telematiche attraverso la Camera di commercio, che erano più diffuse tra le S&PMII del settore ICT, con il 33,4% delle aziende costituitesi online nel 2020 contro il 31,4% nel perimetro complessivo. Il Decreto Legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri a novembre 2021 ha ripristinato la costituzione online delle società a responsabilità limitata (e quindi anche per le startup innovative) ma affidando definitivamente ai notai l’esclusiva per la costituzione digitale a fronte di un compenso. Una procedura, questa, chiaramente antitetica alla semplificazione digitale nonché all’impegno, siglato sempre nel 2021 con l’adesione dell’Italia all’ EU Startup Nations Standard (EU SNS), a garantire le migliori condizioni per la crescita delle startup innovative in ogni fase del loro ciclo di vita tra cui, in particolare, la digital-first per potenziare le interazioni tra autorità e startup e la creazione rapida di startup in 24 ore.
CONTINUANO A PREVALERE LE MICROIMPRESE, POCHI I GIOVANI E LE IMPRESE FEMMINILI
Come tutte le startup innovative, anche le S&PMII nel settore ICT sono soprattutto microimprese: più di due su tre hanno fino a 4 addetti, 8 su 10 hanno un capitale proprio inferiore a 50.000 euro e 1 su 3 ha valore della produzione inferiore a 100 mila euro. Ciò è anche dovuto al ricambio costante cui è soggetta questa popolazione: per definizione, le imprese “best-performer”, più consolidate per età e fatturato, tendono progressivamente a perdere lo status di startup innovativa.
Poco più di 1 su 10 (o il 16%) sono imprese fondate da under-35, mentre risultano ancora più sottorappresentate le imprese femminili con una quota del 11,9%. Guardando alle caratteristiche degli imprenditori : solo il 3,5% delle aziende ha una presenza maggioritaria o esclusiva di manager stranieri.
IOT, INTELLIGENZA ARTIFICIALE E INDUSTRIA 4.0 SONO I FILONI PIU’ DIFFUSI TRA START-UP E PMI INNOVATIVE ICT Uno dei requisiti cardine per essere «innovative» è avere come oggetto sociale, esclusivo o prevalente, sviluppo, pro-duzione e commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. Nel settore ICT questi prodotti e servizi riguardano in misura crescente i digital enabler (o nuove tecnologie abilitanti del digitale) e possono spaziare dalle nuove app ai servizi di cloud computing alla cybersicurezza.
Anche le aziende nei settori «non ICT» si sono attivate sui nuovi scenari abilitati dall’innovazione digitale con iniziative x-tech su più fronti: dall’automazione «intelligente» dei processi esistenti, all’ utilizzo delle tecnologie blockchain nei processi di business, alla cybersicurezza a tutti i livelli delle reti, delle applicazioni e delle interfacce, fino a vere e proprie scoperte scientifiche o innovazioni ingegneristiche con le startup «deep tech» molto spesso in collaborazione con le università.
Circa l’86% delle startup e delle PMI innovative in ambito ICT/digitale perimetrate dal Rapporto ANITEC-ASSINFORM INFOCAMERE ha fornito informazioni relative ai filoni di attività, che sono disponibili sulle vetrine della piattaforma #ItalyFrontiers (si possono indicare fino a 3 filoni di attività). Queste informazioni evidenziano trend simili a quelli rilevati a ottobre 2022 con riguardo ai digital enabler su cui si concentrano le S&PMII ICT, ma non sono estranei alla generale riduzione di natalità delle startup innovative ICT riscontrata a livello generale. A fine aprile 2023 le quote maggiori di S&PMII sono nell’ambito soluzioni digitali con 1.227 imprese (quota del 12,7%, erano 1.262 a ottobre 2022) e soluzioni di IoT con 1.201 unità (quota del 12,5%, erano 1.260 a ottobre 2022), seguite dalle imprese che realizzano soluzioni di intelligenza artificiale e machine learning con 1.088 unità (quota dell’11,3%, erano 1.107 a ottobre 2022), Industria 4.0 con 681 imprese (quota del 7,1%, erano 713 a ottobre 2022) e Mobile app con 649 imprese (quota del 6,7%, erano 676 a ottobre 2022).
Seguono tra i filoni di attività a maggiore potenziale di mercato: e-commerce (462 a aprile 2023, a 500 ottobre 2022), big data & data science (461 a aprile 2023, a 454 ottobre 2022), blockchain (364 a aprile 2023, erano 368 a ottobre 2022), social science (272 a aprile 2023, erano 292 a ottobre 2022) e cybersecurity e cripto (165 a aprile 2023, erano 170 a ottobre 2022).
L’entità limitata di nuove S&SMII registrate con specializzazione nei filoni di attività cloud, con sole 262 imprese (296 a ottobre 2022), e le attività di sviluppo software con metodologie Agile con sole 10 imprese (come a ottobre 2022), va valutata con ampi margini di interpretazione, essendo sovente considerati, da parte delle imprese che si profilano, più come piattaforme o modalità di accesso e lavoro, che come oggetto del proprio core business e quindi dei veri e propri filoni di attività.
Molto frequenti anche indicazioni generali di attività che hanno a che fare con il digitale, anche se non specificate: tecnologie (1.551 a aprile 2023, 1.533 a ottobre 2022), soluzioni innovative (1.318 a aprile 2023, 1.298 a ottobre 2022), hardware e software (1.264 a aprile 2023, 1.315 a ottobre 2022). Questi gruppi costituiscono un’«area grigia» da cui possono emergere imprese sempre più orientate verso digital enabler specifici ma non ancora, più o meno volutamente, indicati nel profilo web. (05/12/2023-ITL/ITNET)
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