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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - GERMANIA - 120 OPERE DI CAROL RAMA UNA DELLE ARTISTE PIU' PROVOCATORIE DEL 20° SECOLO ALLA SCHIRN KUNSTHALLE DI FRANCOFORTE.
(2025-01-21)
Gettonatissime le mostre di artisti italiani inaugurate nei musei e nelle gallerie del mondo, oltre alle iniziative realizzate dagli istituti Italiani di cultura e promosse da Consolati ed Ambasciate.
Segnaliamo, fra le altre quella dedicata a Carol Rama (Torino 1918–2015) aperta fino al 2 febbraio. L'iniziativa della Kunsthalle Frankfurt rappresenta la prima grande rassegna in Germania dell’artista torinese nel decennale della morte. 120 le opere esposte che illustrano il suo lavoro in tutte le fasi della sua sperimentazione artistica: dagli esordi negli anni ’30 fino ai primi anni 2000. Una reinvenzione costante della sua arte pur rimanendo sempre fedele a se stessa nell'illustrazione dei grandi temi che interrogano l'umanità, attraverso una lettura mai dimentica dell'essenza femminista fin dagli anni '30 e di una naturale cifra stilistica tendente alla provocatorietà.
Indipendente dalle scuole e dai gruppi artistici, da autodidatta - abbandonò, infatti, la formazione accademica - ha creato un'opera non convenzionale e anche molto personale in circa 70 anni d'impegno artistico. Il lavoro di Rama è caratterizzato da una grande gioia di sperimentare e sfugge a semplici categorizzazioni creando forme di espressione nuove e radicali che non rientravano in nessuna opzione stilistica.
"Una caratteristica speciale dell'arte di Carol Rama - fanno notare alla Kunsthalle Frankfurt - è il fascino per l'assurdo e il gioco con la provocazione. I suoi primi lavori, costituiti da acquerelli degli anni '30 e '40, mostrano scene che ruppero con tutte le convenzioni nell'Italia cattolica e fascista: i momenti nel reparto psichiatrico divennero un motivo fra i tanti. . La stessa Rama una volta ha detto: "Sono sempre stata entusiasta di cose e situazioni che sono state rifiutate dagli altri". Non c'è da meravigliarsi che sia spesso inclusa nei discorsi femministi nella ricerca: i suoi lavori non solo trasgrediscono i tabù sociali, ma anche una ribellione contro regimi di sguardo patriarcale che vedono le donne come oggetti passivi."
Ed ancora "Carol Rama non solo ha saputo mettere in scena la sua arte, ma anche la sua stessa persona. Le piaceva raccontare storie della sua vita che suggeriscono una lettura biografica delle sue opere: ad esempio quando utilizza nel titolo dell'opera “I due Pini” il nome della clinica psichiatrica femminile in cui era temporaneamente ricoverata sua madre, oppure nomina opere dopo le tragiche storie di vita dei membri della famiglia che ha descritto volentieri. Ma spesso non è chiaro se i suoi aneddoti siano estensioni poetiche della sua arte o se le sue opere siano un'elaborazione poetica della sua vita. Lo stesso Rama una volta disse che “tutto e niente” è “biografico”. Vita e lavoro, verità e finzione si fondono nella sua opera, quasi come se lei volesse superare proprio questi confini.
Un aneddoto particolarmente suggestivo - raccontato dall'artista ma non verificato - riguarda la sua prima mostra personale che presentava acquarelli erotici, a Torino nel 1945, per lo piu' corpi nudi femminili in pose erotiche, provocò uno scandalo che portò alla sua immediata chiusura. Solo più di 30 anni dopo, nel 1979, gli acquerelli furono nuovamente presentati al pubblico, sempre a Torino e questa volta anche in modo esauriente.
Carol Rama ha attraversato molte fasi artistiche e si è costantemente reinventata. Quasi ogni dieci anni cambia stile: iniziando con i primi acquerelli figurativi ed erotici e antiritratti quasi senza volto, si dedica prima all'astrazione negli anni '50 come membro del Movimento Arte Concreta (MAC), prima di dedicarsi all'astrazione negli anni '60. e gli anni '70 dedicati a varie sperimentazioni materiche. Nei decenni successivi questi furono sostituiti da una rinascita e da un ulteriore sviluppo di motivi figurativi e disegni.
i bricolages radicali e le gomme di Carol Rama: Negli anni '60, Carol Rama iniziò a sperimentare materiali industriali come gomma, metallo, occhi di bambole e altri oggetti di uso quotidiano, che le portarono una nuova attenzione nella scena artistica. I suoi cosiddetti “bricolages” – termine che il suo amico Edoardo Sanguineti ha preso in prestito da Claude Lévi-Strauss e applicato alla nuova serie di lavori di Rama – ampliano il classico collage attraverso il libero uso di vernice spray, adesivi e oggetti montati. Questo approccio innovativo stabilisce nuovi standard nell’arte contemporanea. Negli anni '70 Rama continua la sua sperimentazione materica utilizzando camere d'aria di pneumatici di biciclette e automobili per il gruppo di opere “Gomme”. Le forme biomorfe e la materialità simile alla pelle conferiscono alle opere una qualità sensuale che rompe le composizioni rigorose e stabilisce Rama come un innovatore radicale.
Eppure, Carol Rama non è stata affatto una outsider. Uno sguardo alle innumerevoli foto conservate nel suo studio rivela gli ambienti sociali stimolanti in cui si muoveva l'artista: oltre ad alcune personalità note della scena artistica e intellettuale italiana come l'architetto e designer Carlo Mollino e il compositore Luciano Berio, c'è anche Man Ray da vedere. L'artista peculiare mantenne un'amicizia speciale con il famoso fotografo surrealista. Le numerose conversazioni, lettere e viaggi insieme hanno avuto un'influenza significativa e reciproca sul suo sviluppo artistico.
Eppure, nonostante l'eco delle sue sperimentazioni, e dunque fosse una figura ben nota nel panorama artistico e intellettuale italiano, ricevette solo tardi il riconoscimento internazionale per il suo lavoro. Uno dei motivi erano le strutture patriarcali nel mondo dell'arte, che per lungo tempo hanno reso difficile per artisti come lei raggiungere una maggiore fama. Fu solo nel 2003, all'età di 85 anni, che ricevette il Leone d'Oro alla Biennale di Venezia per il lavoro della sua vita - in un momento in cui il discorso sul corpo femminile e sui ruoli di genere stava acquisendo importanza e Rama aveva già esposto a cinque volte la Biennal
L'arte di Carol Rama ruota da sempre attorno a temi universali come la sessualità, il desiderio, la malattia e la morte. Con la sua visione radicale e spesso spietata di questi aspetti della vita, ha messo in discussione le norme sociali e ha creato opere in anticipo sui tempi. L'esplorazione di questi temi da parte di Rama è diventata uno stimolo importante per le generazioni più giovani di artisti che hanno affrontato questioni simili da una prospettiva decisamente femminista.(21/01/2025-ITL/ITNET)
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