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IMPRESE ITALIANE NEL MONDO -L'AVVENIRE DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE. B.COHEN HADAD: "CUORE PULSANTE" ECONOMIE ITALIANA E FRANCESE. AL CENTRO INCONTRO ALLA CAMERA.

(2024-11-15)

  57.mo incontro del Club Italie -France alla sala stampa della Camera dei Deputati in occasione della presentazione a Roma dell'ultimo libro di Bernard Cohen-Hadad “Il futuro appartiene alle PMI”, un'analisi puntuale del ruolo delle piccole e medie imprese italiane e francesi in tempi di crisi per un rilancio dell'economia a livello locale ed internazionale, unendo performance economica ed impegno sociale in tempi di transizione ecologica e digitale.  Temi al centro del Think Tank Etienne Marcel,  presieduto da Cohen-Hadad, e da lui lstesso fondato nel 2011 all'indomani della crisi finanziaria, per la promozione di "un'imprenditorialità libera, responsabile e civica in Francia".

A presiedere l'iniziativa, ospiti dell'On. Fabio Porta, parlamentare eletto dagli italiani della Circoscrizione Estero,  il Presidente e fondatore del Club Italie - France, insieme all'autore del volume,  Bernard Cohen-Hadad,  Edoardo Secchi, imprenditore ed editore, affiancato da Tiziana Della Rocca scrittrice e consigliere del Club. Italie- France.
A moderare l'incontro  Gianni Lattanzio, Segretario Generale Nazionale dell'Istituto cooperazione Paesi Esteri e Presidente di Confassociazioni International, che nel presentare il volume “Il futuro appartiene alle PMI”  ha stigmatizzato come le piccole e medie imprese, italiane e francesi, siano profondamente radicate nel tessuto sociale, economico-produttivo del loro territorio. E come risultino fondamentali per lo sviluppo delle realtà locali. Un modello d'impresa esportato in tutto il mondo, laddove sia riconosciuta la libertà d'impresa.

"Un settore che da importanti segnali di crescita in entrambi i Paesi anche se le strategie di investimento possono essere diverse. In Italia si respira tra gli operatori un forte ottimismo fondato sui dati macroeconomici, in particolare riguardo all'occupazione. Ed in Francia c'è altrettanto ottimismo. In Italia gli investimenti sono diretti più verso il settore tecnologico, mentre in Francia si investe maggiormente nel marketing e per il servizio clienti. Quello che a noi interessa è, però, capire come si possa  crescere, rafforzare e soprattutto affrontare le esportazioni, la grande leva che ha motivato il successo delle piccole e medie imprese in Italia." Così l'on. Fabio Porta, parlamentare eletto dalla Circoscrizione Estero, che ha preso parte all'incontro con un contributo da remoto. 
Il deputato ha riassunto come - sebbene il contesto generale sia positivo - le incertezze  della geo-politica  sul futuro siano piuttosto pressanti "Credo, però, che dalla capacità delle piccole e medie imprese di saper gestire, interpretare ed anche affrontare queste incertezze, dipenderà  il futuro non solo di questo settore ma dell'economia dei nostri Paesi più in generale." ha concluso il parlamentare.

"Aziende presenti sul territorio,  in tutti i settori, ha ricordato Lattanzio sottolineando come, pur nella complessità del momento presente, si affaccino all'innovazione, affrontino le incognite dell''internazio-nalizzazione e siano anche molto competitive. Aziende  che necessitano di maggiore attenzione da parte delle  istituzioni e soprattutto maggior sostegno alle imprese femminili che a pieno titolo competitivo hanno la capacità di di inserirsi positivamente nelle dinamiche globali e nei sistemi di produzione"

"Trent'anni di esperienze con le PMI tra Francia ed Italia", questo il valore della testimonianza di Edoardo Secchi,  Presidente e fondatore del Circolo Italie-France che ha definito  queste aziende come  "vicine e complementari " anche nelle  difficoltà  in quanto "stanno vivendo la stessa crisi congiunturale e di sistema alla quale occorre trovare una via di uscita ". 

Dunque, "vi è la stringente necessità di occuparsi delle PMI: questo il motivo per cui ho scritto il mio libro" ha spiegato a giornalisti, parlamentari ed esperti di settore il Presidente del Think Tank Étienne Marcel , l'economista Bernard  Cohen-Hadad illustrando le  sue analisi sulla crisi, sul piano di rilancio e su tematiche centrali per l’economia delle PMI.

25 milioni di PMI in Europa, che svolgono un ruolo chiave nella sua economia, costituendo il 99 % di tutte le imprese, dando lavoro a circa 100 milioni di persone (fornendo due terzi dei posti di lavoro nel settore privato) e generando circa il 56 % del prodotto interno lordo, ed una rilevante  disseminazione territoriale non sono un ambito di poco conto cui rivolgere l'attenzione neil'organizzazione economico -produttiva di tutti i settori, nei bilanci dello stato, nella fiscalizzazione delle economie. Soggetti economici che viaggiano nell'architettura economica nazionale all'ombra delle dinamiche della grande impresa.

Per Bernard Cohen-Hadad "piccolo è bello" in un'epoca di post globalizzazione in cui la "sostenibilità" delle imprese è più che mai necessaria e l'umanizzazione che le accompagna nella risposta alle necessità dei territori è un dato fondante, come fondante è il rispetto delle regole, la scelta dell'immigrazione legale e di qualità fra le risorse umane, l'impegno ad essere all'avanguardia per rappresentare al meglio i territori dove crescono e maturano le loro imprese.
L'economista francese offre nel suo libro “Il futuro appartiene alle PMI” uno sguardo positivo sulle PMI, ma riconosce che "essere imprenditore di una PMI e' l'inizio di una battaglia,  piu' difficile e rischiosa della gestione di  una grade imprese. Soprattutto quando si investe il proprio capitale !"  E, tuttavia, si dice convinto che le PMI siano il "cuore pulsante dell'economia...perchè sono una  forza motrice sociale oltre che economica e rappresentano lo sviluppo concreto dei territori..supportando i bisogni dei cittadini" .
Ma, "Non viene loro dato il valore che meritano e quindi è importante occuparsene sul piano reale."

Oggi, in tempi di green new deal" e di "economia circolare" in Europa "parlamentari ed ex imprenditori condividono le battaglie culturali ed economiche di Cohen Hadad e questo ha permesso una migliore conoscenza del tessuto territoriale e della tutela necessaria al rispetto dei parametri dell'ecologia ambientale ed umana in cui operano le PMI. 

Quanto agli aspetti tecnico organizzativi aziendali, il libro interviene sulla fondamentale scelta di collaboratori competenti e sulla formazione in azienda di costoro per una migliore e più efficace integrazione nel tessuto sociale aziendale.  Su questa linea il tema dell'impatto delle migrazioni sulle imprese che per Cohen Hadad richiederebbe un dibattito a se stante, considerato che nell'attualità  la questione è vista come un problema di sicurezza e sovranità territoriale, mentre è necessario ridettarne l'approccio legislativo tenendo conto che "riceviamo un'immigrazione non preparata e gli imprenditori non riescono a trovare personale competente". L'appello è, dunque, "abbiamo bisogno di un'immigrazione legata all'economia al lavoro, alla qualità del lavoro ".

Infine, il tema della responsabilità ambientale delle aziende. Per Cohen Hadad " e' difficile prevedere quali saranno gli sviluppi" considerate le proposte avanzate anche nell'ambito delle diverse Cop ed i ripen- samenti che ne sono seguiti in molti paesi , e soprattutto la posizione dei BRICS.
Il dato di fatto ?  "Sono migliori le aziende che non danneggiano la società ed i territori" Uno status che - ha ammesso - richiede sacrifici economico-finanziari ma che diventa redditizio impegnandosi in investi-menti virtuosi per avere un vantaggio competitivo".

Altro fattore determinante: mgliorano l'immagine dell'azienda. E son proprio queste imprese che possono incrementare la reputazione e l'immagine attirando nuovi talenti. L'impresa stessa migliora i rapporti a livello politico e sociale. Infine, la responsabilità esemplare  dell'imprenditore: "l'avvenire appartiene alle PMI perche' l'obiettivo dell'impresa è 'far evolvere il territorio e non far soldi" è la conclusione dell'econo-mista, che tuttavia ha ammesso:  "E' molto difficile dare dei consigli ai parlamentari" ma l'invito è chiaro "conoscere a fondo le piccole imprese sul territorio e guardare al loro funzionamento."

Un ritorno alla conoscenza dei cittadini e del Paese che ventila le buone e sane abitudini della strategia politica "di partecipazione democratica" di un tempo: - più "porta a porta" e "presenza nei mercati" che "palcoscenici da stadio", che dovrebbe essere rivisitata nella classe politica italiana anche  al di là della campagna elettorale. Una rivisitazione  che in un libro come quello presentato da Bernard Cohen Hadad riporta però,  nel contesto odierno, agli effetti a lungo termine della cosiddetta 'rivoluzione culturale' della fine degli anni sessanta/settanta, avviata dal mondo universitario francese e italiano.

Quanto alla "vicinanza e complementarietà" del modello italo/francese l'economista di origine marocchina  ha evidenziato la differenza nel raggiungimento degli obiettivi - richiamata dallo stesso On. Porta in tema di strategie. Le PMI italiane guardano ai mercati esteri per l'espansione dei loro prodotti nel mercato globale, attraverso l'export. Le PMI francesi si rivolgono al consistente mercato interno.
Un export , quello italiano, diretto attraverso l'utilizzo massiccio dei vettori digitali, ma che per Cohen Hadad "comporta anche rischi connessi di cui gli operatori economici delle piccole aziende non si rendono pienamente conto". L'invito è piuttosto a lavorare  insieme piccole e grandi aziende italiane e francesi, rafforzando la cooperazione di entrambi per essere più competitivi. Una sinergia, d'altra parte, che le aziende italiane vivono anche all'ombra delle grandi aziende o con il sostegno e conforto delle iniziative regionali che permettono ai piccoli marchi di varcare le frontiere.

L'obiettivo a cui Bernard Cohen-Hadad tende con grande interesse riguarda, in realtà, l'accesso al mercato dei capitali per le PMI.  "Fondamentale l' accesso alla finanziarizzazione" solo così potrebbero superare le difficoltà". Purtroppo, attualmente, la  politica fiscale penalizza le PMI spingendo le aziende ad usare il credito offerto dai mercati con effetti talvolta disastrosi.

Fiducia ? Nel mantenere saldo il rapporto con i territori  come incubatoio di opportunità e con tutta la realtà produttiva. Quindi più Europa e non meno Europa, ovvero rispettare l'identità europea e proteggere le nostre PMI nazionali con le loro specificità. (15/11/2024-M.F.-ITL/ITNET)

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