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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - SETTIMA MUSA- CINEMA MEDITERRANEO AL GIRO DI BOA 30a EDIZ. CON IL MAECI CINEMA MEDITERRANEO OLTRE I PRPRI CONFINI. A WASHINGTON A FINE GENNAIO

(2024-10-30)

A novembre si riaccendono le luci del MedFilm Festival, il festival del cinema del Mediterraneo, la più longeva manifestazione cinematografica di Roma che quest’anno tocca uno storico traguardo: la sua 30° edizione. Sono infatti trenta gli anni di presenza e programmazione continuativa dell’unico festival in Italia dedicato alle cinematografie del Mediteranneo, fondato e diretto da Ginella Vocca, a riprova dell’attualità e centralità di un’idea positiva di Mediterraneo e delle culture che su di esso si affacciano e vivono.

Dal 7 al 17 novembre i film e gli eventi del MedFilm animeranno cinema e musei della Capitale, dal concorso cinematografico ai meeting industry, dalle retrospettive storiche ai focus tematici, dagli eventi letterari alle masterclass universitarie agli incontri in carcere con i detenuti, insieme a spazi di riflessione dedicati ai temi cruciali del nostro presente.

80 i titoli in programma, in anteprima nazionale, internazionale e assoluta che competeranno nelle diverse categorie, per un montepremi complessivo di 20.500 euro. Accompagneranno i film numerosi ospiti che avranno modo di incontrare la stampa e il pubblico del festival in occasione delle proiezioni. 50 gli operatori che animeranno la due giorni dei Med Meetings (7 e 8 novembre), la piattaforma industry del MedFilm Festival. Confermate tutte le categorie, a cui si aggiunge quest’anno, in collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, il significativo Premio alla Migliore Coproduzione EuroMediterranea nella categoria Concorso Ufficiale.

Tra le prestigiose sedi che ospiteranno la manifestazione: il MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, il The Space Cinema Moderno, il Teatro Palladium, la Casa del Cinema.

Questa trentesima edizione sarà motivo di celebrazione, ma anche e soprattutto di riflessione sul percorso compiuto dal 1995 ad oggi, per un festival a cavallo tra due secoli che ha raccontato gli ultimi trent'anni della storia contemporanea attraverso il cinema e gli audiovisivi, finestre aperte sul mondo.

È quindi naturale la proposta di una retrospettiva che parte quest’anno per concludersi nel 2025 con la 31°edizione, dal titolo Mediterranea, con la partecipazione di quattro registe che hanno attraversato la storia recente del festival, autrici, amiche e donne che portano avanti la loro idea di arte e di vita: Kaouther Ben Ania e Layla Bouzid dalla Tunisia, Soudade Kaadan dalla Siria e Maryam Touzani dal Marocco. Sempre con uno sguardo al futuro, siamo lieti di confermare che, in collaborazione con il MAECI, le attività all’estero del MedFilm festival proseguiranno con maggiore intensità, portando il meglio del cinema mediterraneo anche oltre i suoi stessi confini geografici, a cominciare dalla tappa di Washington prevista a fine gennaio 2025.

Il più alto riconoscimento conferito dal MedFilm Festival, il Premio Koinè, rivolto a personalità del mondo dell’arte, della scienza, dell’impresa culturale e dell’associazionismo che si siano distinte per l’impegno a mantenere vivo il dialogo tra i popoli del Mediterraneo, quest’anno verrà conferito per la prima volta ad un regista, Matteo Garrone, "per la capacità di incarnare nei personaggi del suo film - Io Capitano - il sogno di una Koinè comune”. Io capitano sarà proiettato in occasione della Cerimonia di Premiazione il 13 novembre.

Tanti i giovani chiamati a svolgere una parte attiva nel festival in qualità di autori, giurati, fruitori di masterclass, insieme agli studenti di cinema italiani ed internazionali che con i detenuti delle carceri italiane comporranno la speciale Giuria del Concorso Cortometraggi.

Il MedFilm Festival si pregia dell’Adesione del Presidente della Repubblica Italiana, del Patrocinio e sostegno delle Rappresentanze in Italia della Commissione e del Parlamento Europei, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dei Ministeri della Cultura, degli Esteri, dell’Istruzione, della Giustizia, del FAMI - Fondo Asilo Migrazione e Integrazione, dello Sviluppo Economico, della Regione Lazio, del Comune di Roma e di Intesa Sanpaolo come Main Sponsor.
Supportano l’evento l'OIM – Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, le Sedi Diplomatiche in Italia, i Ministeri della Cultura e gli Enti cinematografici di oltre 40 Paesi, 150 scuole di Cinema, le Università di Roma La Sapienza, Roma Tre, UNIMED - Mediterranean Universities Union.
Il progetto è vincitore dell’Avviso Pubblico biennale “Culture in Movimento 2023 - 2024” di Roma Capitale

Il MedFilm avrà anche una diffusione online, grazie alla collaborazione con MYmovies ONE, sulla cui piattaforma sarà possibile trovare una nutrita e significativa selezione dei titoli presenti al festival. Diffondono il festival i nostri preziosi media partner: Ansa, Rai Movie, Rai Radio3, Avvenire, Taxi Drivers e B-Hop Magazine.

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I FILM IN CONCORSO
Il rapporto con il passato individuale e collettivo, la relazione con la memoria e i ricordi, ma anche lo slancio verso il futuro: questi i moti sotterranei che attraversano gli otto film, provenienti da sette paesi diversi, di cui sei in Anteprima Italiana, del Concorso Ufficiale - Premio Amore e Psiche del MedFilm Festival 2024. Una trentesima edizione che ancora una volta si trova al centro delle più importanti questioni della contemporaneità, perché in un momento storico in cui non sembra esserci spazio per nient'altro se non il doloroso presente del mondo, il cinema ci parla del tempo, per portarci nello stesso istante qui e altrove. La selezione è curata da Martina Zigiotti, responsabile del programma di lungometraggi insieme al comitato di selezione composto da Veronica Flora, Paola Cassano, Luigi Coluccio, Massimo Causo, Giuseppe Gariazzo, Paolo Bertolin, Chiara Barbo. Il tempo del conflitto in Bosnia è al centro de I diari di mio padre di Ado Hasanovi?, mentre i ricordi che rischiano di scomparire sono il cuore di Sulla terra leggeri di Sara Fgaier (prossimamente in sala con Istituto Luce Cinecittà) - entrambi film italiani ed entrambi film che lavorano con il materiale d’archivio. Poi ci sono opere che indagano il concetto di trauma e di maternità: Who Do I Belong To di Maryem Joobeur, in cui nelle remote campagne tunisine una madre affronta il figlio terrorista, e lo spagnolo Salve Maria di Mar Coll, dove una donna, alla nascita del primo figlio, capisce che diventare madre non era quello che voleva. I fantasmi del passato popolano anche Les Fantômes di Jonathan Millet (prossimamente in sala con Maestro Distribution), un thriller al cardiopalma e una grande prova d’attore per un film avvincente su vittime e carnefici del conflitto siriano. A parlare di futuro sono invece due ritratti pieni di umanità: l’iraniano Boomerang di Shahab Fotouhi, sinfonia emotiva che smonta ogni cliché sull'Iran di oggi, e il musicale Everybody Loves Touda di Nabil Ayouch (film di apertura, candidato per il Marocco agli Oscar 2025 e prossimamente al cinema con Maestro Distribution). E poi c’è il potente e atteso film No Other Land di Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham e Rachel Szor (prossimamente in sala con Wanted Cinema), opera prima di un collettivo israelo-palestinese, Miglior Documentario alla Berlinale 2024.

Ed è sempre su questo fil rouge che si muove anche il Concorso Internazionale Cortometraggi, curato da Alessandro Zoppo. Non dimenticare la lezione della storia perché il passato è presente, infatti, è quello che traspare dai 19 cortometraggi della selezione, spazio filmico che continua ad essere un laboratorio di dialogo e una dimostrazione tangibile di quanto il cinema racchiuda quello spirito di innovazione e imprescindibile riflessione sui temi più urgenti e attuali di oggi. Intravedono e immaginano il futuro le riflessioni sull'identità di Aïda non plus, Phoebe e Good Luck, Sara!, gli intrecci tra privato e pubblico di An Orange from Jaffa, Après le soleil e Valerija, la messinscena di malesseri, solitudini e turbamenti di Things That My Best Friend Lost. Rifuggono l'allarmismo e le sentenze già scritte del catastrofismo le trasformazioni urbane ed umane raccontate da lavori beffardi come Bad for a Moment e Canary in a Coal Mine e opere dolenti quali Mango, Bye Bye Benz Benz e On the Way.
L'adolescenza e la post-adolescenza sono svelate da The Form nelle forme del desiderio e dei tabù, nelle molestie e negli abusi da Mentor e Amplified, nei traumi personali e collettivi da Smell of Fresh Paint. Traumi storici e transgenerazionali che devono diventare generativi, da una parte all'altra dei confini nel caso di Garan, nelle famiglie e dentro tutte quelle persone che sono state lasciate indietro, nella Tunisia di oggi di Ceux qui rêvent come nella Spagna di ieri de La idea de una isla.

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ATLANTE
Atlante è la speciale sezione Fuori Concorso del MedFilm che accoglie opere di ogni formato realizzate da autori affermati e registi esordienti, spazio libero di indagine sull’orizzonte dentro il quale tutti siamo immersi, che oggi guarda inevitabilmente verso la Palestina. A questa terra sono dedicati i due film di un autore a cui rivolgiamo un doveroso omaggio, Rashid Masharawi: Passing Dreams è l'on the road del dodicenne Sami alla ricerca del suo piccione perduto, e From Ground Zero è un lavoro collettivo e urgente che arriva da Gaza ed è composto da 22 cortometraggi, candidato Palestinese agli Oscar 2025.
Ad affrontare ulteriori sfide dell'oggi sono gli altri due film della sezione, Breath di Ilaria Congiu (anteprima mondiale al MedFilm Festival 2024), che racconta i percorsi di uomini e donne che vivono di pesca tra l’Italia, il Senegal e la Tunisia; e il tunisino Aïcha di Mehdi M. Barsaoui, tra il thriller politico e il racconto di emancipazione femminile, prossimamente in sala con I Wonder.
A chiudere la selezione di lungometraggi due eventi speciali dedicati a maestri del cinema italiano: Io capitano di Matteo Garrone, il Premio Koiné di questa edizione, e Il manoscritto del Principe di Roberto Andò, nella versione restaurata dal CSC e con il suo regista protagonista di una Masterclass all'Università La Sapienza.

Non possono mancare i cortometraggi nella cartografia di Atlante. Quest'anno la bussola punta sui Balcani (The Man Who Could Not Remain Silent di Nebojša Slijep?evi? è una pagina di Storia da non dimenticare), l'Algeria rurale di The House is on Fire, Might as Well Get Warm di Mouloud Aït Liotna e il Marocco sospeso tra cultura occidentale e tradizione maghrebina di Never Stop Shouting di Abdellah Taïa.

Tre anche gli eventi speciali. Il documentario Faghan - Figlie dell'Afghanistan di Emanuela Zuccalà, dove “faghan”, in lingua dari, è un gemito, un pianto di dolore, titolo tratto da un verso di Figlia dell'Afghanistan della poetessa Nadia Anjuman (1980-2005), picchiata a morte dal marito che non tollerava la sua indipendenza di donna e di intellettuale affermata.
In collaborazione con WWF è l'evento Cetacei - Giganti fragili, per sensibilizzare sulla loro tutela e sulla valorizzazione degli habitat marino-costieri con i documentari Giganti dimenticati di Lorenzo Colantoni e Operazione Capodoglio – La storia di Gea di Emanuele Quartarone.

MedFilm infine festeggia i trent'anni lanciando una nuova collaborazione con il Cabriolet Film Festival, primo festival cinematografico all'aperto del suo genere in Libano. Dal programma del CFF arrivano il toccante documentario Kaab el-Day'a di George Abi Ramia e Sarah Abboud e l'irresistibile commedia grottesca Sisters of the Rotation dei fratelli Michel e Gaby Zarazir.

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PERLE
Per il trentesimo anno del MedFilm, nella storica sezione Perle dedicata al cinema italiano, ha deciso di festeggiare il compleanno in grande con amici e amiche di lunga data. Così l' omaggio a una coppia di registi che amiamo molto, Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman, proponendo il loro ultimo film Vittoria e i loro due precedenti lavori, Butterfly e Californie: tra realtà e finzione, tra Torre Annunziata e il mondo, ci immergiamo nell'umanità della campionessa olimpica Irma Testa, dell'aspirante pugile Jamila e della titolare del salone di bellezza Jasmine.
E pieno di umanità è anche Il complottista, il lungometraggio d’esordio di Valerio Ferrara che con intelligenza e ironia smonta tutti i nostri pregiudizi. Di toni diversi ma uguale audacia autoriale è Basileia di Isabella Torre, che invece ci conduce nelle atmosfere sensuali, notturne e magiche dell'Aspromonte. A chiudere idealmente la selezione dei lungometraggi è Antonietta De Lillo, una delle registe più importanti del nostro cinema, con L'occhio della gallina, autoritratto libero, coraggioso e creativo, anche lei protagonista di una masterclass alla RUFA.

Immancabili infine i cortometraggi, autentiche Perle e oggetti filmici imprevedibili che sfuggono alle sale e alle piattaforme di streaming sempre più incapaci di finanziarli e promuoverli. I sei corti della selezione di quest'anno non possono che celebrare la vita e la voglia di viverla a pieno, sei piccoli coming of age che in bilico tra realtà e finzione segnano un'esistenza, dalle cime prominenti della Valle d'Aosta di Api di Luca Ciriello alla Palermo ad altezza di bambino di Nascondino di Danny Biancardi e Virginia Nardelli, attraversando l'assolata Sardegna di Sparare alle angurie di Antonio Donato, le borgate della Roma di fine anni '60 di Billi il cowboy di Fede Gianni, le campagne lombarde appena fuori dai centri cittadini di Non piangere di Niccolò Corti e il magico Carso triestino di L'uccello imbroglione di Davide Salucci. Paesaggi dell'anima vissuti tra estati di passioni e inverni dell'odio.

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MEDITERRANEA
Mediterranea è la sezione che nasce, in questo 30° anniversario, con l'intento di restituire, attraverso celebrate opere del recente passato e gemme del presente, l’intreccio di voci vibranti e libere del variegato panorama cinematografico del Grande Mare. Sono sette gli sguardi inconfondibili e familiari che presentiamo, sette autrici che tra lunghi e corti hanno lasciato traccia indelebile del loro percorso di cineaste nelle edizioni passate del MedFilm: Kaouther Ben Hania, Leyla Bouzid, Maha Haj, Soudade Kaadan, Nesrine Lotfy El-Zayat, Dania Reymond-Boughenou, Maryam Touzani.
È l'incontro di due anime Adam (2019) della regista marocchina Maryam Touzani, pas de deux di due donne in fuga nella Medina di Casablanca, e nell'accoglienza reciproca che riescono a darsi si riscoprono l’una nell'altra (Premio alla Carriera MedFilm Festival 2022 per l’attrice Lubna Azabal). Con The Day I Lost My Shadow (2018) la regista siriana Soudade Kaadan firma il suo folgorante esordio portando sul grande schermo l'odissea intima e materiale di una madre nella Siria del 2012,  dramma esistenziale e quotidiano dei civili di fronte all'assurdità della guerra. Attraverso il linguaggio personale del documentario e del racconto di formazione la pluripremiata regista tunisina Kaouther Ben Hania rivela i movimenti di cambiamento nella vita di una famiglia e l'inizio di un processo di crescita dagli echi universali in Zaineb Odia la Neve (2016). L'opera seconda della regista e figlia d'arte tunisina Leyla Bouzid, Una storia d'amore e di desiderio (20121), è un viaggio alla scoperta di un giovane uomo alle prese con la pienezza di un sentimento d’amore e della potenza rivelatrice dell'arte.

Tre i cortometraggi in visione, tre storie personali e allo stesso tempo collettive: già vincitrice nel 2016 del Premio espressione artistica con Le jardin d'essai, la regista algerina Dania Reymond porta Sans les mots, una delicata e profonda ode visiva alla memoria, dove i materiali d'archivio diventano chiavi di accesso ai silenzi del passato e del presente. È di nuovo al MedFilm la regista egiziana Nesrine Lotfy El Zayat con No Air to Breathe (2024), storia di una donna egiziana sulla cinquantina che sta lottando per la sua indipendenza, cercando di superare le difficoltà che ha affrontato con gli uomini della sua vita. Chiude la sezione la regista e sceneggiatrice palestinese Maha Haj con Upshot (2024), recentemente premiato a Locarno, dove l'irrompere di uno sconosciuto nella routine quotidiana di una coppia palestinese svelerà il dramma che si cela dietro un'apparente normalità.

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VOCI DAL CARCERE
Progetto Methexis

Voci dal carcere è la storica sezione che il MedFilm Festival realizza in collaborazione con il DAP - Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia e curata da Veronica Flora. Sono 9 i cortometraggi presenti nella prima parte della sezione prevista per sabato 9 novembre alle ore 17.00 dove incontreremo le storie personali, memorie e proiezioni creative degli abitanti della Casa circondariale di Velletri (Il giardino delle delizie di Simone Spampinato, Sogni di Giulio Maroncelli), della Comunità Educativa Oikos di Bologna (Cara JDL di Lucia Magnifico), della Casa circondariale di Rieti (Chiedi di me all'acqua di Massimo Montaldi), della Casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto (RicorDanze di Salvo Presti e Emanuele Torre), della Terza Casa circondariale di Roma Rebibbia (Entrare fuori Uscire dentro a cura di Enzo Aronica), della Casa circondariale di Terni (Vie di fuga di Michela Carobelli), della Casa di reclusione di Palermo Ucciardone (Siamo a'mmare di Alessio Genovese), della Casa Circondariale di Secondigliano (Ofarja di Ahmed Ben Nessib). Nella seconda parte della sezione, martedì 12 novembre alle 18.00, il regista e storico collaboratore del MedFilm Gianfranco Pannone ci accompagnerà alla scoperta della Compagnia della Fortezza, fondata dal regista Armando Punzo, e del lavoro di ricerca artistica portato avanti nel carcere di Volterra, in Toscana (Qui è altrove), per passare a un progetto realizzato a partire dall'incontro tra la Casa di Reclusione Opera di Milano e l'ufficio inclusività dell'Università Bocconi (Near Light di Niccolò Salvato) per entrare infine nei pensieri e nei ricordi dei detenuti della Casa Circondariale Vasto (Kairos di Francesco Lovino).

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SGUARDI DAL FUTURO
Progetto Methexis
È la sezione curata da Giulia de Luca Gabrielli che raccoglie i lavori di diploma dei 13 studenti membri della giuria Methexis,  provenienti dalle scuole di cinema italiane e internazionali,  per scoprire insieme i talenti di domani: Yonatan Workneh Ayallew, Addis Ababa University, Etiopia; Wissam Bentikouk, La Fémis, École nationale supérieure des métiers de l’image et du son, Francia; Bezawit Fekadu Bogale, Addis Ababa University, Etiopia; Anas Bouzammour, ISMAC, Marocco; Nicolò Folin, CSC Centro Sperimentale di Cinematografia, Italia; Alessandra Kalka, Libera Università del Cinema, Italia; Barbara Di Roma, Scuola di Cinema Sentieri Selvaggi, Italia; Ana Logar, UNG University of Nova Gorica, Slovenia; Marine Auclair March, ESCAC Escola Superior de Cinema i Audiovisuals de Catalunya, Spagna; Shrijan Pandey, Northwestern University, Qatar; Eleni Parone, AUTH Aristotle University of Thessaloniki, Grecia; Omar Rezgui, ISAMM Institut Supérieur des Arts Multimédia de la Manouba, Tunisia; Lizi Tabagari, RUFA Rome University of Fine Arts, Italia.

Il Progetto Methexis prevede inoltre la costituzione di una Giuria mista e molto speciale composta dai 13 studenti internazionali presenti al festival e dai detenuti provenienti dai quattro Istituti di Roma Rebibbia, supportati nella visione dalle aree educative e dalle scuole che operano negli Istituti di pena (Casa di Reclusione Roma Rebibbia, Casa Circondariale Femminile Roma Rebibbia, Casa Circondariale Nuovo Complesso Roma Rebibbia, III Casa Circondariale Roma Rebibbia). Come ogni anno la Giuria dei detenuti visionerà i cortometraggi della sezione ufficiale del MedFilm Festival e ne discuterà insieme ai 13 studenti delle Scuole di cinema dei Paesi del Mediterraneo presenti a Roma ospiti del Festival. La riunione plenaria si svolgerà presso la Terza Casa nella mattinata di martedì 12 novembre per l’assegnazione dei riconoscimenti Premio METHEXIS per il Miglior Cortometraggio e il Premio CERVANTES ROMA al cortometraggio più innovativo. La finalità del progetto è nell'offrire, alle detenute e ai detenuti, una connessione tra il mondo dentro il carcere e quello esterno, ma anche l’opportunità per gli studenti di cinema di confrontarsi con il tema della pena e del desiderio di rinnovarsi attraverso lo studio, il lavoro, la creatività artistica.

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MEDMEETINGS
8° edizione
Giunti all’8° edizione, i MedMeetings 2024, curati da Paolo Bertolin, riflettono una visione che desidera condurre l'industria cinematografica italiana verso una posizione centrale nell'ambito delle collaborazioni produttive nell'area euro-mediterranea. Si tratta di uno sforzo ispirato da un assetto istituzionale favorevole, atto a facilitare la collaborazione tra i/le nostri/e produttori/trici e le controparti straniere desiderose di lavorare con l'Italia.

In questo scenario, la proposta di MedPitching ha rilevanza centrale. Con una curatissima selezione di sei progetti di alto livello, MedPitching propone ai/lle professionisti/e italiani/e l'opportunità di incontrare a Roma registi/e e produttori/trici, al fine di creare fruttuose sinergie. Il Premio MedPitching, che riconosce il progetto più promettente, è votato dai/lle professionisti/e in sala e ha una dotazione di 1.000 euro. Qualora il progetto premiato divenga coproduzione italiana, altri 1.000 euro andranno alla controparte italiana, per facilitare il partenariato.

Sono sei anche i lavori nella selezione MedWIPs. Si tratta di film di finzione e documentari che necessitano di sostegno verso il completamento della post-produzione. Sulla base dei materiali presentati nella sessione dedicata e di un incontro individuale con i rappresentanti dei WIPs, la giuria composta da tre esperti (Esmeralda Calabria, Gaia Furrer e Stefan Ivan?i?) assegna il Premio OIM di 10.000 euro e il Premio Stadion Video pari a 3.500 euro per la realizzazione di un DCP. (30/10/2024-ITL/ITNET)

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