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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - GRANDI SINFONIE - "CAPOLAVORO ASSOLUTO" DI MAHLER LA "SETTIMA" DIRETTA DAL M.° RICCARDO CHAILLY APRE ALLA SCALA LA STAGIONE 2025 DELLA FILARMONICA

(2024-12-23)

Riccardo Chailly dirige la "Settima Sinfonia"di Mahler per l’inaugurazione della nuova stagione Filarmonica della Scala lunedì 27 gennaio.
La stagione prosegue fino a novembre 2025: in arrivo Daniele Gatti, Myung-Whun Chung, Lahav Shani, Gianandrea Noseda e Manfred Honeck. Al debutto Barbara Hannigan e Kazuki Yamada. Tra i solisti Joshua Bell, Gautier Capuçon, Mao Fujita e Nikolaj Znaider.
Il Collegium Vocale Gent con Philippe Herreweghe è l’orchestra ospite della Stagione.

La quarantatreesima stagione della Filarmonica della Scala, realizzata in collaborazione con il Main Partner UniCredit, s’inaugura lunedì 27 gennaio alle ore 20 al Teatro alla Scala con Riccardo Chailly sul podio. In programma c’è la Sinfonia n. 7 in mi minore di Gustav Mahler, che il direttore principale ha diretto l’ultima volta con la Filarmonica nel 2011.

Dalla nomina di Chailly a Direttore Principale della Filarmonica della Scala nel 2015, la musica di Gustav Mahler ha accompagnato il percorso sinfonico del Maestro al pari di quella dei grandi autori russi, così come quella di Giuseppe Verdi e di Giacomo Puccini in ambito operistico. In dieci anni ha ripercorso l’intero ciclo: la Prima nel 2015, la Terza nel 2018, Quarta, Quinta e Sesta nel 2019, la Seconda nel 2022, e l’Ottava nel 2023, la Nona riveste un ruolo particolare, ed era stata scelta da Chailly nel 1991 per il suo primo concerto in omaggio a Claudio Abbado, che l’aveva diretta per il primo concerto della Filarmonica.

Tante le riprese delle sinfonie mahleriane anche in tournée e all’estero per un totale di 33 esecuzioni, tra queste anche la partecipazione al Festival Mahler all’Auditorium di Milano e nei concerti a Barcellona, Madrid, Amburgo e Francoforte nel 2022. Questa Settima costituisce quindi il climax ideale di un percorso decennale che ha attraversato anche i numeri sinfonici meno eseguiti.

«In questi anni abbiamo affrontato tutte le sinfonie di Mahler, mancava solo la Settima, che può essere vista come una rivisitazione, da parte del compositore, di tutte le precedenti sinfonie». Chailly spiega: «Una partitura che è forse la più difficile da eseguire e da dirigere, iniziamo con una grande sfida e un capolavoro assoluto, che non segna il tempo».

Il Maestro ci accompagna nel percorso della sinfonia, tanto apprezzata dalla critica fin dalla prima esecuzione quanto tortuosa nella sua gestazione: «La sinfonia si apre con una marcia funebre, che torna ogni volta con toni appassionati e minacciosi, alternandosi a momenti agresti descritti dai campanacci di montagna, quasi con l’idea di potersi staccare dal mondo, per poi tornare nella tragedia della marcia funebre.
Il secondo movimento è un bellissimo notturno, dove appare però un motto tratto dalla Sesta Sinfonia, un accordo maggiore e poi minore, un’ossessione che premonisce la tragedia.
Per il terzo movimento, uno scherzo, Mahler lascia un’indicazione per il direttore e per gli orchestrali: Schattenhaft, “spettrale”. È un vortice infernale di una musica in tre quarti che ricorda il valzer viennese, come una furibonda danza con il destino. Un Ländler centrale forma il Trio, che porta a una serenità apparente.
Il quarto movimento è ancora un notturno in cui l’orchestra si dirada in una trasparenza straordinaria per accogliere il primo violino, che espone la melodia di apertura, poi si aggiungono l’arpa e il mandolino. Strumenti inusuali per allora, che danno l’idea di questo colore notturno, antitetico alla negatività vissuta finora.
Il Rondò finale è un vero passo di bravura orchestrale. Si comincia con il timpano solista cui segue una fanfara degli ottoni che torna otto volte creando un percorso circolare. La penultima battuta è un’armonia distorta, un’ipotetica felicità raggiunta ma in modo illusorio. Tutta la sinfonia si sospende all’ottantesimo minuto, alla fine c’è un colpo di tutta l’orchestra che chiude con l’accordo di do maggiore».

Il secondo appuntamento della stagione è lunedì 17 febbraio con Gianandrea Noseda, ospite insieme a Francesco Piemontesi. Nei mesi seguenti è atteso il ritorno di Daniele Gatti con il violinista Frank Peter Zimmermann (24 marzo), di Lahav Shani con la star del violino Joshua Bell (14 aprile), del Direttore Emerito Myung-Whun Chung con il pianista Mao Fujita (12 ottobre). Per il secondo appuntamento in stagione Riccardo Chailly è accompagnato dal violoncellista Gautier Capuçon (24 febbraio).

Al debutto il direttore giapponese Kazuki Yamada insieme al violinista Nikolaj Znaider (26 maggio), e Barbara Hannigan, impegnata alla Scala nella doppia veste di direttrice d’orchestra e soprano (26 ttobre).

Il pluripremiato ensemble barocco Collegium Vocale Gent è l’orchestra ospite della stagione, guidata dal suo fondatore Philippe Herreweghe (10 marzo). La stagione si chiude lunedì 3 novembre 2025 con il direttore austriaco Manfred Honeck, affiancato dal pianista Benjamin Grosvenor. (23/12/2024-ITL/ITNET)

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