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CULTURA ITALIANA NEL MONDO-ARTISSIMA- FONDAZ. OELLE MEDITERRANEO ANTICO PRESENTA ECHOES" PERSONALE DI CAROLINA RICCA LEE IN CUI LA RICERCA CONVERGE CON IL TERRITORIO SICILIANO
(2024-10-31)
Ad Artissima 2024, FONDAZIONE OELLE MEDITERRANEO ANTICO riapre le porte la Sala Sospesa dell’Oval con la mostra personale di Caroline Ricca Lee che, incentrata sull’indagine dell’archiviazione e della memoria nelle narrazioni est-asiatiche in Brasile, presenta la nuova produzione realizzata in resi-denza in Sicilia un’ampia personale dedicata al lavoro e alla più recente produzione di una protagonista dell’arte Contem-poranea internazionale, pensata appositamente per la Sala Sospesa dell’Oval, che riapre per l’occasione.
Le opere prodotte da Caroline Ricca Lee (1990, San Paolo, Brasile) per Fondazione Oelle ad Artissima 2024, nell'ambito del Premio ISOLA SICILIA, rivelano la convergenza della sua ricerca, che esplora l’archiviazione e la memoria da una prospettiva decoloniale e femminista, con il territorio siciliano.
«Caroline, con la sua residenza siciliana a tutto tondo, ha confermato il valore che il premio OELLE Mediterraneo Antico ad Artissima ha per noi di Fondazione e per la Sicilia: la commistione di culture, l’ascolto dei territori, il coinvolgimento delle popolazioni che contribuiscono all’evoluzione del pensiero e, di conseguenza, dell’opera. A mio parere ECHOES ne è la dimostrazione. Mi preme segnalare che avevamo previsto di esporre le opere di Caroline Ricca Lee insieme a quelle di un’altra artista che è stata da noi in residenza in Sicilia: Dala Nasser. Straordinaria artista libanese, le sue opere sono rimaste bloccate nel suo studio a Beirut, subendo il confino imposto dalla guerra, dalle bombe che stanno piovendo, anche in queste ore, sul suo Paese», dichiara Ornella Laneri, presidente di Fondazione OELLE Mediterraneo Antico ETS. Nella mostra di Carolina "c’è una qualità sublime in ciò che resiste al tempo: la sua imperfezione, l’incoe-renza. Il caos. Gli echi. Una storia fatta tanto di reminiscenze e abissi quanto di sogni e molteplici possibilità d’amore. Un corpo è un portale che è rimasto aperto per secoli, ed è così che troviamo i nostri antenati in noi stessi. Indagando le reminiscenze dei tempi antichi, Caroline Ricca Lee comprende come una storia duri nel tempo solo rimanendo incompleta: parti vengono perse, sbiadite, e rubate.
È impossibile attraversare il tempo senza uscirne indenni. Ma resistere anche dopo il trauma porta con sé la bellezza di una vita che non rinuncia alla sua luminosità. Non c’è simbolo più grande di coraggio e persistenza che rimanere vivi anche dopo secoli e millenni.
Ascoltando questi echi, l’artista è stata particolarmente ispirata da segni della cultura locale, come il sacrificio dei santi, l’ex-voto, la cultura dei pupi e la storia siciliana come assemblaggio di tanti, tanti popoli. Caroline Ricca Lee (1990, San Paolo, Brasile) indaga l'archiviazione e la memoria delle narrazioni est-asiatiche in Brasile, a partire da epistemologie de-coloniali, queer e femministe.
Lavora con scultura, installazione, scrittura critica, performance e video. Attraverso l'immaginazione e la politica della rappresentazione, esamina la memoria non ufficiale come storie personali, cimeli e fotografie di famiglia.
La propria casa è l'estensione di una madrepatria immaginata e la Lee la esamina come se fosse un museo non ufficiale, mettendo in discussione l'appropriazione da parte delle istituzioni di intimi significati attribuiti a semplici e personali oggetti domestici e sviluppati con pratiche artistiche, evidenziatori di razza, genere, sessualità, nazione o generazione, marginalizzate nella Storia dell'Arte (come i tessuti e le ceramiche).
Lo sguardo sincretico e l'estetica talvolta caotica della loro produzione rivelano un repertorio in cui l'ascendenza asiatica, la cultura brasiliana e il patrimonio strutturale-coloniale europeo entrano in collisione per creare un chiassoso corpo di lavoro che è parte integrante di un arazzo d’identità multicul turale. Grazie alla sua creatività, Lee reclama il corpo dell’opera e simboleggia un indicibile ancestrale, offrendo così una percezione alternativa di un archivio collettivo contemporaneo di memorie.
Mostre selezionate: Ana Mendieta: silhueta de fogo | terra abrecaminhos (SESC Pompéia, São Paulo, 2023); From flight to nostrils, breathe, arms wide, messages in the wind (HOA Gallery, São Paulo, 2023); 1ª Sala Nazionale di Arte Contemporanea di Goiás* (Museo di Arte Contemporanea di Goiás, Goiânia, 2022); 31º Programma Espositivo (Centro Culturale di São Paulo, São Paulo, 2021); Curaçao (Centro Culturale di São Paulo, São Paulo, 2020).
L'artista ha vinto il Premio ISOLA SICILIA 2023 alla 30ª Artissima Art Fair (Torino, Italia) ed è stata nominata per il Premio PIPA 2023. È stata in residenza presso residenzPLUSbrasil16 (Internationales Künstlerhaus Villa Waldberta, Munich, 2016). (31/10/2024-ITL/ITNET)
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