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ECONOMIA ITALIANA - FOCUS CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA : CONSUMI DI BENI E SERVIZI SULLA STRADA DELLA NORMALIZZAZIONE. TURISMO AL MEGLIO MENTRE CALO ALIMENTARI

(2024-06-14)

Consumi con poco slancio. Lo dice il focus del Centro Studi Confindustria che rileva come "il totale dei consumi privati in Italia a inizio 2024 si trova appena sopra rispetto ai livelli pre-pandemia (+0,2% nel 1° trimestre rispetto al 4° 2019). Tale livello, peraltro, era già stato recuperato nel 3° trimestre 2022: nell’ultimo anno e mezzo, dunque, si registrano oscillazioni dei consumi intorno a un livello più o meno invariato.

Recuperano i consumi di beni. La parte debole dei consumi privati è da tempo quella relativa ai beni. A inizio 2024 la spesa in beni in Italia ha finalmente registrato un recupero significativo (+1,1%). Che però è ancora molto parziale, dopo cinque trimestri di tendenziale caduta (-2,8% dal 3° 2022 al 4° 2023).

La spesa in servizi, invece, ha mostrato un trend crescente nell’ultimo anno e mezzo, ma con molta volatilità. Infatti, negli ultimi due trimestri si è registrato un calo (-2,2% nel 4° 2023 e      -0,6% nel 1° 2024), ma non è una novità: a partire dalla pandemia, cioè nei 4 anni tra 2020 e 2023, la spesa in servizi ha sempre registrato un calo significativo nel 4° trimestre, e in 3 anni su 4 anche nel 1° trimestre. Volatilità che era sconosciuta in precedenza, quando l’andamento della spesa per servizi era molto più stabile. Dunque, i dati negativi più recenti possono anche non anticipare una flessione di questa parte di spesa, che resta su un sentiero di aumento.

Alimentari, la voce che va peggio tra i beni. Tra i consumi di beni hanno sofferto particolarmente quelli alimentari: i dati di contabilità nazionale (CN) mostrano un calo di -3,5% negli ultimi due anni, tra 4° 2021 e 4° 2023. Che sta proseguendo nei primi mesi del 2024, in base ai dati sulle vendite al dettaglio: -1,1% in aprile rispetto a fine 2023 (in volume). Due cause possono spiegare questo fenomeno: i prezzi delle materie prime alimentari in aumento; l’aumento del consumo di pasti fuori casa (che, come il delivery di pasti a domicilio, è contabilizzato tra i “servizi”).

Turismo, la voce che va meglio tra i servizi. La spesa degli stranieri in Italia (dati Banca d’Italia, a prezzi correnti) ha registrato un boom nel 2023, sopra i valori pre-Covid, e a inizio 2024 sta continuando a crescere (+12,9% annuo a marzo). Tenendo conto della dinamica in aumento dei prezzi (dati Istat di CN), i consumi di persone non residenti in Italia sono saliti nel 1° trimestre 2024 a 11,5 miliardi di euro, sui massimi precedenti alla pandemia (11,6 nel 2° 2019). In particolare, la spesa in alberghi e ristoranti in Italia (di residenti e non) è in forte crescita: +10,1% nel 4° 2023, rispetto al 4° 2021 (a prezzi costanti), opposta al calo degli alimentari.

Esaurito il recupero del livello pre-Covid. Sia per i beni che per i servizi, pur con traiettorie diverse, la spesa è tornata vicina ai livelli pre-pandemici. Nel 1° trimestre 2024 i beni sono poco sopra i valori di fine 2019 (+2,8%), mentre i servizi sono poco sotto (-2,1%). Perciò, quest’anno si attendono dinamiche più sincronizzate dei consumi e non più “gonfiate” dal recupero post-pandemia. Questo, chiaramente, significa una crescita annua dei consumi più contenuta.

La spesa dipenderà di nuovo dal reddito. Negli ultimi anni, prima la forte caduta e poi il veloce recupero dei consumi, mentre il reddito reale mostrava movimenti molto meno ampi, si sono riflessi prima in un enorme aumento della propensione al risparmio, in larga parte non volontario, cioè forzato (19,9% del reddito nel 2° 2020, da 8,2% tra 2015 e 2019), poi in un marcato calo (5,3% nel 4° 2022). La propensione ora sta risalendo, al 7,0% nel 4° 2023, ed è attesa continuare a normalizzarsi nei prossimi trimestri, verso la media pre-pandemia. I consumi torneranno a seguire più da vicino il sentiero del reddito reale, soprattutto dal 2025.

Più domanda di beni per l’industria? In prospettiva, la recente risalita del consumo di beni è un buon segnale per l’industria italiana: significa, infatti, un aumento della domanda interna di prodotti manifatturieri, che è stata a lungo compressa. Al contrario, la domanda estera di beni italiani ha subito nel 1° trimestre 2024 una riduzione (-0,5% a prezzi costanti), riflettendo la dinamica negativa dell’import mondiale. Le prospettive appaiono incerte: i giudizi sugli ordini esteri sono peggiorati in aprile e maggio." conclude il Centro Studi di Coninfindustria.(14/06/2024-ITL/ITNET)

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